Laudomia Forteguerri

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Guercino, La Sibilla cumana con un angelo (1651; Londra, National Gallery).

Laudomia Forteguerri (Siena, 1515Siena, ...) è stata una nobildonna e poetessa italiana.

«Una di cui copre le dorate chiome
Crespo e candido velo, e sia cantata
E posta in molta stima e molto pregio
Da penna di scrittore alto ed egregio,

Sarà Laudomia Forteguerri detta.»

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laudomia nacque da Alessandro Forteguerri e Virginia Pecci e fu battezzata il 3 giugno 1515.[1] Sposata a Giulio Colombini, ebbe tre figli: Olimpia nel 1535, Antonia nel 1537 e Alessandro nel 1539.

Alessandro Piccolomini

Il letterato Alessandro Piccolomini, che la corteggiò per anni, le dedicò nel 1539 il dialogo La Raffaella, nel quale rappresenta gli amori di Aspasio con Margherita, una donna infelicemente sposata. Nel 1540 le dedicò due operette scientifiche, De la sfera del mondo e De le stelle fisse, per venire incontro, sostiene, agli interessi danteschi di Laudomia, mentre dedicato al figlioletto Alessandro, a cui aveva fatto da padrino, è il trattato De la institutione di tutta la vita de l'huomo nato nobile, pubblicato a Venezia nel 1542.

Anche Marcantonio Piccolomini, uno dei fondatori dell'«Accademia degli Intronati», la rese protagonista del suo dialogo Il Sodo Intronato, del 1538, mentre Benedetto Varchi in un sonetto e Bernardo Tasso nell'Amadigi ne lodarono la grande bellezza. Quando poi Laudomia, rimasta vedova nel 1542, si risposò nel 1544 con un Petruccio Petrucci,[2] Alessandro Piccolomini sosterrà, in versi inevitabilmente petrarcheschi, che la Forteguerri avrebbe mancato al suo giuramento d'amore eterno:[3]

«[…] con le luci intente
Nel volto mio, postomi al collo il braccio,
Giuraste, ahimè, che per me pria che spente
Fosser tue fiamme, arso sarebbe il ghiaccio
Né son poi stato un mese assente
Che rott'hai di tua fe', perfida, il laccio»

Margherita di Parma

La Forteguerri scrisse anche poesie, nella forma del sonetto petrarchesco. Ne furono pubblicati sei, uno dedicato alla poetessa Alda Torella Lunata e gli altri cinque alla principessa Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, conosciuta a Siena nel 1535. Uno di questi:

«Ora ten’ vai superbo, or corri altero,
Pingendo di bei fiori ambe le sponde
Antico Tebro; or ben purgate l’onde
Rendi l’imago a un sol più chiaro e vero;

Ora porti lo scettro, ora hai l’impero
De i più famosi: or haverai tu donde
Verdeggian più che mai liete e feconde
Le belle rive; or hai l’essere intero,

Poi ch’egli è teco il vago almo mio Sole
Non or lungi, or vicin, ma sempre appresso;
E bagni il lembo de l’altiera gonna:

Ch’arte, natura, e ‘l ciel; e così vuole
Ch’el tutto può, mostran pur oggi espresso,
Che star ben pote al mondo immortal donna»

fu pubblicamente lodato nel 1541 da Alessandro Piccolomini all'Accademia degli Infiammati.

Recentemente si è infine accettato di prendere in considerazione la notizia, tramandata da diversi suoi contemporanei, che quello tra Forteguerri e Margherita d'Austria fosse un legame d'amore:

«Il loro amore non era un gran segreto, se infatti ne parlavano l'erudito Alessandro Piccolomini in diverse sue opere a stampa e l'abate Agnolo Firenzuola nel suo Dialogo sulla bellezza delle donne, e se persino in Francia l'irreprensibile Brantôme ne faceva voce nel suo Recueil des dames, poésies et tombeaux.[4]»

Bastione di Siena, chiamato «Fortino delle Donne», in via Montluc.

Donna indipendente e decisa, la Forteguerri prese parte attiva alla difesa di Siena durante l'assedio della città condotto nel 1555 dagli spagnoli e dai fiorentini di Cosimo de' Medici, organizzando un gruppo di donne nella costruzione di fortificazioni.[5]

Giorgio Vasari, La battaglia di Marciano in Val di Chiana, affresco (1570-71; Firenze, Palazzo Vecchio).

L'episodio, narrato per la prima volta dal comandante francese Blaise de Monluc, alleato dei Senesi, fu poi ripreso, consolidando la fama della Forteguerri di donna di grande bellezza così come di grande coraggio. Vi è chi pensò che ella morisse durante l'assedio,[6] e dunque nel 1555, ma la circostanza, oltre a non avere altri riscontri, sembra essere smentita dalla dedica a lei fatta nel 1556 di un sonetto dal letterato Giuseppe Betussi,[7] che la descrive ancora vivente in una Siena che aveva ormai perduto la propria indipendenza.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Lisini e Pilade Bandini (a cura di), Sonetti di madonna Laudomia Forteguerri, poetessa senese del secolo XVI, Siena, Tipografia Sordomuti di L. Lazzeri, 1901, SBN IT\ICCU\CUB\0283838.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio di Stato di Siena, Biccherna, 1134, c. 253r: «Laudomia Bart. M. f. di Alix.o Forteguerri si bapt.o addì 3 di giugno, fu compare ms. Federigo della Rosa», con l'aggiunta posta in anni successivi «Unica al mondo e di bellezza rara».
  2. ^ Archivio di Stato di Siena, Gabella dei contratti, 368, c. 52r.
  3. ^ A. Piccolomini, Cento sonetti, XXX, 1549.
  4. ^ Konrad Eisenbichler, Poetesse senesi a metà Cinquecento: tra politica e passione, 2003, pp. 95-102 a p. 102. Sulla relazione si veda in particolare: Konrad Eisenbichler, "Laudomia Forteguerri loves Margaret of Austria", in: Francesca Canadé Sautman & Pamela Sheingorn (curr.), Same-sex love and desire among women in the middle ages, Palgrave, New York 2001, pp. 277-304.
  5. ^ B. de Monluc, Commentaires 1521-1576, a cura di P. Courteault, 1964, p. 306.
  6. ^ F. Cerreta, A. Piccolomini, letterato e filosofo senese del Cinquecento, Siena 1960, p. 31.
  7. ^ G. Betussi, Le imagini del tempio della signora donna Giovanna Aragona, 1556, pp. 75 ss.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Betussi, Le imagini del tempio della signora donna Giovanna Aragona, Firenze, Lorenzo Torrentino, 1556.
  • Florindo Vincent Cerreta, Alessandro Piccolomini, letterato e filosofo senese del Cinquecento, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1960.
  • Blaise de Monluc, Commentaires 1521-1576, Paris, Gallimard, 1964.
  • Carla Zarrilli, Forteguerri Laudomia, in «Dizionario biografico degli italiani», IL, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1997.
  • Konrad Eisenbichler, Poetesse senesi a metà Cinquecento: tra politica e passione, in «Studi Rinascimentali», n. 1, 2003.
  • Konrad Eisenbichler, "Laudomia Forteguerri Loves Margaret of Austria", in «Same-Sex Desire Among Women in the Middle Ages», ed. Francesca Canadé Sautman and Pamela Sheingorn, New York, Palgrave, 2001, pp. 277–304.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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