Marco Vipsanio Agrippa

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Marco Vipsanio Agrippa
Console della Repubblica romana
Busto marmoreo di Agrippa ritrovato a Gabi
Nome originaleMarcus Vipsanius Agrippa
Titolicorrector totius Orientis
Nascita63 a.C. circa
Arpino
Morte12 a.C.[1]
Campania
ConiugePomponia Cecilia Attica
(37 a.C - 28 a.C., div.)

Claudia Marcella maggiore[2]
(28 a.C - 21 a.C., div.)

Giulia maggiore[2]
(21 a.C. - 12 a.C.)
Figlida Attica
Vipsania Agrippina
Vipsania Attica
da Marcella
Vipsania Marcella
Vipsania Marcellina
da Giulia
Gaio Cesare[3]
Vipsania Giulia Minore[3]
Lucio Cesare[3]
Vipsania Agrippina Maggiore[3]
Agrippa Postumo[3]
GensVipsania
DinastiaGiulio-claudia
PadreLucio Vipsanio Maggiore
Edilità33 a.C.
Consolato37 a.C.; 28 a.C.; 27 a.C.
Proconsolato23 a.C. - 13 a.C. in Siria

Marco Vipsanio Agrippa (in latino Marcus Vipsanius Agrippa; Arpino, 63 a.C. circa – Campania antica, 12 a.C.[1]) è stato un politico, militare e architetto romano che fu un caro amico, genero e luogotenente dell'imperatore romano Augusto. È ricordato per essere l'architetto che realizzò la prima versione del Pantheon di Roma (il cui nome è possibile leggere sulla facciata) e per aver sconfitto quale comandante navale della flotta romana Marco Antonio e Cleopatra nella famosa battaglia di Azio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Amico di Ottaviano, il futuro imperatore Augusto, fu suo fedele collaboratore. Agrippa[4] fu artefice di molti trionfi militari di Ottaviano, il più considerevole dei quali fu la vittoria navale nella battaglia di Azio contro le forze di Marco Antonio e Cleopatra.

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Agrippa (marmo lunense, fine I sec. a.C.), dagli scavi di Via del Mare, 1937, conservato presso Centrale Montemartini

Di origini modeste,[5] nato forse ad Arpino, ma la questione è dibattuta. Alcuni studiosi, tra i quali Victor Gardthausen, David Ridgway, e R. E. A. Palmer, sostengono che la sua famiglia fosse originaria di Pisa nell'Etruria settentrionale. Figlio di Lucio Vipsanio Maggiore, aveva un fratello maggiore, Lucio Vipsanio Minore, e almeno una sorella, Vipsania Polla.[6][7]

Aveva la stessa età di Ottaviano e i due erano amici intimi dall'infanzia. Quando Agrippa aveva circa 17 anni, suo fratello Lucio, che si era schierato con i pompeiani contro Cesare durante le guerre civili, venne catturato in Numidia. Essendo già stato catturato e graziato una volta, Cesare ne dispose la condanna a morte. Allora Agrippa supplicò Ottaviano di intervenire in favore di Lucio presso suo zio, cosa che fece con successo. Secondo molti autori, la gratitudine per quel gesto fu ciò che cementò l'amicizia e la lealtà di Agrippa verso Ottaviano[8][9]. In seguito i due servirono come ufficiali di cavalleria sotto Cesare nella battaglia di Munda nel 45 a.C. Dopo la battaglia e il ritorno a Roma, Cesare adottò Ottaviano come suo erede legale. Mentre le fazioni senatoriali a Roma diventavano sempre più aggressive, Cesare inviò Ottaviano e Agrippa a studiare ad Apollonia con le legioni macedoni. Cesare inviò anche il figlio di uno dei suoi amici, Gaio Cilnio Mecenate, a studiare con loro, e anch'egli si legò di amicizia con Ottaviano e Agrippa.

Agrippa ottenne grande favore tra i legionari macedoni e dimostrò notevoli capacità di comando. In Grecia si occupò inoltre di architettura, acquisendo le capacità che avrebbe usato più tardi nella sua vita. Ad Apollonia li raggiunse la notizia dell'assassinio di Giulio Cesare nel 44 a.C. quando Ottaviano partì immediatamente per Roma.

Ascesa al potere[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il ritorno di Ottaviano a Roma, Agrippa in Grecia assunse il comando delle legioni macedoni (e principalmente la Legio IIII Macedonica) e le diresse a Roma in aiuto dell'amico. Con il sostegno delle legioni, Ottaviano poté concludere il patto con Marco Antonio e Lepido noto come "Secondo triumvirato" per contrastare gli assassini di Cesare. Agrippa combatté accanto a Ottaviano e ad Antonio come il più importante generale di Ottaviano nella decisiva battaglia di Filippi (42 a.C.).

Dopo il ritorno a Roma, Ottaviano inviò Agrippa (41 a.C.) a dirigere la guerra contro Lucio Antonio e Fulvia Antonia, rispettivamente fratello e moglie di Marco Antonio, che si concluse con la loro cattura a Perusia nel 40 a.C. Due anni più tardi, si recò nelle Tres Galliae come proconsole, dove represse prima una sollevazione tra gli Aquitani, poi attraversò il Reno per punire le aggressioni delle tribù germaniche e trasferire in territorio romano quella degli Ubii con il loro consenso.[10] Al suo ritorno rifiutò il trionfo offertogli,[11] ma accettò il suo primo consolato (37 a.C.).

In quel periodo Sesto Pompeo aveva il controllo del mare sulle coste dell'Italia. La prima cura di Agrippa fu di provvedere un porto sicuro per le sue navi, fece collegare il lago d'Averno al lago di Lucrino, che aveva uno sbocco verso il mare, costruendo il portus Iulius. Nel 37 a.C. Agrippa sposò Pomponia, figlia dell'amico di Cicerone, Tito Pomponio Attico, dalla quale ebbe la sua primogenita Vipsania Agrippina.

Ottaviano stesso combatté contro Sesto Pompeo, ma venne sconfitto nella battaglia navale di Messina nel 37 a.C. e di nuovo nell'agosto del 36 a.C. Agrippa, nominato comandante in capo della flotta, sottopose i suoi equipaggi ad uno stretto addestramento e nel 36 a.C. sconfisse Sesto Pompeo a Mylae e a Nauloco e in un mese distrusse completamente la forza navale di Sesto, ricevendo la corona navale per le sue vittorie in Sicilia.[12]

Cursus honorum[modifica | modifica wikitesto]

Agrippa con la corona navale, per commemorare le sue gesta nella battaglia di Azio

Nel 33 a.C. fu eletto edile, carica in cui fece uso delle sue conoscenze di architettura. In quanto curator aquarum, iniziò la costruzione del monumentale acquedotto del Serino, una delle più grandi opere architettoniche dell'intero Impero Romano, destinato a rifornire la flotta imperiale ancorata a Miseno[13]. Fece anche restaurare gli acquedotti più antichi e ne fece costruire due nuovi per rifornire la città di Roma (l'Aqua Iulia e, più tardi, nel 19 a.C., l'Aqua Virgo), collocando ovunque in città nuove fontane per distribuire l'acqua, fece restaurare e ripulire la Cloaca Massima e attuò la politica edilizia di Augusto nel Campo Marzio, costruendo terme, portici e giardini. Questa politica procurò ampi consensi al partito di Augusto che così poté propagandare di essersi preoccupato del benessere della città e l'aver migliorato la vita della plebe.

Agrippa fu richiamato di nuovo per prendere il comando della flotta quando scoppiò la guerra contro Antonio e Cleopatra. La vittoria di Ottaviano ad Azio nel 31 a.C., che gli diede il controllo di Roma, fu principalmente dovuta ad Agrippa. Per facilitare la sua ascesa al potere, Ottaviano lo associò alla famiglia imperiale, costringendolo a separarsi dalla moglie Claudia Marcella maggiore, sposata nel 28 a.C., per sposarsi invece con Giulia, la figlia di Augusto, rimasta vedova.[2] Inoltre ottenne un secondo consolato con Ottaviano lo stesso anno.[14] Nel 27 a.C., anno in cui Ottaviano ottenne il titolo di Augusto, Agrippa rivestì per la terza volta il consolato insieme all'amico.

Nello stesso anno costruì e dedicò il Pantheon, ricostruito in seguito sotto l'imperatore Adriano, che ripeté sulla trabeazione il testo dell'iscrizione dell'edificio, eretto da Agrippa durante il suo terzo consolato. Fece erigere anche il Campus Agrippae nella VII regio e a sua sorella compete invece l'erezione della Porticus Vipsania.

Gli anni seguenti al suo terzo consolato, Agrippa li passò in Gallia, riformando l'amministrazione provinciale ed il sistema tributario ed occupandosi della costruzione di un efficace sistema di strade e di acquedotti.

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Lawrence Alma-Tadema, Un'udienza da Agrippa. Il fenomeno dei clientes era molto sviluppato in età imperiale, e anche le donne poterono quindi divenire patrone. Alcuni clienti si appropriarono del patrimonio di Matidia, la prozia di Marco Aurelio, causando un discusso caso

Sembra che la sua amicizia con Augusto si sia appannata a causa dei contrasti con il cognato Marco Claudio Marcello. Svetonio racconta infatti che, col pretesto di un lieve raffreddore, lasciò tutti e si ritirò a Mitilene, anche se la vera ragione era che l'imperatore gli preferiva Marcello.[15]

Nel 23 a.C., Agrippa ricevette l'imperium proconsolare e fu nominato governatore in Siria, che governò dall'isola di Lesbo tramite un legato. Alla morte di Marcello, in quello stesso anno, fu richiamato a Roma da Augusto. Augusto, forse anche per consiglio di Mecenate, decise di legarlo alla famiglia imperiale rendendolo suo genero e Agrippa divorziò da Marcella per sposare Giulia maggiore nel 21 a.C., da poco vedova di Marcello.[2]

Nel 19 a.C., Agrippa fu impiegato sia per sedare alcune rivolte in Gallia Comata e difendersi dai Germani, sia per spegnere definitivamente una nuova rivolta dei Cantabrici in Spagna.[16] Fu nominato governatore della Siria una seconda volta nel 17 a.C., e lì la sua amministrazione giusta e gestione prudente gli fece guadagnare rispetto e benevolenza, particolarmente della popolazione ebraica. Agrippa inoltre ristabilì un efficace controllo romano sul Chersoneso Cimmerico (l'attuale Crimea) durante il suo governatorato.

Tornato dalla Siria, Augusto gli conferì la tribunicia potestas per altri cinque anni.[17] L'ultimo servizio pubblico che Agrippa doveva portare avanti era la conquista dell'intero Illyricum.[17] Agrippa, infatti, dopo aver attaccato quello stesso inverno (13/12 a.C.), spaventò talmente i Pannoni da farli desistere dalla ribellione tanto che il generale romano decise di tornare in Campania, dove nel marzo del 12 a.C., si ammalò e morì all'età di 51 anni.[1]

«E così morì Agrippa, che si era distinto come il più nobile dei suoi contemporanei e che aveva beneficiato dell'amicizia di Ottaviano, guardando al maggior vantaggio possibile per il suo princeps e per la res publica

Dopo la sua morte nacque da Giulia l'ultimo dei suoi figli Marco Vipsanio Agrippa Postumo. Augusto onorò la sua memoria con un funerale magnifico, dove pronunciò l'orazione funebre, per poi farlo seppellire nel suo mausoleo.[18] Si racconta che passò poi più di un mese in lutto per l'amico scomparso. Successivamente Augusto adottò i figli di Agrippa e di sua figlia Giulia, Gaio Cesare e Lucio Cesare, come suoi successori designati.[3]

«Adottò Gaio e Lucio, comprandoli in casa del padre con rito privato, e, ancora bambini, li avviò alla cura dello Stato. Quando furono designati consoli, li mandò qua e là per le province e per gli eserciti

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Il Pantheon di Adriano, che riporta sulla trabeazione l'iscrizione del precedente tempio costruito da Agrippa M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT ("Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, fece")

Agrippa inoltre si occupò di geografia: sotto la sua supervisione venne redatta una completa mappa dell'impero, che più tardi fu incisa su marmo da Augusto ed in seguito esposta in un colonnato da sua sorella Polla. Fra i suoi lavori è citata ancora un'autobiografia, ora perduta.

Alla sua morte, lasciò al popolo romano i suoi giardini (campus Agrippae) oltre a delle terme che portavano il suo nome, in modo che potesse lavarsi in modo gratuito, oltre a 400 sesterzi da distribuire ai cittadini di Roma. Lasciò quindi dei poderi all'amico fraterno, Augusto, il quale a sua volta li rese pubblici, usufruibili pertanto da tutti.[19]

Marco Vipsanio Agrippa, con Gaio Cilnio Mecenate ed Ottaviano, fu un personaggio centrale nella creazione del principato, il sistema di governo dell'Impero romano che perdurò fino alla crisi del III secolo e la nascita del sistema della dominatio.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Titolo Data Paese Città Attribuzione e note
Teatro romano di Ostia I secolo a.C. Bandiera dell'Italia Italia Ostia Attribuzione certa.
Via Agrippa 40 a.C.-37 a.C. Bandiera della Francia Francia Bandiera della Germania Germania Provenza, Saintonge, Piccardia, Prussia Attribuzione certa.
Portus Iulius 37 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Pozzuoli Attribuzione certa.
Acquedotto romano del Serino 33 a.C.-12 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Campania Attribuzione certa
Horrea Agrippiana 33 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Aqua Iulia 33 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Basilica di Nettuno 33 a.C.-25 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Portico degli Argonauti 27 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Pantheon 27 a.C.-25 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Saepta Iulia 26 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa. Completamento
Diribitorium di Agrippa 26 a.C.-12 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Terme di Agrippa 25 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Aqua Virgo 19 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.
Maison Carrée 19 a.C.-16 a.C. Bandiera della Francia Francia Nîmes Attribuzione certa.
Ponte del Gard 17 a.C. Bandiera della Francia Francia Nîmes Attribuzione certa.
Teatro romano di Mérida 16 a.C.-15 a.C. Bandiera della Spagna Spagna Mérida Attribuzione certa.
Odeon di Agrippa 16 a.C.-14 a.C. Bandiera della Grecia Grecia Atene Attribuzione certa.
Porticus Vipsania 12 a.C. Bandiera dell'Italia Italia Roma Attribuzione certa.

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Agrippa ebbe tre mogli:

Nei media moderni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Cassio Dione, LIV, 28.2-3.
  2. ^ a b c d SvetonioAugustus, 63.
  3. ^ a b c d e f SvetonioAugustus, 64.
  4. ^ Il nome Agrippa veniva dato ai bambini che nascevano con parto podalico.
  5. ^ Syme, p. 69.
  6. ^ John Franklin Hall, Etruscan Italy: Etruscan Influences on the Civilizations of Italy from Antiquity to the Modern Era, Indiana University Press, 1996, p. 188, ISBN 978-0-8425-2334-9.
  7. ^ David Ridgway, The World of the Early Etruscans, Stockholm, Paul Astrèoms Fèorlag, 2002, p. 37, ISBN 978-91-7081-189-0.
  8. ^ Anthony Everitt, Augustus : the life of Rome's first emperor, 1st U.S. ed, Random House, 2006, ISBN 978-1-58836-555-2, OCLC 430488802. URL consultato il 5 marzo 2023.
  9. ^ Lindsay Powell, Marcus Agrippa., 2014, ISBN 978-1-4738-5401-7, OCLC 903584791. URL consultato il 5 marzo 2023.
  10. ^ Strabone, IV, 3.4.
  11. ^ Cassio Dione, XLVIII, 49.3-4.
  12. ^ Livio, Periochae ab Urbe condita libri, 129.1-4.
  13. ^ (EN) Giovanni De Feo, Historical development of the Augustan Aqueduct in Southern Italy: Twenty centuries of works from Serino to Naples, in Water Science & Technology Water Supply, 2007, pp. 131-132, DOI:10.2166/ws.2007.015..
  14. ^ Augusto, Res gestae divi Augusti,8.
  15. ^ SvetonioAugustus, 66.
  16. ^ Cassio Dione, LIV, 11.1-2.
  17. ^ a b Cassio Dione, LIV, 28.1.
  18. ^ Cassio Dione, LIV, 28.6.
  19. ^ Cassio Dione, LIV, 29.4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Letteratura storiografica

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Console romano Successore
Gaio Norbano Flacco
e
Appio Claudio Pulcro
(37 a.C.)
con Lucio Caninio Gallo
Marco Cocceio Nerva
e
Lucio Gellio Publicola
I
Sesto Appuleio
e
con Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto V
(28 a.C.)
con Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto VI
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto VII
e
Marco Vipsanio Agrippa III
II
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