Magnesio-fluoro-arfvedsonite

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Magnesio-fluoro-arfvedsonite
Classificazione Strunz (ed. 10[1])9.DE.25[1]
Formula chimicaNaNa2(Mg4Fe3+)Si8O22(OH)2[2]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico[3]
Sistema cristallinomonoclino[3]
Classe di simmetriaprismatica[3]
Parametri di cellaa=9,81(9) Å, b=18,01(3) Å, c=5,28(1) Å, β=103,8(2)°, V=910,2 Å³, Z=2[3]
Gruppo puntuale2/m[3]
Gruppo spazialeC2/m[3]
Proprietà fisiche
Densità misurata3,09[3] g/cm³
Densità calcolata3,05[3] g/cm³
Durezza (Mohs)[3]
Sfaldaturabuona secondo {110}[3]
Fratturascabra[3]
Coloregrigio[3]
Lucentezzavitrea[3]
Opacitàda trasparente a traslucida[3]
Strisciobianco[3]
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La magnesio-fluoro-arfvedsonite è un minerale, un anfibolo appartenente, secondo la nomenclatura degli anfiboli del 2012 (IMA 2012), al sottogruppo degli anfiboli di sodio[2].

È stata scoperta sul versante orientale dei monti Ilmen, oblast' di Čeljabinsk, Urali meridionali nei pressi di Miass, Russia[3] e denominata "fluormagnesioarfvedsonite" ma è stata approvata dall'Associazione Mineralogica Internazionale con il nome di "fluoro-magnesio-arfvedsonite" in base alle regole di nomenclatura degli anfiboli allora vigenti[4]. Il nome è stato poi in magnesio-fluoro-arfvedsonite con la revisione della nomenclatura del 2012[2].

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

La magnesio-fluoro-arfvedsonite è stata scoperta sotto forma di corti grani prismatici lunghi fino a 0,7 mm di colore grigio chiaro[3][4].

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

La magnesio-fluoro-arfvedsonite è stata trovata nella fenite di albite-microclino associata a perthite, microclino, albite, flogopite e quarzo e, come minerali accessori, a titanite, rutilo, apatite, pirite e zircone[4].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La magnesio-fluoro-arfvedsonite è l'analogo della magnesio-arfvedsonite con il fluoro dominante rispetto al gruppo ossidrilico OH[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Magnesio-fluoro-arfvedsonite mineral information and data — mindat.org, su mindat.org. URL consultato il 9 settembre 2014.
  2. ^ a b c Hawthorne, p. 2037.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Mandarino, p. 1481.
  4. ^ a b c Jambor, pp. 1534-1535.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) J. A. Mandarino, New minerals (PDF), in The Canadian Mineralogist, vol. 39, 2001, pp. 1473-1502. URL consultato il 9 settembre 2014.
  • (EN) J. L. Jambor e A. C. Roberts, New mineral names (PDF), in American Mineralogist, vol. 86, 2001, pp. 1534-1537. URL consultato il 9 settembre 2014.
  • (EN) Frank C. Hawthorne, Roberta Oberti, George E. Harlow, Walter V. Maresch, Robert F. Martin, John C. Schumacher e Mark D. Welch, Nomenclature of the amphibole supergroup (PDF), in American Mineralogist, vol. 97, 2012, pp. 2031-2048, DOI:10.2138/am.2012.4276. URL consultato il 13 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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