L'ira di Achille

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Disambiguazione – Se stai cercando l'opera di Giuseppe Nicolini, vedi L'ira di Achille (Nicolini).
L'ira di Achille
Gordon Mitchell nel ruolo di Achille in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1962
Durata118 min
Rapporto2,35 : 1
Genereazione, drammatico, sentimentale, guerra
RegiaMarino Girolami
SoggettoIliade di Omero
SceneggiaturaGino De Santis
ProduttoreSamuel Z. Arkoff, James H. Nicholson
Casa di produzioneAmerican International Pictures
FotografiaMario Fioretti
MontaggioMirella Casini
MusicheCarlo Savina
ScenografiaSaverio D'Eugenio
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'ira di Achille è un film peplum del 1962, diretto da Marino Girolami.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Tiepolo, Atena impedisce ad Achille di uccidere Agamennone, 1757, Villa Valmarana.

L'ira di Achille racconta l'episodio, narrato nell'Iliade, del dibattito tra Achille ed Agamennone.Quest'ultimo avrebbe dovuto riconsegnare Criseide a suo padre Crise, il sacerdote di Apollo, ma si rifiutò e trattò male Crise.

Ciò scatenò la rabbia di Apollo che si vendicò facendo scoppiare una terribile pestilenza fra gli Achei. Agamennone a questo punto è costretto a restituire la schiava ma pretende allora di avere al suo posto Briseide, schiava di Achille.

Dopo vicende come l'episodio di Calcante e varie altre discussioni, Atena convince Achille a non uccidere Agamennone. Achille, però, a partire da questo momento si rifiuta di combattere a fianco dell'esercito greco. Agamennone pensa inizialmente che lui e il suo esercito avrebbero potuto continuare a combattere normalmente anche senza l'aiuto del più valoroso degli achei contro Troia. Ma si sbaglia, perché da quel momento Ettore, principe teucro figlio del re Priamo e fratello del pusillanime Paride, rapitore di Elena, coglie l'occasione per far avanzare la sua armata dell'esercito e sbaragliare quella nemica. Infatti l'esercito greco incomincia a perdere terreno e battaglie, venendo ricacciato sempre più indietro nella spiaggia fino alle navi. Achille, anche se sollecitato da ambasciate inviate da Agamennone e dai suoi migliori amici, tra i quali il migliore amico Patroclo, rifiuta di accettare la pace e così continua a volere fino ad un evento tragico. Infatti, essendo l'esercito della Grecia in seria difficoltà, con il grave pericolo di essere ricacciato in mare, Patroclo, migliore amico di Achille, si presenta così in campo imbracciando le armi del Pelide, pensando di far credere ai troiani di essere Achille e farli in questo modo scappare terrorizzati. Ettore, credendolo Achille, non perde l'occasione per affrontarlo e lo uccide quasi subito. Solo a questo punto Ettore riconosce il grave errore e già prevede la sua morte per mano di Achille. Infatti il figlio di Peleo, saputa la notizia terribile, scoppia in singhiozzi che si trasformano in furia cieca. Successivamente si celebrano i funerali in onore del grande amico di Achille il quale si farà ricostruire le armi e partirà verso Troia per compiere il proprio destino.

Inscenata una tremenda carneficina nella pianura della città, tutti i troiani fuggono, consapevoli di non poter sconfiggere Achille, che cerca furente Ettore. Costui decide di scendere in campo per affrontare il nemico, ma presto si accorge che Achille è molto più forte di lui, non solo per le armi divine, ma anche per la furia di vendicare Patroclo. Così Ettore muore trafitto da Achille, che trascina nella sua tenda il corpo insanguinato. Quella stessa notte il re troiano Priamo si reca nell'accampamento greco a reclamare il corpo del figlio per attribuirgli i dovuti onori. Achille decide di non uccidere Priamo per rispetto, ma è riluttante sul fatto di restituirgli il cadavere. Priamo, da buon saggio, riesce a convincere l'animo di Achille ricordandogli l'anima di suo padre Peleo. Achille così restituisce il cadavere di Ettore a Priamo, che lo riporta nella città.

Dopo altri giorni di guerra, Ulisse riesce a trovare una soluzione affinché la grande guerra cessi una volta per tutte: costruire un grande cavallo di legno con i resti delle navi distrutte per ingannare in troiani. Dentro il ventre della costruzione sarebbero entrati almeno trenta dei più valorosi guerrieri, mentre il resto dell'esercito avrebbe finto di andarsene verso la Grecia. Il trucco funziona e i troiani, credendo che il cavallo sia un'offerta agli Dei, per non inimicarseli, se lo portano dentro Troia. Durante la notte le sentinelle non vengono messe di guardia, dato che tutti credono che i Greci siano ormai partiti per sempre. E invece dal ventre del cavallo escono i guerrieri che uccidono tutte le guardie e fanno entrare il resto delle guarnigioni, riapprodate sulla spiaggia. Troia è ormai in fiamme e tutti i troiani vengono o uccisi o fatti prigionieri. Achille, il più furente di tutti, viene però colpito a tradimento al tallone, unico suo punto debole, da una freccia. Paride, il vigliacco che rapì Elena, l'ha scoccata mentre il Pelide era girato.

Così Achille muore come un comune mortale, e alla fine della distruzione di Troia gli vengono attribuiti i dovuti onori come un immortale.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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