Lycopodiella inundata

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Lycopodiella inundata
LycopodiellaInundata
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Divisione Lycopodiophyta
Classe Lycopodiopsida
Ordine Lycopodiales
Famiglia Lycopodiaceae
Genere Lycopodiella
Nomenclatura binomiale
Lycopodiella inundata
(L) Holub
Sinonimi

Lepidotis inundata, Lycopodium inundatum

Nomi comuni

Licopodio inondato

La Lycopodiella inundata, detta anche Lepidotis inundata, o Licopodio inondato, è una specie perenne, sempreverde, della famiglia delle Lycopodiaceae. In Italia la specie è piuttosto rara ed considerata Vulnerabile.

Morfologia e caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La L. inundata è una pianta perenne con portamento strisciante. Ha steli fertili recanti le spore e steli sterili che portano solo foglie.

Lo stelo sterile si ramificata orizzontalmente sul terreno, è lungo da 5 a 25 cm ed ha uno spessore da 0,5 a 1 cm comprese le foglie. Le foglie sono di colore verde chiaro, a forma di ago, disposte a spirale o alternate, lunghe da 3 a 8 mm e spesse non più di 1 mm.

Ci sono generalmente da 1 a 2 steli fertili che si sviluppano verticalmente privi di ramificazioni. Hanno una altezza da 4 a 15 cm compresa la struttura conoidale sulla punta (strobilo) che contiene le spore, e sono spessi circa 3 - 4 mm, comprese le foglie. Il cono al vertice è lungo al massimo 5 cm e spesso 8-10 mm.

Le numerose sporofille sul cono sono fitte e allargate alla base (che contiene lo sporangio globoso), ma per il resto assomigliano alle foglie sterili, e sono a forma lanceolata con la punta acuta.

Le spore hanno un diametro da 40 a 46 µm e maturano da agosto a ottobre.[2]

Pianta diploide.

Numero cromosomico 2n = 156

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La diffusione è circumboreale, quindi nelle zone fredde di Europa, Asia ed America del Nord, ad altitudini fino a 2.000 m s.l.m.

L'habitat classico della Lycopodiella inundata sono le torbiere acide, luoghi umidi anche sabbiosi (sponde depressionali dei laghi), zone acquitrinose.

In Italia è presente nelle zone alpine e prealpine e in alcune zone dell'Appennino ligure. Ne sono segnalati ritrovamente in:

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Nessuno conosciuto.

Nome in altre lingue[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fabio Conti, Aurelio Manzi, Franco Pedrotti, 1992, Libro Rosso delle piante d'Italia, Roma, Ministero dell'Ambiente, Ass. ital. per il W.W.F., Società Botanica Italiana
  2. ^ Dato indicativo, può variare in base alle annate, alla latitudine e altitudine.
  3. ^ Fonte: F. Camangi et al. Drosera rotundifolia (droseraceae): Nuove stazioni nella Toscana Nord-Occidentale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dino Marchetti, Le Pteridofite d'Italia, 2003, Osiride, Rovereto
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia, 1982, Edagricole, Bologna, ISBN 8820623129,
  • Fabiano Camangi, Peter Carlo Kugler, 2008, Lycopodiella inundata (L.) Holub. 1447 Nuova entità per la Toscana. Notulae alla checklist della flora vascolare italiana. Inf. Bot. Ital., 40 (1): 106.
  • Aa. Vv., 2013, Rarità botaniche dei biotopi palustri montani: Lycopodiella inundata (L.) Holub e Drosera rotundifolia L. In: Le Valli di Zeri. Guida alla conoscenza del territorio. A cura di F. Camangi, P.C. Kugler,. L. Sebastiani, A. Stefani. Edizioni ETS, Pisa. ISBN 9788846737540. (http://www.edizioniets.com/scheda.asp?n=9788846737540&from=&fk_s=)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(EN) ITIS Standard Report Page: Lycopodiella inundata, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 05-01-2009.

Controllo di autoritàLCCN (ENsh2008003152 · GND (DE4679578-9 · J9U (ENHE987007549773605171
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