Raf Pindi

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Raf Pindi

Raf Pindi, nome d'arte di Raffaele Pindinelli, talvolta accreditato come Lando Muzio (Gallipoli, 29 ottobre 1893Milano, 30 novembre 1955[1]), è stato un attore e militare italiano.

Ufficiale dell'Esercito italiano col grado di Maggiore del Reggimento Savoia Cavalleria, si dedicò al cinema e ai fotoromanzi negli anni dal 1937 al 1955.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Incline per vocazione giovanile al teatro, calca da giovane i palcoscenici di Puglia ma preferisce la carriera militare indossando la divisa di ufficiale del Reggimento Savoia Cavalleria [2]. Il suo esordio cinematografico avviene nel 1937 nel film Condottieri di Luis Trenker, sostenendo la parte di Pedro ed assumendo lo pseudonimo di "Lando Muzio". Il Corriere della Sera nell'edizione del 2 ottobre 1937 annota: "Tra le facce nuove, Ethel Maggi e Lando Muzio (pseudonimo di Raffaele Pindinelli) sono particolarmente espressivi". Il film fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1937 conquistando la coppa della direzione Generale dello Spettacolo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, in qualità di ufficiale di cavalleria, partecipa alla campagna di Jugoslavia, rientrando in Italia nel giugno del 1941 e acquartierandosi con i suoi cavalleggeri a Lonigo (Vicenza). Col grado di maggiore comanda il secondo gruppo squadroni del Savoia Cavalleria al comando del colonnello Guglielmo Barbò di Casalmorano. Il 12 luglio dello stesso anno viene mobilitato con tutto il reggimento per la partenza sul fronte russo. Raffaele Pindinelli viene impegnato con i suoi squadroni in numerosi combattimenti durante tutto l'inverno e fino a marzo 1942, data in cui viene rimpatriato a causa di una grave infezione polmonare.

Congedatosi dall'esercito subito dopo la guerra riprende l'attività di attore partecipando nel 1946 al film di Aldo Vergano Il sole sorge ancora, dove interpreta la parte di Guido, il padre di Laura. Questa pellicola neorealista sulla Resistenza ha ricevuto due Nastri d'argento.

Segue lo stesso anno Guglielmo Tell - L'arciere della Foresta Nera, un film di avventura diretto da Giorgio Pàstina che lo chiama per il successivo lavoro drammatico Ho sognato il paradiso nel 1949, dove Pindinelli interpreta Il ragioniere colpito da infarto. Nel 1948 partecipa con Giulietta Masina e Carla Del Poggio al film Senza pietà diretto da Alberto Lattuada e con la sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli.

Tra il 1948 ed il 1949 partecipa alla lavorazione di almeno sette film al fianco tra gli altri di Vittorio Gasman, Aroldo Tieri ed Ernesto Calindri in Ho sognato il Paradiso; al fianco di Marcello Mastroianni e Doris Duranti in Tragico ritorno. Compare in una miriade di fotoromanzi e nel 1952 ritorna sul set al fianco di Doris Duranti e di Arnoldo Foà nel film diretto da Giacinto Solito La storia del Fornaretto di Venezia. Ancora con la Duranti partecipa al film La muta di Portici.

Sotto la direzione di Gian Palo Calligari partecipa alla realizzazione del film I misteri della Giungla nera (primo della serie), meglio conosciuto con il titolo La vendetta dei Tughs e che ebbe numerose edizioni in Francia e negli USA. Partecipa a I misteri della Giungla Nera II, rappresentato anche in Francia, Germania e USA il 20 ottobre 1955. A questo film segue Il tesoro del Bengala diretto da Gianni Vernuccio. In Cheri Bibi, diretto da Marcello Pagliero, lavora al fianco di Arnoldo Foà, Gino Scotti, Ubaldo Lay e Lea Padovani.

L'ultimo film a cui prende parte, interpretando la parte del generale Bettini, nel 1955, è La rivale diretto da Anton Giulio Majano. Una tragica caduta di cavallo pone fine quello stesso anno, il 30 novembre, alla sua carriera di attore e di protagonista di fotoromanzi.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elio Pindinelli, Ciak si gira: da Isbuscenskij al grande schermo. Il maggiore del Savoia Cavalleria Raffaele Pindinelli e la sua passione per il cinema, in Almanacco gallipolino 2008, Qui Notizie edizioni, Gallipoli 2007, p. 33.
  2. ^ L. Lami, Isbuscenskij, l'ultima carica, Mursia, 1970.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elio Pindinelli, Ciak si gira: da Isbuscenskij al grande schermo. Il maggiore del Savoia Cavalleria * Raffaele Pindinelli e la sua passione per il cinema, in Almanacco gallipolino 2008, Qui Notizie edizioni, Gallipoli 2007, pp. 32–42;
  • L. Lami, Isbuscenskij, l'ultima carica, Mursia editore, 1970;
  • V. Attolini, A.Marrese, M.A.Abenante, Cineasti di Puglia, Adda editore, Bari 2006;
  • P. Farinotti, Il Farinotti. Dizionario, San Paolo edizioni, 2007.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]