Massimo II Hakim

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Massimo II Hakim, B.C.
patriarca della Chiesa cattolica greco-melchita
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1689 ad Aleppo
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato arcieparca23 maggio 1733 dal Sinodo della Chiesa cattolica greco-melchita
Consacrato arcieparca1733 dall'arcivescovo Gerasimos Saigh, B.C.[1]
Elevato patriarca1º agosto 1760 dal Sinodo della Chiesa cattolica greco-melchita
Deceduto15 novembre 1761 a Damasco
 

Massimo II, nato Maximos Hakim (Aleppo, 1689Damasco, 15 novembre 1761), è stato arcieparca di Aleppo e secondo patriarca della Chiesa melchita.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Massimo Hakim nacque ad Aleppo[2] nel 1689 circa. Entrò nell'Ordine Basiliano Soarita e il 29 novembre 1729 ne divenne superiore generale. Dopo che nel 1732 Gerasimos aveva dato le sue dimissioni da arcivescovo di Aleppo, Hakim fu proclamato dalla popolazione aleppina, sia cattolica che ortodossa, nuovo arcivescovo il 23 maggio 1733.[3] Nel 1750 il patriarca di Costantinopoli nominò un vescovo ortodosso per la sede di Aleppo; da questo momento la gerarchia aleppina fu definitivamente divisa; ma fu proprio a causa di questa situazione che Hakim dovette rifugiarsi in Libano.

Il 30 luglio 1759 l'anziano patriarca melchita Cirillo VI Tanas convocò un sinodo dei vescovi melchiti, dove rassegnò le dimissioni e scelse come suo successore Michel Jawhar; questi venne eletto patriarca assumendo il nome di Atanasio.

L'elezione di Jawhar fu sostenuta dai vescovi dell'Ordine Salvatoriano (sia Cirillo VI che Jawhar erano Salvatoriani), ma venne contestata dai vescovi appartenenti all'altro ordine melchita, quello dei Basiliani Soariti, che consideravano l'elezione nulla, in quanto Jawhar non aveva l'età prevista dalla tradizione melchita per essere consacrato vescovo (26 anni). La Santa Sede, ignara che la nomina di un nipote era una consuetudine in uso nella Chiesa melchita prima dell'unione con Roma, non confermò né l'abdicazione di Cirillo VI né di conseguenza l'elezione di Jawhar[4] ed il 1º agosto 1760 nominò patriarca al suo posto, ex auctoritate Apostolica, il soarita Massimo Hakim.[5]

Il legato apostolico Domenico Lanza, latore di questa nomina, arrivò in Libano il 3 giugno del 1761 e il 29 luglio[6] convocò un sinodo dei vescovi melchiti per formalizzare la nomina di Hakim. Il nuovo patriarca morì poco dopo, il 15 novembre 1761.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Data incerta
  2. ^ Hajjar, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXIII, col. 118.
  3. ^ Paul Bacel, Une période troublée de l'histoire de l'église melkite (1759-1794). I. L'élection anticanonique d'Athanase V Jauhar, in Echos d'Orient XIV (1911) pp. 340-341.
  4. ^ Bullarium pontificium Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, vol. IV, pp. 31-34.
  5. ^ Breve Delatis ad Nos in Bullarium pontificium Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, vol. IV, pp. 34-42.
  6. ^ Hajjar, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXIII, col. 119.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Superiore generale dell'Ordine basiliano di San Giovanni Battista Successore
Nicolas Saigh, B.C. 29 novembre 1729 – 29 novembre 1731 Nicolas Saigh, B.C.
Predecessore Arcieparca di Aleppo dei melchiti Successore
Gerasimos Saigh, B.C. 23 maggio 1733 – 1º agosto 1760 Ignace Jarbou