Lago Zuai (incrociatore ausiliario)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lago Zuai
poi UJ 2220
La nave a Lampedusa nel 1941
Descrizione generale
Tipomotonave da carico (1940)
incrociatore ausiliario (1940-1943)
cacciasommergibili (1943-1945)
ProprietàSocietà Anonima di Navigazione Eritrea (poi Esercizio Navigazione) (1940-1943)
requisito dalla Regia Marina nel 1940-1943
Kriegsmarine (1943-1945)
IdentificazioneD 23 (come unità militare)
CostruttoriTosi, Taranto
Impostazione1939
Varo1939
Entrata in servizio1940 (come nave civile)
10 luglio 1940 (come unità militare)
Destino finalecatturato da truppe tedesche all’armistizio, incorporato nella Kriegsmarine come UJ 2220, autoaffondato il 24 aprile 1945, recuperato nel 1946 e demolito oppure rimesso in servizio
Caratteristiche generali
Dislocamento790 t
Stazza lorda782,4 tsl
Lunghezzatra le perpendicolari 64,76 m
fuori tutto 69,72 m m
Larghezza9,78 m
Pescaggio3,8 m
Propulsione2 motori diesel
potenza 4287 CV
2 eliche
Altre fonti:
1 motore diesel
1 elica
Velocitàdi crociera 14,47 nodi
massima 15,3 nodi
Armamento
Artiglieria2 pezzi da 100/47 mm
4 mitragliere da 20/65 mm
Altro2 scaricabombe di profondità
dati presi principalmente da Betasom, Ramius-Militaria, Marina Militare, Naviearmatori e Navi mercantili perdute
voci di navi mercantili presenti su Wikipedia

Il Lago Zuai è stato un incrociatore ausiliario della Regia Marina, già motonave da carico italiana. Dopo la cattura da parte tedesca ha anche prestato servizio come cacciasommergibili, come UJ 2220, nella Kriegsmarine.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita nei cantieri Tosi di Taranto tra il 1939 ed il 1940, insieme alla gemella Lago Tana, per la Società anonima di Navigazione Eritrea (successivamente divenuta Esercizio Navigazione) con sede a Roma, la nave, iscritta con matricola 191 presso il Compartimento marittimo di Roma, era in origine una piccola motonave da carico da 782,4 tonnellate di stazza lorda e 311,08 tonnellate di stazza netta, in grado di raggiungere i 15,3 nodi di velocità (quella di crociera era invece di 14,47 nodi)[1][2][3][4].

Il 10 luglio 1940, qualche settimana dopo l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, la Lago Zuai, da poco completata, venne requisita a Cagliari dalla Regia Marina ed iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come incrociatore ausiliario, con matricola D 23[4]. Armata con due cannoni da 100/47 mm, quattro mitragliere da 20/65 mm e due scaricabombe antisom per bombe di profondità[3][5], la nave venne destinata principalmente a compiti di scorta ai convogli[4].

Il 21 ottobre (o nel novembre) 1940 il Lago Zuai venne dislocato a Brindisi e posto sotto il comando di «Maritrafalba» (Comando superiore del traffico con l'Albania), venendo quindi impiegato, così come gli incrociatori ausiliari RAMB III, Lago Tana e Capitano Cecchi, in missioni di scorta di convogli da e per l'Albania e la Grecia[6][7][8].

Il Lago Zuai od il gemello Lago Tana ormeggiato a Tripoli, verosimilmente nel 1941. In secondo piano è visibile l’incrociatore ausiliario RAMB III.

Assegnato alle «Forze Speciali» destinate ad un previsto sbarco a Corfù (al quale avrebbero partecipato il reggimento di fanteria di Marina «San Marco» e la Divisione di fanteria «Bari»[9]), il Lago Zuai salpò il 31 ottobre 1940 insieme al resto di tale forza (i vecchi cacciatorpediniere Mirabello e Riboty, i vecchi incrociatori leggeri Bari e Taranto, le anziane torpediniere Prestinari, Castelfidardo, Curtatone, Calatafimi, Monzambano, Confienza, Solferino, Cantore, Fabrizi, Medici, Stocco, gli incrociatori ausiliari RAMB III, Capitano Cecchi e Lago Tana, 4 MAS della XIII Flottiglia e tre navi cisterna classe Sesia – queste ultime con a bordo gli uomini del Reggimento «San Marco», mentre la Divisione «Bari», tenuta come riserva, si sarebbe imbarcata a Valona su quattro convogli di piroscafi e bragozzi[9] –), ma l'indomani l'operazione (che avrebbe dovuto avere luogo il 2 novembre e fruire anche dell'appoggio e della scorta degli incrociatori leggeri della IV e VII Divisione e dei relativi cacciatorpediniere[9]) fu annullata e le navi sbarcarono le truppe a Valona[10].

Nel pomeriggio del 29 marzo 1941, dopo la drammatica battaglia di Capo Matapan, il Lago Zuai, insieme ai cacciatorpediniere Libeccio e Maestrale ed alle anziane torpediniere Dezza e Schiaffino, venne inviato incontro al cacciatorpediniere Alfredo Oriani, danneggiato durante il combattimento nella notte precedente, ed immobilizzatosi al largo di Augusta alle 14.30 a causa dell'esaurimento della scorta d'acqua[11]. L'Oriani poté essere rimorchiato ad Augusta, giungendovi alle cinque del mattino del 30 marzo[11].

Alle 20.30 del 25 settembre 1941 l'incrociatore ausiliario, in missione di scorta ai mercantili Audace, Eridano e Delfino, venne assalita e danneggiata da aerei britannici al largo di Capo Colonna[12]. Con undici morti e 24 feriti (tre gravi e ventuno lievi) tra l'equipaggio, il Lago Zuai rientrò a Crotone alle 23.10 dello stesso giorno[12]. I funerali delle 11 vittime si svolsero nella stessa Crotone il giorno seguente[12].

Alle 20.15 del 15 novembre 1942 il Lago Zuai lasciò Trapani per Biserta di scorta all'incrociatore ausiliario Narenta, impiegato come trasporto[13]. Alle dieci del mattino del giorno seguente, al largo dell'Isle of Dogs, il piccolo convoglio venne attaccato con il lancio di alcuni siluri contro il Narenta da parte di un sommergibile rimasto sconosciuto, cui seguì un breve scontro d'artiglieria tra il Lago Zuai e l'unità subacquea[13]. Le due navi arrivarono poi a Biserta alle due del pomeriggio del 16 novembre[13].

Il 21 novembre 1942, durante la navigazione da Pantelleria a Trapani, il Lago Zuai venne mitragliato da velivoli angloamericani, riportando gravi danni[4].

Il 9 settembre 1943, in seguito alla proclamazione dell'armistizio, il Lago Zuai venne catturato a Genova (secondo altre fonti a La Spezia), dove si trovava per lavori di raddobbo, dalle truppe tedesche[4][5][14].

L'UJ 2220 in navigazione nell'Alto Tirreno

Essendo l'unica, tra le unità italiane catturate nella zona, ad essere in condizioni tali da consentirne una rapida rimessa in servizio (vi erano anche quattro moderne corvette della classe Gabbiano, che tuttavia non avevano ancora terminato l'allestimento), la nave, dietro ordine del capo di stato maggiore del comando tedesco insediatosi a Genova, venne incorporata nella Kriegsmarine, avviata ai lavori il 13 settembre 1943 e riclassificata cacciasommergibili, con il nome UJ 2220[14]. Dopo un breve turno di lavori di sistemazione e riparazione (durante i quali venne eliminato uno dei due cannoni da 100/47 mm e venne incrementato l'armamento antiaereo, con l'aggiunta di numerose mitragliere tedesche da 20 e Breda 37/54)[14], il cacciasommergibili fu assegnato alla 22. U-Jagdflotille, operativa nelle acque della Provenza e della Liguria[15]. La nave entrò formalmente in servizio sotto bandiera tedesca il 19 settembre 1943[15], divenendo di fatto operativa il 27 settembre[14].

Nella notte tra il 18 ed il 19 aprile 1944 (per altre fonti, probabilmente in errore, il 10 od il 18 giugno dello stesso anno[4][16]), a causa dell'oscurità e della ridotta visibilità, l'UJ 2220 si accorse della presenza sulla propria rotta di un altro cacciasommergibili ausiliario, l’Equa della Marina Nazionale Repubblicana, solo quando era troppo tardi per tentare una manovra evasiva: la nave tedesca speronò così accidentalmente l'unità italiana, provocandone l'affondamento, senza vittime, tra Riomaggiore e l'isola del Tino, ad 1,8 miglia da Capo Montenegro[4][15][17].

Nell'autunno 1944 la nave risultava afflitta da gravi avarie[15].

Il 23 o 24 aprile 1945, prima della resa, l'UJ 2220 venne minato e fatto saltare in aria dagli stessi tedeschi[4] presso il Molo Polcevera a Genova Sampierdarena[15][18][19]. Secondo alcune fonti il relitto, recuperato nel dopoguerra, venne demolito[4][5], mentre per altre la nave, riportata a galla nel febbraio 1946, sarebbe stata rimessa in efficienza per la società Valfredda[18].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.naviearmatori.net/gallery/viewimage.php?id=5908[collegamento interrotto]
  2. ^ Marina Militare
  3. ^ a b armed merchant cruisers of WWII - Regia Marina (Italy)
  4. ^ a b c d e f g h i Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, pp. 168-260
  5. ^ a b c Incrociatori Ausiliari della Regia Marina
  6. ^ Lago Tana - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  7. ^ http://www.naviearmatori.net/gallery/viewimage.php?id=78680[collegamento interrotto]
  8. ^ Seekrieg 1940, Oktober
  9. ^ a b c Enrico Cernuschi, “Le reni della Grecia”, su Storia Militare n. 217 – ottobre 2011
  10. ^ Mediterranean Submarines, October 1940
  11. ^ a b A Bravenet.com Forum, su pub10.bravenet.com. URL consultato il 16 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ a b c http://books.google.it/books?id=Eruxknyq7jwC&pg=PA159&lpg=PA159&dq=motonave+Lago+Zuai&source=bl&ots=QZj0zjXOS2&sig=Hz4rOANNrQpGQsBDju69HVwOY0Y&hl=it&sa=X&ei=AlfrTqa-E8id-wbwm6ycCQ&ved=0CEIQ6AEwBA#v=onepage&q=motonave%20Lago%20Zuai&f=false
  13. ^ a b c Historisches Marinearchiv - ASA
  14. ^ a b c d Incrociatore Ausiliario "lago Zuai" - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  15. ^ a b c d e Enrico Cernuschi, La Marina tedesca nel Mediterraneo, 1941-1945, parte III, su Storia Militare n. 208 – gennaio 2011
  16. ^ Warsailors.com :: Ship Forum :: Re: italian Equa
  17. ^ I Campi Flegrei su ... "Pozzuoli Magazine": La "Meta"
  18. ^ a b Foto Storica - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  19. ^ Navi tedesche nella Francia mediterranea
  Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di marina