Laplatasaurus araukanicus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Laplatasaurus
Illustrazione di alcuni resti di Laplatasaurus araukanicus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine Sauropodomorpha
Infraordine Sauropoda
Superfamiglia Titanosauroidea
Genere Laplatasaurus
Specie L. araukanicus
Nomenclatura binomiale
L. araukanicus
von Huene, 1929

Il laplatasaurus (Laplatasaurus araukanicus) è un grande dinosauro erbivoro appartenente al gruppo dei sauropodi. I suoi resti sono stati rinvenuti in Argentina in strati del Cretaceo superiore (Campaniano - Maastrichtiano).

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Laplatasaurus fu denominato nel 1927 dal paleontologo Friedrich von Huene,[1] ma senza una formale descrizione e rimase così un nomen nudum fino al 1929, quando dallo stesso autore fu descritta la specie tipo L. araukanicus.[2]

Il nome del genere, Laplatasaurus, si riferisce alla città argentina di La Plata, mentre il nome della specie, L. araukanicus, deriva dalla popolazione locale degli Araucanos o Mapuche.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

In base ai ritrovamenti di grandi ossa di zampe, il laplatasauro è considerato un "classico" membro del gruppo dei sauropodi titanosauri. Dotato verosimilmente di collo e coda molto allungati, il laplatasauro poteva raggiungere la lunghezza di diciotto metri e il peso di 25 tonnellate. Le misure, però, sono alquanto indicative: i resti fossili includono molte ossa sparse, rinvenute in diverse località e addirittura in diversi piani stratigrafici. Alcuni paleontologi, quindi, hanno messo in discussione la validità della specie. Sembra comunque che il dinosauro proprietario di queste ossa fosse di struttura piuttosto snella, contrariamente ad altri giganti quali il contemporaneo Argyrosaurus.

Insieme alle ossa sono state rinvenute alcune piccole strutture che andavano a comporre una corazza. Dapprima queste strutture erano state ritenute appartenere a un anchilosauro, ma dopo la scoperta di Saltasaurus, nel 1980, sono state attribuite allo stesso Laplatasaurus. Con tutta probabilità, il laplatasauro era un sauropode dal dorso corazzato facente parte della famiglia dei saltasauridi.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Laplatasaurus fu considerato da Powell nel 2003 come un sinonimo del genere Titanosaurus,[3] ma l'anno seguente fu riconsiderato come genere valido da Upchurch[4] con la riconferma da parte di Salgado e Coria nel 2005.[5]

Altri resti inizialmente attribuiti da von Huene al genere Laplatasaurus sono stati rinvenuti in Madagascar e denominati L. madagascariensis,[6] oggi considerato invece Titanosaurus madagascariensis e L. wichmannianus, poco dopo corretto in Antarctosaurus wichmannianus. È possibile che alcuni di questi resti (comprendenti elementi della corazza) appartengano al ben più conosciuto titanosauro Rapetosaurus.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Huene, F. von, 1927, "Sichtung der Grundlagen der Jetzigen Kenntnis der Sauropoden", Eclogae geologicae Helvetiae, 20: 444-470
  2. ^ Huene, F. von, 1929, Los Saurisquios y Ornithisquios de Cretaceo Argentino, Anales Museo de La Plata, 2nd series, v. 3, p. 1-196
  3. ^ Powell, J. E. (2003). Revision of South American titanosaurid dinosaurs: palaeobiological, paleobiogeographical and phylogenetical aspects. Records of the Queen Victoria Museum, 111, 173 pp.
  4. ^ Upchurch, P., Barrett, P. M. & Dodson, P.; (2004). Sauropoda. In: The Dinosauria, ed. D.B. Weishampel, P. Dodson & H. Osmólska. University of California Press, Berkeley, D.B. Weishampel, P. Dodson & H. Osmólska. Ed. University of California Press, pag. 259-322.
  5. ^ Salgado, L. & Coria, R. A. (2005). Sauropods of Patagonia: Systematic update and notes on Global Sauropod evolution. In. Thunder-Lizards. The Sauropodomorph Dinosaurs. Ed. V. Tidwell & K. Carpenter. Indiana University Press. Bloomington and Indianapolis. Indiana University Press, pag. 430-453.
  6. ^ Huene, F. von, and Mately C. A., (1933), The Cretaceous Saurischia and Ornithischia of the central provinces of India, Palaeontologia Indica, 21: 1-74

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • J. F. Bonaparte, Z. Gasparini (1979): Los saurópodos de los grupos Neuquén y Chubut, y sus relaciones cronologicas. Actas del VII Congreso Geológico Argentino, Neuquén 2:393-406.