Liù Bosisio

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Liù Bosisio in un fotogramma del film Fantozzi (1975)

Liù Bosisio, pseudonimo di Luigia Bosisio Mauri (Milano, 30 gennaio 1936), è un'attrice, doppiatrice e cabarettista italiana attiva a teatro, cinema e televisione soprattutto fra gli anni sessanta e gli anni ottanta.

È celebre in particolare per essere stata la prima interprete di Pina Fantozzi, nei primi due film di Fantozzi e in Superfantozzi del 1986, oltre che per aver dato la voce a Marge Simpson nella serie animata I Simpson fino alla ventiduesima stagione.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A 16 anni, nel 1952, entra nell'Accademia d'arte drammatica di Milano, venendo bocciata al primo anno per "immaturità".[2] Si ripresenta all'accademia l'anno successivo venendo ripresa.[2] Nell'estate del 1953 scappa di casa assieme a una sua compagna di corso per unirsi a una compagnia di guitti a Montepulciano, dove recita l'Orfeo.[3] L'omonimia con la sua compagna, Luisella Galdangelo, fa sì che le venga attribuito il nome d'arte di Liù, per evitare confusione.[3] Nel 1955 conclude gli studi con un saggio finale in cui interpreta Gasparina Torretta in Ma non è una cosa seria di Luigi Pirandello.[4] La buona riuscita del saggio le permette di venire scritturata cinque giorni dopo dalla compagnia di Romolo Costa al Teatro Manzoni di Milano, cosa in cui coinvolge la sua amica Didi Perego, sua compagna di corso del primo anno e sua compagna coinquilina.[4]

Nel 1964 inizia a fare cabaret esibendosi assieme a Duilio Del Prete, Sandro Massimini e Lino Robi all'interno del Nebbia Club di Franco Nebbia, in uno spettacolo di satira politica, che comprende canto e recitazione.[5] Nel locale gli attori sono costretti a fare anche il servizio ai tavoli, poiché il locale milanese manca completamente di personale.[5] L'anno successivo il quartetto si sposta a Roma, al Teatro Le Arti, dove propongono una pièce di Nuccio Ambrosino composto di due spettacoli scritti originalmente per il cabaret, Il Mitone e Pace&Bene.[6] Tra gli anni cinquanta e sessanta lavora spesso in televisione. Nel 1964 prende parte al film per la tv L'arma gentile, in cui interpreta una poliziotta all'interno di un commissariato inglese.[7] Nel 1967 è in un'altra produzione televisiva, La rosa di zolfo, nella parte di Pilucchera.[8]

Nel 1968 interpreta il Candelaio di Giordano Bruno al Teatro Quirino di Roma, in sostituzione di Laura Betti, che abbandona lo spettacolo dopo sette serate.[9] Nel 1969 è sul palco del Festival dei Due Mondi di Spoleto, interpretando un'edizione innovativa e sperimentale dell'Orlando furioso di Luca Ronconi, in cui vengono introdotti elementi di interazione con il pubblico.[9] La rappresentazione, la cui numerosa compagnia comprende attori come Ottavia Piccolo, Mariangela Melato, Edmonda Aldini, Massimo Foschi, Luigi Diberti, Duilio Del Prete, Michele Placido, Paola Gassman e altri, ottiene un grande successo che la porta in tournée varie capitali d'Europa e negli Stati Uniti, a New York.[9] Dall'innovativo spettacolo, nel 1975, verrà infine tratta una omonima miniserie televisiva, interpretata dallo stesso cast. Questo primo incontro con Luca Ronconi, porterà Liù Bosisio a lavorare assieme all'autore per altri cinque anni, in spettacoli rappresentati in Italia, Francia e Svizzera.[10]

Nel 1975 Liù Bosisio interpreta il personaggio di Pina Fantozzi, moglie del ragionier Ugo Fantozzi interpretato da Paolo Villaggio, nel film Fantozzi diretto da Luciano Salce. Riprende il personaggio nel sequel del 1976 Il secondo tragico Fantozzi, anch'esso diretto da Salce, per essere poi sostituita da Milena Vukotic nel film successivo, Fantozzi contro tutti. Riprenderà il ruolo nel film Superfantozzi del 1986 diretto da Neri Parenti, che sarà anche la sua ultima apparizione cinematografica. Al personaggio conferisce molta della personalità e dell'umanità che la caratterizza, contrariamente al volere di Villaggio, che ne avrebbe voluto fare un personaggio maggiormente caricaturale.[11] La Bosisio rinunciò alla parte dopo i primi due film per non voler essere identificata con Pina Fantozzi. In seguito prenderà le distanze dal personaggio, dimostrandosi riluttante a parlarne nelle interviste; dichiarò, infatti, di aver partecipato a Superfantozzi solo per poter comprare casa a suo figlio.[11] Successivamente, riprenderà l'attività di attrice soltanto una volta, per interpretare nel 2007 sul piccolo schermo la parte di Silvana Bava nel primo episodio della serie Piloti.

Nel 1976, assieme a Peppino Venetucci, scrive un testo teatrale tratto da Povera gente, primo romanzo di Dostoevskij, che verrà poi rappresentato a Roma con la regia dello stesso Venetucci. In seguito, nel 1977, questo dramma sarà registrato per la Rai che lo trasmetterà più volte. Come doppiatrice ha dato la sua voce a innumerevoli personaggi: a Marge Simpson nelle prime 22 stagioni e Patty e Selma Bouvier per le prime 21 stagioni nel cartone animato I Simpson[12], al cane protagonista Spank nella serie di anime Hello! Spank, al gatto spaziale Doraemon nel 1982. Ha doppiato anche l'attrice Angela Lansbury e ha dato la voce a Charlie Brown nel cartone animato omonimo.

Una volta abbandonata la carriera di attrice si è dedicata alla letteratura. Tra i suoi interessi, la creazione di collages polimaterici e la ceramica raku che esporrà in diverse mostre.[1] Nel 2006 ha iniziato a collaborare, diventandone poi redattore capo, al sito internet Buffonimaledetti.org, per la promozione di giovani talenti in prosa, poesia e letteratura. L'anno successivo è stata tra i soci fondatori dell'Associazione Culturale "Buffoni Maledetti" che supporta il sito web e la casa editrice Buffoni Maledetti Editori. Sempre nel 2007 sette suoi racconti sono stati inclusi nella raccolta Peripezieperipatetiche, edita dalla Buffoni Maledetti Editori. Nel 2008 è stata curatrice del libro di poesie Liberamente edito dalla medesima casa editrice. Nel 2009 pubblica sempre per BMeditori il suo primo romanzo Il Carbonio nell'Anima[13] liberamente ispirato alla sua vita già narrata in una serie di diari la cui redazione è iniziata quando aveva sedici anni.[14] Interrompe la scrittura per dedicarsi all'arte grafica digitale e video (dei quali è stata fatta una mostra a Brescia). Nel 2018 è tornata alla scrittura, pubblicando il romanzo Nina e le sue strade, edito da Lupieditore.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Prosa televisiva Rai[modifica | modifica wikitesto]

  • Due dozzine di rose scarlatte, regia di Alberto Gagliardelli, trasmessa il 18 dicembre 1956.
  • S'egli tornasse, regia di Mario Lanfranchi, trasmessa il 5 aprile 1959.
  • Il cerchio magico, regia di Marcello Saltarelli, trasmessa il 3 novembre 1961.
  • La crisi, regia di Marcello Saltarelli, trasmessa il 13 luglio 1962.
  • L'arma gentile, regia di Ottavio Spadaro, trasmessa il 3 aprile 1964.
  • La ragazza di fabbrica di Aleksander Volodin, regia di Leonardo Cortese, trasmessa il 13 settembre 1963.
  • I milioni dello Zio Peteroff, regia di Carlo Di Stefano, trasmessa il 31 agosto 1966.
  • La rosa di zolfo, regia di Leonardo Cortese, prosa televisiva trasmessa l'11 aprile 1975.

Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]

Doppiaggio[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Film d'animazione[modifica | modifica wikitesto]

Animazione[modifica | modifica wikitesto]

Film TV[modifica | modifica wikitesto]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Peripezie peripatetiche, 2007, Milano, Buffoni Maledetti Editori
  • Il carbonio nell'anima, 2009, Milano, Buffoni Maledetti Editori (riedito nel 2020 da Bertoni Editore col titolo Carbonium in anima)
  • Nina e le sue strade, 2018, Sulmona, Lupieditore
  • "Povera gente" da Dostoevskij. Riduzione teatrale in un Atto (scritto con Giuseppe Venetucci), Perugia, Morlacchi, 2021
  • Incontri Dolce Amari, Pegasus Edition, 2022
  • Bambole in cortile, Bertoni, 2022

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • Il povero campagnolo (con Caterina Villalba e Roberto Sanni)
  • La formicuzza (con Caterina Villalba e Roberto Sanni)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Michelangelo Gregori, Intervista a Liù Bosisio, su ilcorto.it. URL consultato il 15 aprile 2019.
  2. ^ a b Accademia dei Filodrammatici - Milano 1961, su Liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  3. ^ a b "Orfeo" di Angelo Poliziano, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  4. ^ a b "Mon bebè" - Teatro Manzoni di Milano 1954, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  5. ^ a b "Nebbia Club", teatro-cabaret - Milano 1964, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  6. ^ Roma 1965, Teatro Le Arti - Il "Mitone" e "Pace&Bene" di Nuccio Ambrosino, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  7. ^ Un po' di televisione: "L'Arma gentile", su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  8. ^ "La rosa di zolfo" - Napoli, 1967, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  9. ^ a b c Spoleto: Festival dei due mondi 1969 - "Orlando furioso", su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  10. ^ "La tragedia del Vendicatore" di Cyril Tourneur - 1970, su liubosisio.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  11. ^ a b Christian Arioli, L'attrice e la donna: intervista a Lù Bosisio [collegamento interrotto], su christianarioli.com, agosto 2007. URL consultato il 15 aprile 2019.
  12. ^ Daniela Sgambelluri, Intervista esclusiva a Liù Bosisio, su Doppiaggio e doppiatori, SuperEva, luglio 2006. URL consultato il 15 aprile 2019.
  13. ^ Filmato audio Estratto della presentazione de "Il Carbonio nell'Anima", su YouTube.
  14. ^ Premio Pieve - Banca Toscana 2004 ventesima edizione, su A.D.N. onlus (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2007).
  15. ^ Cartoni Animati: Liù Bosisio, su Hit Parade Italia.
  16. ^ C'era una volta... Pollon, su Il mondo dei doppiatori, antoniogenna.net.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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