Lucio Caracciolo (generale)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Lucio Caracciolo di Roccaromana)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lucio Caracciolo
NascitaPastorano, 14 maggio 1771
MorteTorre del Greco, 2 dicembre 1833
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito
Forza armata
ArmaCavalleria
GradoTenente generale
ComandantiGioacchino Murat
Guerre
BattaglieBattaglia di Tolentino
DecorazioniReale e militare ordine di San Giorgio della Riunione
voci di militari presenti su Wikipedia
Firma di Lucio Caracciolo[1]

Lucio Caracciolo, duca di Roccaromana (Pastorano, 14 maggio 1771Torre del Greco, 2 dicembre 1833), è stato un generale e nobile italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente a una famiglia aristocratica, suo padre era Vincenzo Caracciolo, duca di Mignano e di Roccaromana, e sua madre, Petronilla de Lignéville, era figlia del generale lorenese Léopold-Marc.

Lucio Caracciolo si distinse sconfiggendo, alla guida da un reggimento di cavalleria, le truppe francesi che avevano occupato Caiazzo durante l'invasione francese del Regno di Napoli (8 gennaio 1799)[2].

Assieme a Girolamo Pignatelli, principe di Moliterno, il 14 gennaio 1799 Lucio Caracciolo fu nominato comandante del popolo napoletano deciso a difendersi da solo contro gli invasori francesi[3] dopo che furono conosciute le clausole del gravoso armistizio di Sparanise sottoscritto con lo Championnet dal Vicario generale l'11 gennaio[4]; aggiunge il Colletta che i due ufficiali erano popolari perché «nobili, domatori arditi di cavalli, e (che più val su la plebe) grandi e belli della persona»[5]. Pignatelli e Caracciolo non riuscirono tuttavia a controllare la reazione dei lazzari, e mentre Napoli precipitava all'anarchia, i due si rifugiarono a forte di Sant'Elmo, il cui comandante era Nicola Caracciolo fratello di Lucio. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio cedettero il forte ai patrioti filofrancesi, permettendo il successivo arrivo dello Championnet a Napoli[6][7].

Costituita la Repubblica Napoletana, mentre il Moliterno veniva spedito a Parigi[8], «il duca di Roccaromana, propenso a femminili lascivie, avendo scarse le forze alle ambizioni del dominio, restò scordato»[9].

Fedele a Murat[10], Lucio Caracciolo fu colonnello del reggimento dei Veliti a cavallo (1808)[11]; prese parte valorosamente alla Campagna di Russia nella quale subì il congelamento degli arti[12]. Con la Restaurazione e il ritorno dei Borbone, il 26 dicembre 1818 fu nominato tenente generale[13].

Massone, Lucio Caracciolo fu grande esperto della Gran loggia generale simbolica del Grande Oriente d'Italia di Milano e Maestro venerabile della loggia militare "Les Mars d'Italie" del reggimento "Royal Chasseurs à cheval" del Regno d'Italia[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Benedetto Croce, Giuseppe Ceci, Michelangelo d'Ayala e Salvatore Di Giacomo (a cura di), La rivoluzione napoletana del 1799: illustrata con ritratti, vedute, autografi ed altri documenti figurativi e grafici del tempo: Albo pubblicato nella ricorrenza del I centenario della Repubblica napoletana, Napoli: A. Morano & f., 1899, Tavola XIV, n. 32, p. 57
  2. ^ Pietro Colletta, Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1823, Parigi: Baudry, 1843, Libro III, XXXI, Vol. I, p. 183 segg. (Google libri)
  3. ^ Anna Maria Rao, La Repubblica napoletana del 1799, Roma: Newton & Compton editori, II ediz. febbraio 1999, p. 16, ISBN 88-8183-608-4
  4. ^ Mario Battaglini (a cura di), Atti, leggi, proclami ed altre carte della Repubblica Napoletana: 1798-1799, Salerno: Società Editrice Meridionale, Vol. I, pp. 244-45
  5. ^ Pietro Colletta, Storia del Reame di Napoli, Op. cit., Libro III, XLII, Vol. I, p. 189 (Google libri)
  6. ^ Vincenzo Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799; con introduzione, note e appendici di N. Cortese, Firenze: Vallecchi, 1926, pp. 109 e 106
  7. ^ Harold Acton, I Borboni di Napoli: 1734-1825, Firenze: Giunti, 1997, pp. 363-65, ISBN 88-09-21079-4 (Google libri)
  8. ^ MOLITERNO, in Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Vol. XXIII, Roma, Istituto Giovanni Treccani, 1934.
  9. ^ Pietro Colletta, Storia del Reame di Napoli, Op. cit., Libro IV, IV, Vol. I, p. 202 (Google libri)
  10. ^ Elena Papagna, «La corte murattiana». In: Saverio Russo (a cura di?, All'ombra di Murat. Studi e ricerche sul Decennio francese, Bari: Edipuglia, 2007, pp. 46-47, ISBN 978-88-7228-500-8 (Google libri)
  11. ^ Cesare Sinopoli, Salvatore Pagano, Alfonso Frangipane, La Calabria: storia, geografia, arte; a cura di Francesco Giuseppe Graceffa, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2004, pp. 142-43, ISBN 88-498-0429-6 (Google libri)
  12. ^ Armando Gasperini, La campagna di Russia, su roccaromana.org. URL consultato il 22 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2013).
  13. ^ Gazzetta di Milano, 7 gennaio 1819
  14. ^ V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, p.58.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN101145663153305072403 · CERL cnp02139522 · GND (DE1084216493