La legge del mercato

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La legge del mercato
Vincent Lindon in una scena del film
Titolo originaleLa Loi du marché
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia
Anno2015
Durata93 min
Rapporto2,39:1
Generedrammatico
RegiaStéphane Brizé
SceneggiaturaStéphane Brizé, Olivier Gorce
ProduttoreChristophe Rossignon
Philip Boëffard
Produttore esecutivoÈve François Machuel
Casa di produzioneNord-Ouest Films, Arte France Cinéma
Distribuzione in italianoAcademy Two
FotografiaÉric Dumont
MontaggioAnne Klotz
ScenografiaValérie Saradjian
CostumiAnn Dunsford, Diane Dussaud
Interpreti e personaggi
  • Vincent Lindon: Thierry Taugourdeau
  • Yves Ory: consigliere ufficio di collocamento
  • Karine De Mirbeck: moglie di Thierry
  • Matthieu Schaller: figlio di Thierry
  • Xavier Mathieu: collega sindacalista
  • Noël Mairot: maestro di danza
  • Catherine Saint-Bonnet: bancaria
  • Roland Thomin: acquirente casa mobile
  • Hakima Makoudi: moglie acquirente casa mobile
  • Agnès Millord: tirocinante ufficio di collocamento
  • Stéphanie Hurel: 1ª guardia di sicurezza
  • Soufiane Guerrab: ladro
  • Saïd Aïssaoui: direttore negozio
  • Rami Kabteni: 2ª guardia di sicurezza
  • Eric Krop: preside
  • Christian Watrin: pensionato
Doppiatori italiani

La legge del mercato (La Loi du marché) è un film del 2015 diretto da Stéphane Brizé.

Dramma cinéma vérité sul tema del precariato, è interpretato esclusivamente da attori non professionisti con lavori simili ai loro personaggi nel film, ad eccezione del protagonista Vincent Lindon: a detta del regista, inoltre, alcuni dei casi raccontati sono ispirati a veri fatti di cronaca.[1][2]

Presentato in concorso al 68º Festival di Cannes, vi ha vinto il Prix d'interprétation masculine, andato a Lindon, che ha vinto anche il suo primo César per il migliore attore per la sua interpretazione. È il primo film di una trilogia di Brizé sul mondo del lavoro che comprende anche In guerra (2018) e Un altro mondo (2021).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Thierry ha 51 anni e non ha più un lavoro. Stanco di lottare contro la fabbrica per cui lavorava, che ha delocalizzato, si impegna con tutto se stesso in corsi di formazione e colloqui di lavoro, tra umiliazioni e false speranze. Dalla sua ha una moglie che ama e un figlio altrettanto caparbio nel voler continuare gli studi malgrado la disabilità. Quando finalmente l'impiego arriva, Thierry si trova di fronte a un dilemma morale, essendo ora in una posizione di potere nei confronti dei colleghi: in qualità di guardia giurata di un grande supermercato, deve sorvegliare e comunicare al direttore se qualcuno ruba o commette altre infrazioni passibili di licenziamento.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese sono durate 16 giorni[3] e si sono tenute all'ipermercato Val d'Yerres II della catena Cora a Boussy-Saint-Antoine per le scene ambientate nel luogo di lavoro di Thierry.[4]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in anteprima il 18 maggio 2015 in concorso alla 68ª edizione del Festival di Cannes, per poi venire distribuito nelle sale cinematografiche francesi dal giorno seguente.[1]

È stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Academy Two a partire dal 29 ottobre dello stesso anno.[3]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Costato 1,2 milioni di euro,[5] La legge del mercato ha esordito in Francia in 181 sale, registrando oltre 218 200 presenze nel corso della sua prima settimana, a cui se ne aggiungono 225 000 la seconda, facendogli superare il mezzo milione di spettatori in 15 giorni.[6] Il film ha finito per superare il milione di spettatori in patria al termine della sua programmazione, dimostrandosi un notevole successo commerciale con una profittabilità dell'oltre 360%.[7]

In tutto, secondo il sito Box Office Mojo, il film ha incassato a livello globale 6,5 milioni di dollari, di cui 5,7 in Francia.[8] Il secondo mercato più redditizio è stato quello italiano, dov'era stato distribuito in 40 sale,[3] con un incasso equivalente a 206.000 dollari.[8]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto perlopiù concorde nel promuovere il film per i suoi meriti artistici, con particolare attenzione all'interpretazione di Vincent Lindon, critica e giornali sono stati meno unanimi nel giudicare quelli invece ideologici.[9] Les Inrocks ha scritto che «non capita spesso che un film occupi il cuore del dibattito nazionale».[9]

Laurence Parisot, ereditiera del gruppo Parisot e presidentessa del MEDEF (la Confindustria francese), l'ha descritto come un film «caricaturale», in cui «l'impresa viene sistematicamente descritta come tirannica e prevaricatrice [...] datori di lavoro e banchieri sono inevitabilmente perversi [e] ovviamente l'azionista è un bastardo», invitando Lindon e Brizé a destinare gli incassi del film ai lavoratori.[9][10] Similmente,[9] Didier Péron scrive su Libération che «Lindon è bravissimo in questo senso a far dimenticare per un'ora e mezza che non vive in una casa mobile», lamentandone lo «schierarsi [da parte del regista] dietro a finzioni che nessuno oserebbe attaccare perché ovviamente dalla parte dei più deboli, degli indigenti, ecc».[11]

Serge Kaganski di Les Inrocks ha respinto le accuse di sadismo e/o patetismo lanciate al regista, scrivendo: «mostrare una verità spiacevole non significa parteggiare per chi ha coltello dalla parte del manico», difendendo la scelta rendere disabile il figlio di Thierry («perché no? I bambini con disabilità esistono [...] tanto più che Brizé non vi spinge troppo: solo due scene, abbastanza sobrie, con un'unica inquadratura [...] in linea col resto») e la rappresentazione del tema trattato, scrivendo che: «Brizé tiene fede al suo punto: mostrare come il liberismo non sia solo un'astrazione ma una visione del mondo e del lavoro che contamina il quotidiano, e come mantenere un minimo di dignità in questo ambiente».[9]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (FR) Jacques Mandelbaum, «La Loi du marché»: une expérience radicale de chimie cinématographique, in Le Monde, 19 maggio 2015. URL consultato il 19 ottobre 2017.
  2. ^ (FR) Vincent Lochmann, Matthieu Schaller, le comédien handicapé de "La Loi du Marché", su vivrefm.com, 25 maggio 2015. URL consultato il 5 gennaio 2016.
  3. ^ a b c (FR) Vincent Lindon, politici ignari dei problemi reali, su ansa.it, ANSA, 26 ottobre 2015. URL consultato il 29 luglio 2021.
  4. ^ (FR) Laurent Degradi, Le supermarché de Boussy fier de «sa» palme à Cannes, in Le Parisien, 26 maggio 2015. URL consultato il 9 gennaio 2020.
  5. ^ (FR) «La Loi du marché»: Lindon, chômeur en colère***, in Le Parisien, 19 maggio 2015. URL consultato il 29 agosto 2019.
  6. ^ (FR) Page des entrées du film en France, su jpbox-office.com. URL consultato il 29 agosto 2019.
  7. ^ (FR) Chiffres-clés du film, su jpbox-office.com. URL consultato il 29 agosto 2019.
  8. ^ a b (EN) The Measure of a Man (2015), su Box Office Mojo. URL consultato il 29 luglio 2021.
  9. ^ a b c d e (FR) Serge Kaganski, Marxiste ou pro-MEDEF ? "La loi du marché" fait débat, in Les Inrocks, 3 giugno 2015. URL consultato il 19 ottobre 2017.
  10. ^ (FR) Parisot étrille le film «La Loi du marché», «caricature» de l'entreprise, in Le Parisien, 30 maggio 2015. URL consultato il 19 ottobre 2017.
  11. ^ (FR) Didier Péron, «La Loi du marché» : le salaire de l’impair, in Libération, 18 maggio 2015. URL consultato il 19 ottobre 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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