Legenda Aurea

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Legenda Aurea
Manoscritto miniato della Legenda Aurea con l'immagine di san Michele Arcangelo.
AutoreJacopo da Varazze
1ª ed. originale1298
Generesaggio
Lingua originalelatino
Manoscritto della Legenda Aurea, 1290 circa, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze.

La Legenda Aurea (spesso italianizzata per assonanza in Leggenda Aurea con evidente slittamento di significato) è una raccolta medievale di biografie agiografiche composta in latino da Jacopo da Varazze (o da Varagine), frate domenicano e vescovo di Genova. Fu compilata a partire circa dall'anno 1260 fino alla morte dell'autore, avvenuta nel 1298. L'opera costituisce ancora oggi un riferimento indispensabile per interpretare la simbologia e l'iconografia inserite in opere pittoriche di contenuto religioso.

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Legenda Aurea, prologo, edizione del 1499.

L'opera ebbe un'ampia diffusione e un cospicuo seguito fino al XVII secolo. Sopravvivono circa 1400 codici manoscritti dell'opera, a testimonianza della sua enorme diffusione nel Medioevo, inferiore solo alla Bibbia, e della sua grande influenza culturale. La Legenda Aurea fu presto tradotta in volgare. Per il Medioevo ci sono rimaste dieci edizioni in italiano, diciotto in alto-tedesco, sette in basso tedesco, diciassette in francese, quattro in inglese, tre in ceco, dieci in olandese. Altrettanto ampio fu il successo delle versioni a stampa, con quarantanove versioni fra il 1470 e il 1500, ventotto fra il 1500 e il 1530 e tredici fra il 1531 e il 1560.[1]

Solo nel secolo successivo, con gli studi storiografici dei padri bollandisti, l'intero genere dei leggendari medievali fu screditato e con essi anche la Legenda Aurea venne dimenticata.

Molti artisti s'ispirarono alla Legenda Aurea per le loro opere. Tra questi vi fu Giotto con la Cappella degli Scrovegni a Padova, Piero della Francesca nelle Storie della Vera Croce nella basilica di San Francesco ad Arezzo e Vittore Carpaccio nel ciclo pittorico Storie di Sant'Orsola commissionata dalla scuola devozionale veneziana nominata come la martire per la loro cappella (oggi conservata alla Gallerie dell'Accademia). Per la scuola La Legenda costituì anche fonte di riferimento per la redazione del Cursor Mundi.

L'edizione critica più recente è quella pubblicata nel 1998 (riedita nel 2007 con traduzione italiana e commento dei singoli capitoli) per le cure di Giovanni Paolo Maggioni. In precedenza si utilizzava il testo stabilito da Graesse (Lipsia 1846).

Natura e contenuto dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Storie dei santi Cipriano e Giustina.
Storia di san Saturnino.
Martirio dei santi Feliciano e Primo.
Santa Margherita e Olibrio.
Martirio di San Vitale.
San Giacomo è condotto al supplizio, Andrea Mantegna, Padova, Cappella Ovetari.

L'opera appartiene al genere della agiografia. L'autore raccolse in un santorale organizzato secondo l'anno liturgico le vite di più di centocinquanta santi, privilegiando i santi antichi, ma senza trascurare la sua epoca. Le vite dei santi sono intercalate da una trentina di capitoli dedicati alle principali feste cristologiche, mariane e liturgiche, più alcuni racconti legati alla Leggenda della Vera Croce.

Secondo Jacques Le Goff, l'originalità dell'opera consiste nella capacità di intrecciare il tempo liturgico (ciclo annuale) con quello lineare della successione dei santi (tempo santorale, in quanto i santi stessi diventano marcatori del tempo) e con quello escatologico, nel quale l'umanità si dirige verso il Giudizio Universale. In sintesi, "il nostro domenicano vuole mostrare come solo il cristianesimo ha saputo strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana per condurre l'umanità alla salvezza".

Le fonti utilizzate furono principalmente i leggendari dei domenicani Giovanni di Mailly e Bartolomeo da Trento. Il metodo seguito fu quello dell'abbreviatio.

I santi delle storie (secondo l'edizione Graesse, Lipsia 1850)[modifica | modifica wikitesto]

La Legenda è composta da più di duecento capitoli, uno per ogni santo. I primi 182 capitoli furono redatti da Jacopo da Varazze, mentre i restanti furono opera di continuatori successivi.

Capitoli originali[modifica | modifica wikitesto]

Sequuntur quaedam legendae a quibusdam aliis superadditae[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Legenda aurea», vero best seller (PDF), su disal.it.
  2. ^ Assente dalla editio princeps.
  3. ^ Assente da alcune edizioni manoscritte.
  4. ^ Assente da alcune edizioni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN305991441 · LCCN (ENn85227527 · GND (DE4133343-3 · BNE (ESXX1927840 (data) · BNF (FRcb11950306s (data) · J9U (ENHE987007578821705171