Lepturini

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Lepturini
Leptura quadrifasciata Linneo, 1758
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Coleopteroidea
Ordine Coleoptera
Sottordine Polyphaga
Infraordine Cucujiformia
Superfamiglia Cerambycoidea
Famiglia Cerambycidae
Sottofamiglia Lepturinae
Tribù Lepturini
Latreille, 1802

I Lepturini Latreille, 1802, sono una tribù di coleotteri cerambicidi appartenenti alla sottofamiglia Lepturinae.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

I Lepturini si riconoscono spesso a prima vista per lo straordinario adattamento alla vita sui fiori.
Strette e allungate, spesso dotate di vivaci colorazioni aposematiche a bande (o macchie) giallo-nere o rosso-nere, la maggior parte delle specie sono anche caratterizzate da una testa anteriormente allungata per potersi nutrire di nettare.
L'elemento diagnostico che permette però di distinguerli dai Rhagiini floricoli è però la parte ventrale del protorace uniformemente arrotondata, invece che angolosa[1].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le larve dei Lepturini sono tutte xilofaghe e si nutrono sia del legno di conifere che di latifoglie.
Gli adulti sono tutti diurni e perlopiù floricoli, tranne qualche specie del genere Stictoleptura, che frequenta generalmente i tronchi delle essenza di cui si nutre.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

I lepturini sono diffusi soprattutto nella zona temperata dell'emisfero boreale con poco più di mezzo migliaio di specie, ma annoverano anche alcune specie tropicali che raggiungono il Borneo, le Filippine, la Nuova Guinea, il Sud America e le Antille.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Galleria fotografica di specie italiane[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Villiers A., 1978 - Faune des Coléoptères de France I. Cerambycidae - Encyclopédie Entomologique, XLII, P. Lechevalier ed., Paris, 611 pp.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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