Lagerstätte

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Lagerstätte di Solnhofen
Archaeopteryx bavarica, Calcare di Solnhofen
Diplomystus dentatus, Formazione Green River
Fossile di Archaeophis proavus Massalongo, Bolca
Spalla di Anhanguera santanae, Formazione Santana
Rhomboteuthis lehmani: calamaro con parti molli in eccezionale stato di conservazione per piritizzazione, proveniente da giacimento calloviano di La Voulte-sur-Rhône, Ardèche, Francia

Una Lagerstätte o Fossil-Lagerstätte[1] è un corpo sedimentario che offre un'eccezionale quantità di informazioni sulla vita del passato a causa dell'abbondanza degli esemplari contenuti e, nel caso dei Konservat-Lagerstätte, del loro straordinario stato di conservazione[2].

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Adolf Seilacher, le Lagerstätten possono essere classificate in due categorie[3]:

Konzentrat-Lagerstätten («giacimenti per accumulo»), giacimenti in cui sono presenti grandi quantità di parti dure degli organismi, per es. tessuto osseo o cartilagineo, in ottimo stato di conservazione. Sono meno spettacolari dei Konservat-Lagerstätten, ma veicolano ugualmente informazioni importanti. Per definizione, la presenza di gusci calcarei (conchiglie) non definiscono una Lagerstätte. Classici esempi di Konzentrat-Lagerstätten sono i cosiddetti bone beds, ovvero letti ossiferi, derivanti dall'accumulo di ossa di vertebrati in enorme quantità, e le coquinas, ovvero grandi quantità di conchiglie, coralli, briozoi, echinoidi e foraminiferi. Generalmente, questi resti sono mineralizzati da calcite o fosfati.

Konservat-Lagerstätten («giacimenti per conservazione»), giacimenti in cui prevalgono esemplari in eccezionale stato di conservazione, con molti resti di vertebrati ancora con le articolazioni in posa come se fossero vivi e anche con buona conservazione dei tessuti molli e più delicati sotto forma di impronte o mineralizzate. La loro importanza è enorme: ciò che sappiamo sulla storia evolutiva degli invertebrati, delle piante e degli stessi vertebrati si deve in gran parte alle Konservat-Lagerstätten. Esistono diversi tipi di depositi di conservazione:

  • Depositi di stagnazione: sono quei depositi che si formano conseguentemente all'assenza di fattori fisici (moto ondoso, escursione di marea, vento, ecc.) che possano perturbare il bacino di accumulo fossilifero. Per tanto, i resti organici si accumulano stagnando sul fondo, originando quindi un deposito caratterizzato da fossili generalmente in ottimo stato di conservazione.
  • Trappole di soffocamento: si tratta di depositi originati dal seppellimento repentino di organismi (prima della morte o immediatamente dopo), che si verifica solitamente in conseguenza di frane o correnti di torbida. Conseguenza del seppellimento è l'ottimo stato di conservazione dei fossili, che vengono sottratti immediatamente all'azione degli organismi o degli agenti in grado di decomporre il reperto.
  • Trappole di conservazione: sono così definiti i depositi in cui gli organismi viventi restano intrappolati negli ultimi istanti di vita, e dove conseguentemente ha luogo il processo di fossilizzazione. La resina degli alberi, ad esempio, è in grado di intrappolare insetti e piccoli vertebrati, per poi fossilizzare dando origine all'ambra. Laghetti caratterizzati da risalite di idrocarburi (che rendono molto viscose le acque), paludi e sabbie mobili, costituiscono invece trappole di conservazione in cui spesso si rinvengono splendidi esemplari di vertebrati, anche di considerevoli dimensioni.

Spesso, nei Fossil Lagerstätten, è possibile rinvenire un'ampia varietà di fossili, appartenenti a decine o centinaia di specie differenti, sia animali che vegetali. Proprio grazie alla scoperta di importanti depositi fossiliferi è stato possibile ricostruire, con ottima approssimazione, le caratteristiche paleo-biologiche di flora e fauna relative al periodo di formazione del deposito.

Meccanismi di formazione[modifica | modifica wikitesto]

Di norma, dopo la morte, gli animali privi di guscio sono soggetti a totale distruzione da parte di animali predatori o necrofagi, a causa dei processi tanatologici putrefattivi o per opera dei fattori fisico-ambientali. I fattori che hanno favorito la formazione delle Konservat-Lagerstätte non sono del tutto noti, ma possono essere ipotizzati. È molto probabile che il deterioramento degli esemplari sia stato impedito dall'essersi depositati, subito dopo la morte, sul fondo marino, un ambiente ostile a predatori e necrofagi e in grado di rallentare i processi putrefattivi. Altri fattori favorenti la conservazione possono essere stati le proliferazioni di alghe tossiche, l'impoverimento dell'ossigeno nell'acqua e l'ipersalinità.

Esempi di Konservat-Lagerstätten[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nella lingua tedesca il vocabolo die Lagerstätte, di genere femminile, significa "giacimento"; al plurale è Lagerstätten
  2. ^ Della Vecchia, F.M., Vita e morte nei mari del Cretaceo., in Le Scienze, n. 418, giugno 2003, pp. 86-93.
  3. ^ Seilacher, A., Begriff und Bedeutung der Fossil-Lagerstätten: Neues Jahrbuch fur Geologie und Paläontologie., in Monatshefte, LXII, 1970, pp. 34–39.
  4. ^ Martill, David M., Bechly, Günter und Loverridge, Robert F. (Hrsg.) (2007): The Crato Fossil Beds of Brazil: Window into an Ancient World, Cambridge: Cambridge University Press, ISBN 978-0-521-85867-0
  5. ^ Stephen Jay Gould, La vita meravigliosa - I fossili di Burgess e la natura della storia, Feltrinelli, 1990 (Universale Economica 1995-2007, ISBN 9788807813504), traduzione italiana di Wonderful Life: Burgess Shale and the Nature of History, Vintage, 1989-2000. ISBN 0099273454
  6. ^ Chen, P., Dong, Z., Zhen, S., An exceptionally well-preserved theropod dinosaur from the Yixian Formation of China., in Nature, vol. 391, 1998, pp. 147-152, DOI:10.1038/34356.
  7. ^ Leonard Krishtalka, In the Grube in the Eocene., in Nature, vol. 355, 23 gennaio 1992, pp. 296-297, DOI:10.1038/355296a0.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dalla Vecchia F.M., Arduini P. e Kellner A.W.A., The First Pterosaurfrom the Cenomanian (Late Cretaceous) Lagerstdtten of Lebanon., in Cretaceous Research, vol. 22, n. 2, 2001, pp. 219-225.
  • Dalla Vecchia F.M., Venturini S. e Tentor M., The Cenomanian (Late Cretaceous) Konservat-Lagerstdtte of en-Nammoûra (Kesrouane Province), Northern Lebanon., in Bollettino della Società Paleontologica Italiana, vol. 41, n. 1, 2002, pp. 51-68.
  • Dalla Vecchia F.M. e Chiappe L. M., First Avion Skeleton from the Mesozoic of Northern Gondwana., in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 22, n. 4, 2002, pp. 856-860.
  • Butterfield, N. J., Exceptional Fossil Preservation and the Cambrian Explosion, in Integrative and Comparative Biology, vol. 43, n. 1, 2003, pp. 166-177, DOI:10.1093/icb/43.1.166.
  • Redazioni Grandi Opere dell'Istituto Geografico De Agostini (a cura di), Il magico mondo dei fossili: guida pratica per conoscerli e collezionarli, volume 1, sezione Giacimenti, prima edizione, Istituto Geografico de Agostini, 1994, p. 1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacimenti fossiliferi, su paleoantropo.net. URL consultato il 5 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2009).
  • Lagerstätten [collegamento interrotto], su keyobs.be.
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