Lira di Parma

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La lira parmigiana era la valuta del Ducato di Parma fino al 1795 e del Ducato di Parma e Piacenza e Guastalla dal 1795/1796 al 1802 e successivamente dal 1815 al 1859.

Cenni storici

20 soldi del 1796
Stemma del casato Borbone-Parma tra rami di palma e le lettere D • G •: FERD • I • H • I • D • G • PAR • PL • VAST • D • 1796 Busto di S. Tommaso: S • THOMAS • APOST • PAR • PROT • All'esergo: SOLDI XX elettere I e S (indicazione dell'incisore Giuseppe Siliprandi).
Mistura, Ag 192, 24 mm, 4,2 g.

Monetazione predecimale

I Ducati di Parma e Piacenza già battevano propria moneta prima dell'annessione alla Francia del 1802. Parma e Piacenza avevano sistemi monetari distinti entrambi basati sul sistema monetario carolingio in cui 12 denari erano pari ad un soldo e 20 soldi formavano una lira. Tuttavia nessuna moneta riporta l'indicazione lira prima del 1790 e anzi la moneta da 20 soldi continuò a riportare la dicitura 20 soldi fino all'ultimo anno in cui fu coniata, il 1797.

Il termine lira appare quindi nel 1790 con l'introduzione della moneta da 3 lire che riporta LIRE TRE DI PARMA.

Il 22 marzo 1795 la lira parmigiana viene imposta anche al Ducato di Piacenza e nel 1786 anche al Ducato di Guastalla realizzando la completa unificazione monetaria.

Tale situazione durerà solo fino all'annessione dei territori ducali alla Repubblica Francese come Dipartimento del Taro nel 1802 e la conseguente introduzione del Franco Francese.

Monetazione decimale

Maria Luigia d'Austria

1 lira del 1815
Testa della Duchessa con diadema contornata dalla scritta: (melagrana) MARIA LUIGIA PRINC. IMP. ARCID. D'AUSTRIA (lume ad olio). Sotto 1815. Stemma della Duchessa sormontato dalla corona ducale e contornato dalla scritta: PER LA GR.DI DIO D. DI PARMA P. G. In basso, l'indicazione del valore: 1 LIRA NUOVA
Ag 900, 23 mm, 5 g

Dopo il periodo napoleonico, in virtú del Trattato di Fontainebleau dell'11 aprile 1814, il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla viene assegnato a Maria Luigia d'Austria.

La nuova amministrazione, con decreto del 22 luglio 1819, istituisce un nuovo sistema monetario di tipo decimale basato sullo stesso piede monetario usato in Francia. Il Ducato di Parma e Piacenza è quindi di fatto il primo stato italiano a battere moneta decimale; tuttavia, esigenze logistiche fanno sì che le monete di Maria Luigia siano tutte coniate presso la zecca di Milano.

Il decreto del 1819 stabilisce pesi e misure delle monete da 40, 20, 5 e 2 lire, da 1 lira e da 10 e 5 soldi (rispettivamente pari a 50 e 25 centesimi). Tali monete vengono poste in corso legale dal 5 agosto 1819.

Il 1 ottobre 1830 un successivo decreto introduce anche gli spezzati da 5, 3 e 1 centesimo battuti esclusivamente con data 1830.

Carlo III di Borbone

Alla morte di Maria Luigia i territori ducali ritornano ai Borbone. In particolare sotto Carlo III di Borbone viene riaperta l'officina monetaria di Parma chiusa fin dal 1799. Si iniziano a battere le monete da 1, 3 e 5 centesimi con data 1854 che vengono però tutte distrutte data la morte del Duca il 27 marzo dello stesso anno per mano di un attentatore.

Tali monete vengono riconiate nel 1859 utilizzando i conii originali nel numero di 17 esemplari per ciascun taglio.

Roberto I di Borbone

A Carlo III succede il figlio Roberto che, data la giovane età, regna sotto tutela della madre Louise Marie di Berry.

Nel breve periodo della reggenza, viene coniata la sola moneta da 5 lire. Tale moneta, intagliata dal Bentelli riporta i busti accollati della Duchessa e del principino, riporta come anno il 1858 ed è comunemente detta robertino.

Con l'annessione, nel 1859, del Ducato al Regno di Sardegna cessa la battitura di moneta nella zecca di Parma.

Bibliografia

  • AA.VV., Corpus Nummorum Italicorum (CNI) Vol. IX Emilia (1ª parte), 1926
  • Ireneo Affò, Zecca e Moneta Parmigiana, Camignani, Parma 1788
  • Michele Lopez, Aggiunte alla Zecca e Moneta parmigiana del padre Ireneo Affò, periodico di numismatica e sfragistica 1871-1874