Maurizio Prollo

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Maurizio Prollo (Palermo, 6 luglio 1972) è un attore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanissimo pasticcere, Prollo entra nel mondo del cinema a 16 anni avendo superato un provino per il film Mery per sempre di Marco Risi del 1989, nel ruolo di Claudio Catalano , con Michele Placido, Claudio Amendola e Francesco Benigno[1].

Il suo secondo film è sempre di Marco Risi e sempre nello stesso ruolo di Claudio: Ragazzi fuori, del 1990.

Per un periodo vive e lavora in Svizzera partecipando al film Vite perdute di Giorgio Castellani, assieme al cantante neomelodico Gianni Celeste. Nel Novembre 1990 era sfuggito miracolosamente alla morte per il suo ritardo nel prendere il Volo Alitalia 404 che si schianterà su una collina presso Zurigo. Tra le vittime il suo amico e collega Roberto Mariano.

Dopo questi film, partecipa anche ai film Anni 90 del 1992 e Anni 90 - Parte II 1993 assieme all'amico e attore Francesco Benigno. Nel 1999 partecipa a qualche puntata della serie televisiva Il commissario Montalbano

Nel 2007 è apparso nel video della canzone Pensa di Fabrizio Moro.

Nel 2009 si impiega come bagnino a Mondello[2].

Nel 2011 interpreta il ruolo di un mafioso nella serie televisiva Squadra antimafia - Palermo oggi 3.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Videoclip[modifica | modifica wikitesto]

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994 viene arrestato dalla Guardia di Finanza per essersi rifiutato di fermarsi ad un posto di blocco mentre era al volante della sua Fiat Panda.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I ragazzi di "Mary per sempre" ospiti di Samarcanda (25.10.1990). URL consultato il 22 settembre 2022.
  2. ^ L' attore, il barman, il bagnino ecco i volti nuovi di quest' anno - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 26 agosto 2022.
  3. ^ Archivio Corriere della Sera, su archivio.corriere.it. URL consultato il 19 marzo 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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