L'immortale (film 2010)

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L'immortale
Una scena del film
Titolo originaleL'Immortel
Lingua originaleFrancese
Paese di produzioneFrancia
Anno2010
Durata117 min
Rapporto2,35:1
Genereazione, noir, thriller
RegiaRichard Berry
SoggettoFranz Oliver Giesbert
SceneggiaturaRichard Berry, Mathieu Delaporte, Alexandre de La Patellière, Eric Sous
ProduttoreLuc Besson
Produttore esecutivoDidier Hoarau
Casa di produzioneEuropaCorp
Distribuzione in italianoEagle Pictures
FotografiaThomas Hardmeier
MontaggioCamille Delamarre
Effetti specialiOlivier Afonso, Kevin Carter, Frédéric Lainé
MusicheKlaus Badelt
ScenografiaPhilippe Chiffre
CostumiCarine Sarfati
TruccoFrédérique Arguello, Catherine Duplan, Serena Forgeas, Sylvie Greco, Frédéric Lainé, Pascal Larue, Ghislaine Nejjar, Marilyne Scarselli
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'immortale (L'Immortel) è un film del 2010 diretto da Richard Berry, con protagonista Jean Reno.

La pellicola, basata su un romanzo di Franz-Olivier Giesbert, si ispira alla storia vera di Jacky Imbert, padrino della mafia marsigliese, sopravvissuto ad un attentato in un parcheggio di Marsiglia nel 1977.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Charles "Charly" Matteï è un ex esponente della criminalità organizzata marsigliese, ora redento. L'uomo subisce un agguato in un parcheggio, venendo raggiunto da ventidue colpi di arma da fuoco, ma sopravvive. Uscito dall'ospedale, scopre che dietro l'accaduto c'è il suo ex compare Tony Zacchia, e decide di non cercare vendetta per due ragioni: il dover affrontare quello che era un suo amico fraterno e rompere la promessa fatta alla famiglia di avere smesso con la vita criminale.

Zacchia, però, fa uccidere uno dei suoi ex uomini e amico, per intimargli di andarsene da Marsiglia. Matteï deciderà allora di dare inizio a una sua vendetta personale, dando la caccia ai suoi sicari, per ucciderli a uno a uno. La polizia segue la vicenda attraverso le indagini di una ispettrice di polizia, Marie Goldman, vedova di un poliziotto, ucciso presumibilmente dalla banda di Zacchia. Le quotidiane inquietudini di lei derivano da un figlio che trascura a causa del suo lavoro, nonché da una certa inclinazione al bere. Subisce le angherie di un capo che più che di indagini si occupa di politica, preoccupato soprattutto della sua poltrona al punto di avere poco approfondito le indagini sulla morte di suo marito.

Matteï continua la sua opera di sistematica eliminazione della banda e Zacchia decide di fronteggiarlo spingendosi a rapirgli il figlio chiedendogli, in cambio della liberazione, di costituirsi. L'ispettrice Goldman capisce il piano di Zacchia e quando Matteï riesce a incontrarla e le propone di aiutarlo, accetta, con la malcelata speranza di trovare attraverso la vendetta di Matteï, anche la sua. Alla fine, il piano dei due riesce e Matteï riesce a liberare il figlio facendo arrestare Zacchia senza essere costretto a diventare un informatore della polizia.

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