Mara Malavenda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Assunta detta Mara Malavenda

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXIII
Gruppo
parlamentare
Misto
CircoscrizioneXIX (Campania 1)
Incarichi parlamentari
X Commissione permanente Attività produttive dal 28 luglio 1998
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politico
Titolo di studioLicenza media inferiore
ProfessioneImpiegata azienda privata

Assunta Malavenda, detta Mara (Napoli, 8 luglio 1945), è una sindacalista e politica italiana, già deputato alla Camera[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sindacalista dello Slai-Cobas, presente soprattutto all'Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco (NA), venne eletta il 21 aprile 1996 come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista.

Per la sua netta contrarietà al neonato governo Prodi I il PRC la espulse dal gruppo parlamentare già il 15 maggio[2]. Coerentemente con gli annunci precedenti[3], il 31 maggio la leader sindacale decide di negare il suo voto di fiducia al governo[4]. Fausto Bertinotti, segretario del PRC, la definirà «una compagna che sbaglia»[5].

A Mara Malavenda non restò così che operare nel gruppo misto come fondatrice e leader dei Cobas per l'Autorganizzazione[6] con sede centrale in viale Campi Flegrei 31 a Napoli[7].

Nel ruolo di deputato tenacemente all'opposizione diede luogo ad iniziative clamorose, come l'occupazione dell'ufficio del presidente del Consiglio il 29 ottobre 1996[8].

Alle elezioni europee del 1999 il suo partito fu presente nella sola circoscrizione dell'Italia centrale ottenendo 4.370 voti (0,07%, 0,01% nazionale)[9]. La Malavenda fu la più votata con 371 preferenze[10].

In occasione delle elezioni regionali in Campania del 2000 si candida, sempre nelle liste dei Cobas per l'Autorganizzazione, a sostegno di Vittorio Granillo alla carica di presidente della regione. La lista (non presente per il consiglio in tutti i collegi) raccoglie 5.114 voti (0,2%), mentre il candidato presidente tocca i 9.224 voti (0,3%)[11].

Nel 2005 la Malavenda si candida nuovamente alle elezioni regionali campane, ma stavolta all'interno della lista napoletana del Partito dei Comunisti Italiani, ottenendo 1.331 preferenze[12].

Nel diritto parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Prima dell'algoritmo di Roberto Calderoli contro la revisione costituzionale Boschi-Renzi, era Mara Malavenda a detenere il record di presentazione di emendamenti a scopo ostruzionistico. Iniziò con la presentazione nel giugno 1997 di 1.500 emendamenti al pacchetto Treu[13] e di ben 29.341 alla Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, la cosiddetta bicamerale[14].

Altri 130 000 emendamenti circa verranno presentati alla Finanziaria 1999 accompagnati da una plateale protesta che la porterà in infermeria[15].

Alla fine del 1998 i Cobas saranno gli autori del maggior numero di emendamenti presentati alla Camera: 170.571, con la Lega Nord seconda a quota 6.524[16].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio A. Martino, Sistemi elettorali, Ospedaletto, Pacini, 1997. ISBN 88-7781-184-6
  • Roberto D'Alimonte, con David Nelken, Italian politics. The center-left in power, Boulder, Westview, 1997. ISBN 0813334438
  • Guglielmo Negri, Istituzioni e politica. Governi, Parlamento e magistrature nell'Italia repubblicana, Firenze, Le Monnier, 1999. ISBN 88-00-85726-4
  • Mario Giordano, Waterloo! Il disastro italiano. Ultime notizie dall'Italia che non funziona, Milano, Mondadori, 1999. ISBN 88-04-46915-3
  • Giorgio Galli, I partiti politici italiani (1943/2000), Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 2001. ISBN 88-17-86675-X
  • Fortunato Aloi, Parlamento contro... luce. (Noterelle di uno dei... "Mille" cittadini del Palazzo, Cosenza, Pellegrini, 2001. ISBN 88-810-1110-7
  • Simone Bertolino, Rifondazione comunista. Storia e organizzazione, Bologna, Il mulino, 2004. ISBN 88-15-09917-4
  • Paul Bayley, Cross cultural perspectives on parliamentary discourse, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins, 2004. ISBN 9027227004
  • Luciano Bardi, con Piero Ignazi e Oreste Massari, I partiti italiani. Iscritti, dirigenti, eletti, Milano, Egea, 2007. ISBN 88-8350-083-0
  • Giovanni Piccirilli, L'emendamento nel processo di decisione parlamentare, Padova, CEDAM, 2008.
  • Nicola Lupo (a cura di), Maxi-emendamenti, questioni di fiducia, nozione costituzionale di articolo. Atti del Seminario svoltosi presso la LUISS Guido Carli il 10 ottobre 2009, Padova, CEDAM, 2010. ISBN 9788813299149

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]