La maestrina (film 1933)

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La maestrina
Titolo originaleLa maestrina
Paese di produzioneItalia
Anno1933
Durata60 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, sentimentale, storico
RegiaGuido Brignone
SoggettoDario Niccodemi
SceneggiaturaGuido Brignone
ProduttoreGiuseppe Amato per GAI
Casa di produzioneCines, GAI
Distribuzione in italianoS.A.S.P.
FotografiaUbaldo Arata, Anchise Brizzi
MontaggioGiacinto Solito
MusicheArmando Fragna
ScenografiaGastone Medin
Interpreti e personaggi

La maestrina è un film del 1933 diretto da Guido Brignone.

Il soggetto del film, che vede Andreina Pagnani nella parte della protagonista, è tratto dall'omonima opera teatrale di Dario Niccodemi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Inizio Novecento. Una giovane maestra elementare di una scuola di uno sperduto paese di montagna della Toscana, quasi tutte le notti va di nascosto al cimitero per pregare sulla tomba della figlia morta.

Ma nel paese corre voce che la maestra vada ad un convegno amoroso, e dunque tutti i paesani sono contro di lei, tranne il Podestà che la difende a spada tratta dalle malelingue.

Si scopre quindi che la figlia della maestra da lei creduta morta è ancora viva, e si trova proprio tra le sue alunne. Le due si possono finalmente riabbracciare, ed il Podestà può sposare la maestra.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne girato nell'autunno del 1933 negli stabilimenti Cines di Roma, ottenne il visto censura n. 27983 del 31 ottobre 1933.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola uscì nelle sale cinematografiche italiane il 17 aprile del 1934, con distribuzione S.A.S.P..

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Dalle pagine de Il Popolo d'Italia, del 18 aprile 1934: Tenue, delicata e profondamente umana vicenda ideata da Niccodemi, Guido Brignone è riuscito a realizzare un bel film. Andreina Pagnani dà alla figura della maestrina un'alta passionalità ed un profondo senso umano che riesce a commuovere.

Remake[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 Giorgio Bianchi realizzerà una nuova trasposizione cinematografica dell'opera di Niccodemi, con María Denis come protagonista.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Savio, Ma l'amore no: realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime 1930-1943, Sonzogno, Milano 1975

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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