Leopold Edelsheim

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Leopold Edelsheim
Leopold Edelsheim in una stampa del 1859
NascitaKarlsruhe, 10 maggio 1826
MorteBudapest, 27 marzo 1893
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Impero austriaco Impero austriaco
Bandiera dell'Austria-Ungheria Impero austro-ungarico
Forza armataImperial regio Esercito austro-ungarico
Anni di servizio1842 - 1886
GradoGenerale
GuerreRivoluzione ungherese del 1848
Seconda guerra d'indipendenza italiana
Guerra austro-prussiana
Guerra franco-prussiana
BattaglieBattaglia di Magenta
Battaglia di Solferino e San Martino
Battaglia di Medole
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Leopold Wilhelm von Edelsheim-Gyulai, nato Leopold Edelsheim (Karlsruhe, 10 maggio 1826Budapest, 27 marzo 1893), è stato un generale austriaco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Discendente da un'antica famiglia della piccola aristocrazia sveva, Leopold Edelsheim era pronipote del politico e scrittore tedesco Friedrich Christian Seifert von Edelsheim, del politico tedesco Wilhelm von Edelsheim e nipote di Georg Ludwig von Edelsheim. Per parte di madre era nipote del compositore tedesco Ernst von Gemmingen-Hornberg e pronipote di Otto Heinrich von Gemmingen-Hornberg, intimo amico di Mozart. Egli era inoltre cugino di primo grado del famoso feldmaresciallo Ferencz Gyulai che in seguitò lo adotterà come figlio per mancanza di eredi. Scelse la carriera militare e, non appena compiuti i 16 anni, entrò come cadetto nel 5º reggimento di cavalleria leggera dell'esercito austriaco.

Promosso tenente nel 1846 e capitano due anni più tardi, partecipò alla repressione della rivolta magiara e, al ritorno in patria, venne aggregato al corpo di spedizione austriaco a Napoli, con il quale si distinse durante la presa di Ancona.

Nell'ottobre del 1856, a soli trent'anni, la sua fama di miglior ufficiale di cavalleria dell'esercito imperiale fu coronata dal grado di colonnello e dall'incarico di comando al 10º Reggimento Ussari "Federico Guglielmo III Re di Prussia", con lo scopo di trasformarlo in un'unità d'eccellenza, dotata di larga autonomia operativa.

Nel corso della seconda guerra d'indipendenza italiana, Edelsheim e il suo 10º Reggimento Ussari ebbero modo di distinguersi in varie occasioni, due di queste divenute vere leggende nella storia della cavalleria militare europea: durante la battaglia di Magenta e durante la battaglia di Medole, per le quali venne poi insignito dell'ordine di Maria Teresa, massima onorificenza militare al valore dell'impero austriaco.

In seguito partecipò alla guerra austro-prussiana del 1866, sul fronte boemo, ed alla guerra franco-prussiana del 1870, sempre distinguendosi per le azioni individuali, ma senza mai avere incarichi di comando strategico.

Venne messo a riposo, con il grado di generale di cavalleria, il 1º agosto 1886. Visse gli ultimi anni nel palazzo di Budapest ereditato dal feldmaresciallo Ferencz Gyulai che, il 26 ottobre 1866, lo aveva adottato, lasciandolo erede del titolo di conte e di un enorme patrimonio.

Episodi celebri[modifica | modifica wikitesto]

La carica di Ponte Vecchio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Magenta.

Nel contesto della seconda guerra d'indipendenza italiana, durante la battaglia di Magenta, la posizione strategica di Ponte Vecchio fu aspramente disputata dalle contrapposte forze austriache e francesi, che più volte riuscirono a conquistarla e più volte dovettero cederla. Fondamentale per gli austriaci era mantenere il controllo dell'abitato di Pontevecchio allo scopo di aver una testa di ponte sulla riva destra del Naviglio Grande e tentare l'aggiramento dello schieramento francese.

Ormai privi delle forze necessarie per l'ennesimo assalto, dopo l'ultima riconquista francese, gli austriaci si affidarono alla personale iniziativa del colonnello Edelsheim che decise di tentare una carica di cavalleria, nonostante le strade dell'abitato non fossero il terreno adatto a questo tipo di operazione. Sotto il comando di Edelsheim, gli squadroni del 10º reggimento si lanciarono in una disperata carica all'arma bianca che riuscì a travolgere le linee nemiche, pagando un impressionante prezzo di vite umane. Pochissimi tra gli ufficiali dei drappelli tornarono senza ferite. Molti non tornarono.

Senza il seguito della fanteria austriaca, i varchi causati dalle cariche vennero ben presto richiusi, rendendo vano il sacrificio del 10º Reggimento. In verità, la vittoria venne comunque sfiorata, visto che uno degli squadroni penetrò tanto in profondità lo schieramento franco-sardo da investire lo stato maggiore del generale Canrobert, riuscendo a eliminare due alti ufficiali. Lo stesso Canrobert si salvò miracolosamente, lasciando nelle mani di un ussaro austriaco il colletto della sua divisa, grazie allo scarto e alla fuga repentini del suo cavallo imbizzarrito.

La carica nel Campo di Medole[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Medole (1859).

Sempre nel contesto della seconda guerra d'indipendenza, durante le prime fasi della battaglia di Solferino e San Martino, il 10º Reggimento Ussari del colonnello Edelsheim e la divisione di cavalleria del feldmaresciallo Mensdorff si erano mossi da Guidizzolo per giungere in località Campo dell'Oca alle ore 8.30 a.m., restando in attesa dell'ordine di attacco. Da quella posizione, Edelsheim poteva osservare il frenetico dispiegamento del 4º Corpo d'armata francese guidato da Adolphe Niel, nel tentativo di congiungere la propria ala sinistra con l'ala destra del 2º Corpo d'armata francese di Patrice de Mac-Mahon, schierato nel Campo di Medole verso le alture di Solferino.

Era certamente quello il momento ideale per intervenire, ma l'ordine d'attacco non arrivava e, del resto, non sarebbe potuto arrivare, visto che il feldmaresciallo Franz Wimpffen, comandante della 1ª Armata austriaca, non era ancora giunto presso lo stato maggiore riunito a Guidizzolo. Alle ore 9 a.m., per non perdere il momento favorevole, Edelsheim decise di intervenire autonomamente, chiedendo a Mensdorff di appoggiare la sua azione e, ottenutone l'assenso, fece schierare quattro squadroni per la carica.

Dopo poche centinaia di metri, lo slancio del 10° Ussari venne fermato dai Cacciatori d'Africa della divisione di cavalleria francese del generale Nicolas Desvaux. L'impatto fu violentissimo. Respinti al primo assalto, gli Ussari austriaci tornarono alla carica, questa volta riuscendo a sfondare lo schieramento francese. Edelsheim puntò dritto verso il Campo di Medole per prepararsi a colpire la retroguardia di Mac-Mahon, certo che i Cacciatori d'Africa, ormai rotti e disordinati, sarebbero stati facile preda per la sopraggiungente divisione di Mensdorff. Ma così non fu. Mensdorff si mosse lentamente perdendo tempo prezioso, durante il quale l'artiglieria del 4º Corpo francese, guidata dal generale Soleille, riuscì a mettere in batteria una ventina di pezzi in prossimità della strada Napoleonica. Non appena iniziata la carica, l'artiglieria francese bersagliò pesantemente i cavalleggeri austriaci, causando gravi perdite e costringendoli alla ritirata.

Nel frattempo, ignaro di quanto accadeva alle sue spalle e continuando a confidare nei rinforzi, Edelsheim guidò i suoi squadroni nelle retrovie del 2º Corpo francese, cavalcando alle spalle dei battaglioni di fanteria in manovra. La folle corsa terminò dopo un paio di chilometri, in vista del Monte Medolano, dov'era schierata la brigata di cavalleria del generale Adrien-Gabriel Gaudin de Villain che, nonostante la superiorità numerica, venne fortemente impegnata dagli Ussari austriaci, anche favoriti dall'effetto sorpresa.

Edelsheim non poteva immaginarlo, ma giunse a un passo dalla completa vittoria. Su quella vicina altura, infatti, il generale Mac-Mahon e l'imperatore Napoleone III di Francia stavano concordando il combinato attacco alle postazioni austriache di Solferino. Fu questo il motivo per cui il generale Gaudin, pur disponendo di forze ben superiori, si limitò a fermare la corsa degli Ussari, trattenendosi dall'inseguirli.

Alle 9.30, vedendosi impossibilitato ad avanzare e svanita ogni speranza nell'arrivo dei rinforzi, Edelsheim decise di ripiegare e riguadagnare velocemente le proprie linee. La brillante azione di sfondamento del 10º Ussari, costata la perdita di 8 ufficiali, 125 cavalieri e 126 cavalli, aveva destato lo stupore e l'ammirazione dei francesi, ma risultò vana per l'intempestivo movimento di Mensdorff.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di I Classe dell'Ordine della Corona Ferrea - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Militare di Maria Teresa - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Imperiale di Leopoldo - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia per 25 anni di servizio militare per ufficiali - nastrino per uniforme ordinaria

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Philipp Reinhard von Edelsheim Friedrich Christian Seifert von Edelsheim  
 
Clara Elisabeth Rau von und zu Hozhausen  
Georg Ludwig von Edelsheim  
Friederike von Zeschlin  
 
 
Wilhelm von Edelsheim  
Dietrich I Caesarion von Keyserlingk Ernst Johann von Keyserlingk  
 
Dorothea Amalia della Chiesa  
Adelheid Friederike von Keyserlingk  
Eleonore Louise Albertine von Schlieben-Sanditten George Christoph von Schlieben-Sanditten  
 
Eleonore Lucia von Ilten  
Leopold Edelsheim  
Ludwig von Gemmingen-Hornberg Reinhard von Gemmingen-Hornberg  
 
Maria Elisabetha von Neipperg  
Ernst von Gemmingen-Hornberg  
Albertine Regina von und zu Gemmingen Friedrich Jakob von und zu Gemmingen  
 
Clara Friederike Greck von Kochendorf  
Frederike von Gemmingen-Hornberg  
Carl Ludwig Friedrich von Holle Ernst Christian von Holle  
 
Eleonore Luise von Mentzingen  
Charlotte Henriette von Holle  
Wilhelmine von Wrede  
 
 
 

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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