Leonardo Grosso

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Disambiguazione – Se stai cercando il cardinale italiano, vedi Leonardo Grosso della Rovere.
Leonardo Grosso
Grosso alla SPAL
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 180 cm
Peso 74 kg
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1978
Carriera
Giovanili
19??Torino
19??Cinzano
Squadre di club1
1961-1970Genoa143 (-?)
1970-1974Perugia89 (-?)
1974-1977SPAL93 (-?)
1977-1978Modena23 (-27)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Leonardo Grosso (Bra, 11 giugno 1943) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suo figlio Edoardo ha anche lui intrapreso la carriera di portiere, militando tra gli altri nel Livorno, nel Pontedera e nel Figline.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Cresce nell'Associazione Calcio Cinzano, squadra dilettantistica piemontese. Notato dai dirigenti del Genoa, passa nel 1964 con la squadra del grifone dove fa il secondo di Mario Da Pozzo. Il suo esordio in Serie A avviene il 7 marzo 1965 a Torino, contro la Juventus, con una pesante sconfitta per i rossoblù che perdono per 7 a 0. Torna tra i pali del Genoa in Serie A con l'avvento in panchina di Roberto Lerici, che sostituisce Paulo Amaral, giocando le due ultime partite di campionato.

Grosso (a destra) al Perugia del 1971, in uscita sul foggiano Saltutti.

Retrocesso il Genoa in Serie B, resta a Genova per altri 5 campionati sui 13 che complessivamente gioca nella serie cadetta. Tra i suoi allenatori avrà anche Giorgio Ghezzi, fondamentale per la sua maturazione nel ruolo di portiere. Sarà un'altra retrocessione del Genoa, nel 1970, a portarlo lontano dalla Liguria, sempre in una società con lo stemma del grifone, il Perugia. In Umbria gioca quattro stagioni e, tolta la prima in cui fa da secondo a Claudio Mantovani, difende da titolare la porta dei biancorossi.

Nel 1974 viene ceduto alla SPAL, quale parziale conguaglio nella vendita del portiere biancazzurro Roberto Marconcini al club umbro. A Ferrara non parte titolare ma nel corso del campionato l'allenatore Mario Caciagli gli affida la difesa della porta estense e resta con la SPAL sino al 1977, anno in cui la squadra allenata da Luis Suárez (calciatore 1935) retrocede in Serie C.

Grosso trova allora un'opportunità di restare in Serie B con i gialloblù del Modena ma, retrocessi anche gli emiliani – per lui si tratta della quarta retrocessione della carriera – nel 1978, a 35 anni, l'estremo giocatore piemontese si ritira dal calcio giocato.

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Attivo nell'Associazione Italiana Calciatori sin dagli anni 1970, a seguito della laurea conseguita in legge rimase negli organismi dirigenti dell'associazione, dove tuttora ricopre la carica di vice presidente. Dal 10 novembre 2010[1] al 22 ottobre 2013[2] è stato presidente della Federazione Internazionale dei Calciatori Professionisti.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2011 (Genova, 28 maggio) - Viene insegnito dall'Ordine Nazionale Cavalieri dello Sport, con il patrocinio dell' CSEN, del titolo di Cavaliere dello Sport.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) FIFPro chooses Leo Grosso as its new president, su fifpro.org, 10 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2015).
  2. ^ (EN) New President Philippe Piat: 'FIFPro must speak up', su fifpro.org, 22 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2015).
  3. ^ Pasquale Sensibile, Cavalieri dello Sport, su ilsecoloxix.it, IL SECOLO XIX, 28 maggio 2011. URL consultato il 22 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Davide Rota, Dizionario illustrato dei giocatori genoani, Genova, De Ferrari, 2008, ISBN 978-88-6405-011-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]