Macrozamia dyeri

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Macrozamia dyeri
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Cycadophyta
Classe Cycadopsida
Ordine Cycadales
Famiglia Zamiaceae
Genere Macrozamia
Specie M. dyeri
Nomenclatura binomiale
Macrozamia dyeri
(F.Muell.) C.A.Gardner, 1930
Sinonimi

Encephalartos dyeri
F. Muell., 1885
Macrozamia preissii subsp. dyeri
(F. Muell.) J. Schust., 1932

Macrozamia dyeri (F.Muell.) C.A.Gardner, 1930 è una pianta appartenente alla famiglia delle Zamiaceae, endemica dell'Australia.

L'epiteto specifico è un omaggio al botanico inglese William Turner Thiselton-Dyer (1843-1928).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una cicade con fusto eretto, alto sino a 3 m e con diametro di 50-120 cm.[2]

Le foglie, pennate, lunghe 1-2,2 m, sono disposte a corona all'apice del fusto e sono rette da un picciolo lungo 26-63 cm, di colore verde giallastro, rigonfio alla base; ogni foglia è composta da 35-50 paia di foglioline lanceolate, con margine intero e apice spinoso, lunghe mediamente 33-45 cm, di colore grigio-verdastro.

È una specie dioica con esemplari maschili che presentano da 1 a 5 coni terminali di forma cilindrica, lunghi 48-62 cm e larghi 10-14 cm, di colore giallastro ed esemplari femminili con 1-3 coni di forma cilindrico-ovoidale, lunghi 45-50 cm, e larghi 15-20 cm., di colore verdastro.

I semi sono grossolanamente ovoidali, lunghi 43-55 mm, ricoperti da un tegumento di colore rosso a maturità.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è diffusa nella parte meridionale dell'Australia Occidentale.[1]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica M. dyeri come specie a rischio minimo (Least Concern)[1].
La specie è inserita nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Hill, K.D. 2010, Macrozamia dyeri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Whitelock 2002, pp. 256-257.
  3. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Macrozamia dyeri, su The Cycad Pages. URL consultato il 26 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2005).
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