SIAT 223 Flamingo

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SIAT 223 Flamingo
MBB 223 Flamingo
CASA C-223 Flamingo
Un SIAT 223 Flamingo al salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget, giugno 1967
Descrizione
Tipoaereo da addestramento
Equipaggio2
CostruttoreBandiera della Germania Ovest SIAT
Bandiera della Germania Ovest MBB
Bandiera della Spagna CASA
Bandiera della Svizzera Farner Werke
Data primo volo1º marzo 1967
Data entrata in servizio1968
Data ritiro dal servizioin servizio (Siria)
Esemplari96
Sviluppato dalSIAT 222
Dimensioni e pesi
Lunghezza7,43 m
Apertura alare8,28 m
Altezza2,70 m
Superficie alare11,5
Carico alare91,3 kg/m²
Peso a vuoto685 kg
Peso max al decollo1 050 kg
Propulsione
Motoreun Lycoming IO-360 C1B
Potenza200 hp (149 kW)
Prestazioni
Velocità max243 km/h (131 kt)
VNE305 km/h (165 kt)
Velocità di crociera217 km/h (117 kt)
Corsa di decollo220 m
Autonomia880 km
Tangenza3 750 m
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Il SIAT 223 Flamingo, successivamente MBB 223 Flamingo, era un monomotore da addestramento ad ala bassa progettato ed inizialmente commercializzato dall'azienda tedesca Siebel Flugzeugwerke-ATG (SIAT) dalla fine degli anni sessanta, poi, una volta acquisita negli anni settanta, dalla Messerschmitt-Bölkow-Blohm GmbH (MBB) che lo produsse fino al 1986.

Destinato al mercato delle scuole d'addestramento civile venne impiegato anche in ambito militare nelle unità di addestramento dell'aeronautica militare siriana e turca.

Il Flamingo, oltre ad essere prodotto nel territorio nazionale in 29 esemplari[1] venne realizzato anche all'estero su licenza, in Spagna dal 1972 al 1976 negli stabilimenti della Construcciones Aeronáuticas S.A. (CASA) con la designazione CASA C-223 Flamingo in 50 esemplari destinati al mercato interno, ed in Svizzera dalla Farner Werke AG, che lo realizzò in 19 esemplari[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni sessanta, nell'allora Germania Ovest, venne emessa dal Bundesministerium für Wirtschaft (Ministero Federale dell'Economia) una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo da destinare alle scuole di volo civili. Tra le altre aziende partecipò anche la SIAT, nata dalla fusione della Siebel Flugzeugwerke con la ATG Maschinen GmbH (ex Allgemeine Transport Anlagen GmbH), ritornate entrambe alla produzione aeronautica dopo le limitazioni imposte dalla sconfitta della Germania nazista alla fine della seconda guerra mondiale.

Come in altre simili realtà la rinascita della produzione nazionale era affidata alla rielaborazione in chiave della disposizione di nuove tecnologie applicate a progetti realizzati in periodo bellico. In questo caso il progenitore fu il Siebel Si 202 Hummel del 1938 che, attraverso il Siebel Si 222 Super Hummel della metà degli anni cinquanta, diventato poi per le rielaborazioni societarie SIAT 222, che venne presentato per partecipare al concorso. Un ulteriore sviluppo del velivolo sfociò nel SIAT 223, presentato nel 1966 all'Air Show di Hannover come mockup ed il cui prototipo venne portato in volo per la prima volta il 1º marzo 1967.

I successivi 4 esemplari di preserie furono destinati alle compagnie aeree svizzera Swissair e tedesca Lufthansa per il collaudo in condizioni operative con l'opzione per poter stipulare un contratto di fornitura mentre continuava la promozione dell'azienda nelle varie mostre e manifestazioni aeree nazionali ed internazionali. Alla fine del periodo di valutazione solo la compagnia svizzera stipulò un contratto mentre la Lufthansa preferì orientarsi su altri prodotti.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Civile[modifica | modifica wikitesto]

Oltre che alle scuole di volo degli Aeroclub tedeschi 10 esemplari vennero acquistati dalla compagnia aerea svizzera Swissair sia per l'addestramento dei propri piloti a questo tipo di velivolo che per gli spostamenti di servizio.

Militare[modifica | modifica wikitesto]

Vi fu anche un interessamento militare da parte dei governi siriano e turco per l'acquisizione di esemplari da destinare alle scuole di volo per l'addestramento basico dei futuri piloti.

La prima stipulò un contratto per la fornitura di 40 esemplari destinati alla Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Arabiyya al-Suriyya [2], alcuni dei quali risultano ancora operativi con i 3 e 4 FTS (squadroni di addestramento al volo) presso le basi aeree di Rasin El Aboud (3 FTS) [3] e Minakh (4 FTS) [4].[5]

I 15 esemplari acquistati dalla Turchia e destinati alla Türk Hava Kuvvetleri risultano attualmente radiati o non in condizioni di volo.

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il Flamingo è un velivolo di impostazione classica per il suo ruolo, monoplano monomotore ad ala bassa e carrello triciclo fisso.

La fusoliera presentava un abitacolo chiuso che, a seconda delle versioni, poteva contenere da uno a quattro persone, pilota compreso, sotto un tettuccio a bolla apribile a scorrimento che consentiva un'ampia visibilità. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva con piani orizzontali montati a sbalzo.

L'ala, a pianta rettangolare, era montata bassa ed a sbalzo e conteneva le gambe di forza degli elementi posteriori del carrello d'atterraggio, un triciclo anteriore fisso, il cui terzo elemento era posto sotto il cofano motore.

La propulsione era affidata al motore di produzione statunitense Lycoming IO-360, versione evoluta dell'originale O-360, capace di erogare una potenza pari a 200 hp (149 kW). L'IO-360 manteneva la configurazione a 4 cilindri contrapposti, raffreddati ad aria ma acquisendo un impianto di iniezione elettronica. In seguito venne adottata anche la sua variante turbocompressa TO-360. Benché alcune versioni avessero in seguito adottato altre motorizzazioni, normalmente i propulsori erano abbinati ad un'elica bipala a passo variabile con l'eccezione del 223-M4, motorizzato Porsche, che ne adottava una tripala.

Varianti[modifica | modifica wikitesto]

223A-1 Flamingo Trainer A1
versione base biposto o quadriposto da addestramento, equipaggiata con un Avco Lycoming IO-360 da 200 hp (149 kW).
223K-1 Flamingo Trainer K1
versione acrobatica monoposto, equipaggiata con un Avco Lycoming IO-360 da 200 hp (149 kW).
223T-1 Flamingo Trainer T1
versione equipaggiata con un Avco Lycoming TO-360-C1A6D, versione sovralimentata tramite turbocompressore dell'originario IO-360 capace di erogare 210 hp (157 kW), realizzata in un solo esemplare.
223-M4
223T-1 Flamingo Trainer T1 equipaggiato successivamente con un motore Porsche PFM 3200, conversione triposto realizzata dall'azienda svizzera Farner Werke AG nel 1979 e realizzato in un solo esemplare.

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Siat 223 Flamingo (D-EJCS)

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Svizzera Svizzera

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Siria Siria
opera con 35 esemplari prodotti dalla MBB nelle proprie scuole di volo.
Bandiera della Turchia Turchia
operarò con un numero imprecisato di esemplari prodotti dalla MBB nelle proprie scuole di volo.[senza fonte]

Esemplari attualmente esistenti[modifica | modifica wikitesto]

Al 2009 risultano essere ancora oltre una decina gli esemplari in condizioni di volo, otto in Germania, uno in Svizzera ed alcuni in Siria.

Una curiosità è rappresentata dall'unico 223-M4 equipaggiato con motore Porsche PFM 3200 esposto presso il Deutsches Museum di Monaco di Baviera, in Germania.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c MBB 223 Flamingo PFM in Deutsches Museum.
  2. ^ (EN) Order of Battle - Syria, in MilAvia Press.com, http://www.milaviapress.com/frontpage/index.php, 2004. URL consultato il 28 nov 2009 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2013).
  3. ^ (EN) John Pike, Rasin El Aboud, in GlobalSecurity.org, http://www.globalsecurity.org, 27 apr 2005. URL consultato il 28 nov 2009.
  4. ^ (EN) John Pike, Minakh, in GlobalSecurity.org, http://www.globalsecurity.org, 6 giu 2005. URL consultato il 28 nov 2009.
  5. ^ (EN) Syrian Air Force (Al Quwwat al-Jawwiya al Arabiya as-Souriya) Overview - Order of Battle, Maps, Squadrons, Badges, Photo's, Airbases, Database etc etc, in Scramble, http://www.scramble.nl/index.html. URL consultato il 28 nov 2009 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Kyrill von Gersdorff. Bölkow Sportflugzeuge, Leuchtturmverlag. ISBN 3-88064-062-9
  • (DE) Kyrill von Gersdorff. Ludwig Bölkow und sein Werk-Ottobrunner Innovationen. Bernard & Graefe Verlag. ISBN 3-7637-5292-7
  • (EN) Michael J. H. Taylor. Jane's Encyclopedia of Aviation. London: Studio Editions (1989). pp. 238, 638.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]