Mario Reviglione

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Mario Reviglione (Torino, 31 marzo 1883Torino, 14 giugno 1965) è stato un pittore e incisore italiano.

Figlio di Reviglione Vicente e Teresa Mazza, fratello di Severino Reviglione, che ha viaggiato a bordo della nave Conte Grande in Argentina ed è rimasto a Buenos Aires, sposato con Maria Luisa Jean Georges Duplaa de Gara, il suo cognome è stato cambiato in Revigliono, aveva quattro figli, Hugo Alfredo Revigliono, Mario Revigliono e due donne. Hugo Alfredo Revigliono aveva 2 figli, Hugo e Ricardo Luis Revigliono: che a sua volta ha avuto 5 figli, Candelaria Revigliono, Ricardo Revigliono, Juan Revigliono, Celina Revigliono e Thomas Revigliono.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Frequenta gli studi classici e s'iscrive all'Accademia Albertina di Torino. L'abbandona tuttavia per insofferenza verso la cultura formata sui modi del naturalismo ottocentesco interpretato da Giacomo Grosso.

Si avvicina all'ambiente artistico di Bistolfi e all'ambiente del Simbolismo. Diventa amico di Domenico Buratti e frequenta l'ambiente dell'avanguardia culturale e letteraria torinese. Frequenta anche Felice Carena e l'incisore Carlo Turina.

Di carattere molto schivo, inizia ad esporre alla Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1903. Nel 1906 partecipa alla Mostra nazionale del ritratto di Milano e l'anno seguente esordisce alla Biennale di Venezia (esposizione a cui parteciperà ininterrottamente fino al 1922).

Si dedica alla ritrattistica e alla pittura di paesaggio (oli, acquerelli, pastelli); le sue incisioni perdono l'originario carattere liberty per riferirsi ai modi propri della Secessione viennese a cui, intorno al 1910, è andato avvicinandosi. Espone alla Quadriennale di Roma e alla Prima Esposizione d'arte della Secessione Romana (1913-1916).

Nel 1912 partecipa alla I Esposizione italiana di xilografia a Levanto. Particolarmente apprezzato dalla critica del tempo[1] per le sue doti di disegno e di colorista, alterna la pittura alla personale ricerca xilografica con la quale collabora all'innovativa rivista L'Eroica di Ettore Cozzani a La Spezia.

Rimasto fedele alle sue scelte stilistiche iniziali, nel primo dopoguerra rimane isolato e la sua arte non è più compresa nonostante la sua costante partecipazione alle mostre torinesi fino al 1942.

Dopo la seconda guerra mondiale la sua solitudine artistica e umana lo porta ad una vita di povertà e a morire dimenticato dal pubblico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Pica, Emporium

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Reviglione, mostra postuma, Galleria Fogliato, Torino, 1966
  • Marzia Ratti, Alessandra Belluomini Pucci, (a cura di) L'urlo dell'immagine, la grafica dell'Espressionismo italiano, Allemandi & C., Torino, 2014 ISBN 9788842223115

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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