Sclerocarya birrea

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Sclerocarya birrea
Sclerocarya birrea
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Malvidi
Ordine Sapindales
Famiglia Anacardiaceae
Genere Sclerocarya
Specie S. birrea
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Sapindales
Famiglia Anacardiaceae
Genere Sclerocarya
Specie S. birrea
Nomenclatura binomiale
Sclerocarya birrea
(A.Rich.) Hochst.
Sinonimi

Poupartia birrea (A. Rich.) Aubrév
Spondias birrea (A. Rich.)[1]

Nomi comuni

Marula, albero degli elefanti, albero del matrimonio

La marula (Sclerocarya birrea (A.Rich.) Hochst.) è un albero di medie dimensioni, appartenente alla famiglia delle Anacardiacee diffuso nell'Africa subsahariana[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dalle parole greche skleros ("duro") e karyon ("noce"), con riferimento alla durezza del nocciolo dei frutti; l'epiteto specifico birrea deriva invece da birr, nome indigeno della pianta in alcune regioni.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

In condizioni particolarmente favorevoli (basse altitudini, praterie aperte) può raggiungere circa 20 m di altezza.

I frutti sono simili a prugne, di colore verde quando acerbi e giallo quando maturi. All'interno si trova un nocciolo molto duro, che contiene due o tre semi.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La marula è diffusa in gran parte dell'Africa subsahariana, e in particolare in Namibia, Botswana, Zambia, Zimbabwe e Mozambico. Si ritiene che in parte sia stata diffusa dai bantu durante le loro migrazioni.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

I prodotti della marula sono un elemento tradizionale della dieta di molti popoli del gruppo bantu. I semi sono ricchi di proteine e grassi vegetali; possono inoltre essere usati per produrre un olio protettivo per la pelle, ricco di antiossidanti. I frutti si possono mangiare freschi o spremere per ottenere un succo dissetante; possono inoltre essere usati per realizzare gelatina, un tipo di birra e un liquore chiamato Amarula (o Amarula cream). In Namibia, con un procedimento diverso, si ottiene il liquore chiamato Ombikè, e in Mozambico la bevanda simile a un vino molto corposo chiamata Ucanhe. Un'infusione fatta con i frutti di marula viene anche usata come insetticida, e serve ad alleviare il dolore delle punture di scorpione e dei morsi di serpente. La corteccia ha proprietà medicinali e viene usata nella profilassi della malaria; masticata, facilita la digestione. Può inoltre essere pestata per produrre un colorante utilizzato per dipingere oggetti artigianali. Oltre agli esseri umani, anche diversi animali si cibano dei frutti della marula.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ JSTOR, Entry for Sclerocarya birrea, in JSTOR Global Plants.
  2. ^ (EN) Sclerocarya birrea, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 24 gennaio 2023.

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