Libertà va cercando, ch'è sì cara

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Gustave Doré: Catone

Libertà va cercando, ch'è sì cara è un verso di Dante (v. 71), del I canto del Purgatorio della Divina Commedia: sono le parole rivolte da Virgilio a Catone Uticense (custode dell'accesso al monte del Purgatorio) per presentargli Dante in quanto "cercatore di libertà"; le successive (come sa chi per lei vita rifiuta, v. 72), sono invece riferite al suicidio di Catone.

Il giudizio dantesco sul suicidio, esplicitamente condannato nel canto infernale di Pier della Vigna, è qui capovolto come eccezione, in virtù dello scopo eroico di libertà "politica" di quel gesto di Catone (come accennato nel De Monarchia, II 5, 15); la libertà ricercata da Dante è invece quella dal male, intrinseco nella condizione umana[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ D. Alighieri, La Commedia, vol. II, a cura di Bianca Garavelli, Milano, Bompiani, 1993, p. 13.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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