Martino Teofilo Polacco

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Autoritratto, 1590 circa, Museo del Land del Tirolo, Innsbruck

Martino Teofilo Polacco (Leopoli, 1570 circa – Bressanone, 1639) è stato un pittore polacco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pala san Vigilio, Spormaggiore

Nato molto probabilmente in Polonia a Leopoli, la formazione artistica di Martino Teofilo si compì a Venezia verso la fine del Cinquecento, nell'orbita di Palma il Giovane e di Hans Rottenhammer. Dal 1600 è documentato a Trento al servizio del principe-vescovo Carlo Gaudenzio Madruzzo. La pala dell'altar maggiore della chiesa dei Francescani di Trento risale al 1605, mentre l'anno successivo dipinse la pala della cappella Madruzzo a Calavino; queste due opere sono importanti per ricostruire la cronologia del pittore relativa a dipinti di datazione incerta come la Madonna con Bambino e i santi Antonio abate, Tommaso, Paolo e Bartolomeo apostoli, prodotto per l'altare Mingazzi della parrocchiale di Cogolo, ma ora conservato nel Castello del Buonconsiglio a Trento. Di datazione incerta è anche la pala del Rosario nella pieve di Cembra. Tra il 1608 ed il 1614 non vi sono opere certe di Martino Teofilo Polacco, nel 1614 furono dipinte la pala di Male e quella di Spormaggiore (Incoronazione della Vergine con gloria di san Vigilio, dei tre martiri d'Anaunia (Sisinio, Martirio Alessandro), san Romedio vicino all'orso, santa Massenza, santa Emerenziana, san Giovanni Battista bambino e san Simonino).

Tra il 1615 ed il 1620 dipinse le decorazioni murali nella Chiesa dell’Inviolata a Riva del Garda, con l'affresco raffigurante Alfonsina Gonzaga, su commissione della famiglia Madruzzo,[1] dove è ancora presente l'influenza di Palma il Giovane. Tra gli incarichi di prestigio di questo periodo figurano anche gli affreschi dell'abside della chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento, alcuni dipinti commissionati per il Duomo, tra cui la pala di san Cristoforo (ora nella sacrestia dei canonici) e la tela che raffigura il Cardinale Bernardo Cles presentato da san Vigilio alla Vergine (ora nel museo diocesano tridentino) ed infile la pala ora a Tiarno di Sotto.

Oltre ai dipinti eseguiti per la chiesa di San Marco (ora nella chiesa della Santissima Trinità) e per le chiese ed i conventi francescani, l'opera di Martino Teofilo comprende anche una serie di opere di minor impegno per le chiese di Tavon, Brez, Piazze (Bedollo), Calvolla (Tenno), Nave San Rocco, Roveré della Luna. Verso la fine del suo soggiorno trentino, furono prodotte una serie di dipinti, tra i quali la pala dell'Assunta nella parrocchiale di Tassullo, firmata e datata 1620, e la Resurrezione in San Pietro ad Ora, risalente al 1621.

Dopo il 1621 Martino Teofilo lasciò il Trentino per la città di Salisburgo, anche se non si conoscono i motivi precisi. Nel 1623 per la chiesa del convento agostiniano di Mülln dipinse le pale della Crocifissione, della Assunta e dei Diecimila Martiri. Nominato pittore aulico alla corte di Leopoldo V d'Austria, Martino Teofilo visse ed operò ad Innsbruck tra il 1626 ed il 1637. A questo periodo risalgono gli affreschi della cappella ducale Marienoratorium nella chiesa dei Francescani (Hofkirche), firmati e datata 1626-1627, lo Sposalizio della Vergine (1628), la pala di San Felice di Cantalice nella chiesa dei Cappuccini ed altri ritratti per i membri della corte.

Nel 1637 lascia Innsbruck e raggiunge la corte di Bressanone al servizio del principe-vescovo Wilhelm von Welsberg. In questo periodo dipinse la Comunione e glorificazione di Maria Maddalena nella chiesa della Madonna del Chiostro, l'Adorazione dei Magi nella parrocchiale e l'Immacolata ora nel locale Museo Diocesano.

Martino Teofilo Polacco si spense a Bressanone nel 1639.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'immagine di Alfonsina Gonzaga. (PDF), su fll-italia.it. URL consultato il 12 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2020).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Dizionario della pittura e dei pittori, diretto da Michel Laclotte con la collaborazione di Jean-Pierre Cuzin; edizione italiana diretta da Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano, con la collaborazione di Liliana Barroero e Giovanna Sapori, vol. 1-6, Torino, Einaudi, 1989-1994, ad vocem, SBN IT\ICCU\CFI\0114992.

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