Mattina (Ungaretti)

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Mattina
AutoreGiuseppe Ungaretti
1ª ed. originale1918
Generepoesia
Lingua originaleitaliano

Mattina è una composizione poetica di Giuseppe Ungaretti, parte della raccolta L'Allegria, nella sezione Naufragi, scritta a Santa Maria la Longa il 26 gennaio 1917, durante la prima guerra mondiale.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Nella stessa data e luogo vengono indicate altre due composizioni, Solitudine e Dormire; Mattina rappresenta la seconda composizione di questa serie.

Una delle prime stesure autografe è sul verso di una cartolina spedita a Giovanni Papini con il titolo Cielo e mare e caratterizzata da tre versi aggiuntivi[1][2]. La cartolina conteneva a seguire anche le altre due poesie di questa serie con il titolo di Burrasca e Desiderio.

È stata pubblicata per la prima volta nel 1918 a Napoli, inserita nella raccolta Antologia della Diana sempre con il titolo Cielo e mare ma nella forma breve oggi conosciuta[3].

Secondo una testimonianza di Leone Piccioni rilasciata nel corso di un'intervista, la poesia fu scritta all'alba[4].

Commento[modifica | modifica wikitesto]

È la poesia più celebre della raccolta[5]. Composta di quattro parole, è la poesia più breve di Ungaretti[6], nella quale l'idea di infinita grandezza è resa sinteticamente dal poeta con un'immagine che, con le parole di Romano Luperini, colpisce nella forma della luce[7][8].

Francesco Flora nell'ambito della propria valutazione sulla poesia del primo dopoguerra italiano, ha scritto che «il fugace M'illumino d'immenso di Ungaretti, non è già privo di contenuto, ma è anzi privo di forma».[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P. Montefoschi, Album Ungaretti, Milano, Mondadori, 1989. pagine 116-117
  2. ^ Le prime tracce del titolo originale e dei versi aggiuntivi si possono ritrovare nella corrispondenza inviata in seguito alla conquista del monte San Michele: N. Bultrini e L. Fabi, Pianto di pietra: la Grande Guerra di Giuseppe Ungaretti, Iacobellieditore, 2018, p. 75-76.
    «Sembra agevole ritrovare, nel breve moto di sguardo il gesto del poeta ad abbracciare, in un solo attimo di gioia appunto immensa dalla cima del San Michele, il cielo e il mare dopo mesi di trincea oscura e fangosa.»
  3. ^ Ungaretti, Vita d'un uomo, 1969, pagina 638
  4. ^ Ungaretti: era piu' lunga la poesia più breve del novecento, su adnkronos.com, 5 dicembre 1997. URL consultato il 7 giugno 2019.
    «Per quanto ho potuto appurare la poesia fu scritta da Ungaretti all'alba. Il poeta rimase estasiato dal sole nascente e dal successivo tramonto. Pochissime parole scritte di getto per stupire Papini, che poi furono dimezzate per lasciare solo due versi di senso assoluto, sicuro di fare colpo sul lettore.»
  5. ^ Ungaretti, Vita d'un uomo, 1969, pagina 65
  6. ^ M. Carlà, Epoche e Culture, 2, tomo II, Palumbo. pagina 634
  7. ^ R. Luperini, La scrittura e l'interpretazione, 3, tomo III, Palumbo. pagina 144
  8. ^ Biagio Carrubba, L’Allegria - Giuseppe Ungaretti, su italialibri.net. URL consultato il 12 marzo 2017.
  9. ^ Francesco Flora, La poesia ermetica, Gius. Laterza & figli Tipografi Editori Librai, Bari 1947, p. 39.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Ungaretti, Vita d'un uomo, Segrate, Mondadori, 1969.

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