Keitum

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Keitum
frazione
Keitum/Kairem
Keitum – Veduta
Keitum – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
Land Schleswig-Holstein
DistrettoNon presente
CircondarioFrisia Settentrionale
ComuneSylt
Territorio
Coordinate54°54′N 8°22′E / 54.9°N 8.366667°E54.9; 8.366667 (Keitum)
Altitudinem s.l.m.
Abitanti1 250 (2005)
Altre informazioni
Cod. postale25980
Prefisso(+49)
Fuso orarioUTC+1
TargaNF
Cartografia
Mappa di localizzazione: Germania
Keitum
Keitum
Sito istituzionale

Keitum (in frisone settentrionale Kairem, in danese Kejtum; 1 250 abitanti circa[1]) è un villaggio tedesco sul Mare del Nord situato nell'isola di Sylt, isola appartenente al Land Schleswig-Holstein (Germania nord-occidentale) e facente parte dell'arcipelago delle Isole Frisone Settentrionali.
Dal punto di vista amministrativo, si tratta di una frazione, che - insieme alle località di Westerland, Munkmarsch, Rantum, Archsum e Tinnum - va a formare la neo-nata municipalità di Sylt[2], municipalità del circondario della Frisia Settentrionale. Precedentemente (ovvero fino al 2009)[2], faceva invece parte del comune soppresso di Sylt-Ost[2][3], mentre fino al 1970 era un comune a sé stante[2], che comprendeva anche la località di Munkmarsch.

Un tempo (fino al XIX secolo)[3][4] centro principale dell'isola[3][4][5], è soprannominato il "cuore verde dell'isola"[1][5] per via della grande quantità di alberi[3].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Collocazione[modifica | modifica wikitesto]

Il villaggio di Keitum si trova nella parte centrale della costa orientale dell'isola di Sylt[6], ovvero quella che fa parte del Nationalpark Schleswig-Holsteinisches Wattenmeer[6], ed è situato a qualche km ad est di Westerland e Tinnum[6] e a circa 8 km[7] a nord-ovest di Morsum, nonché a sud-est dell'Aeroporto di Sylt[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il villaggio è citato per la prima volta nel 1216[3], anche se i primi insediamenti in zona risalgono all'epoca preistorica[8].

Tra il XVII secolo e il XVIII secolo, furono costruite in loco numerose case col tetto di paglia nel tipico stile frisone, destinate ad ospitare i capitani di marina.[2][8]

A partire dal 1820, fu creato a Keitum un grande porto per gli scambi commerciale, che però dovette ben presto (nel 1859) essere smantellato e trasferito a Munkmarsch a causa degli insabbiamenti nel Wattenmeer.[8]

Nel 1862 era ancora la località più popolosa dell'isola, con 800 abitanti.[8] Basti pensare che era all'epoca anche l'unico luogo in tutta l'isola dove si poteva reperire un medico e una farmacia.[3]
Tuttavia, con la dismissione del porto, già tra il 1868 e 1869 gran parte delle attività principali - e con esse evidentemente anche molte persone - iniziarono a trasferirsi a Westerland, che proprio in quel periodo stava conoscendo il suo momento di grande espansione.[8]

Nel 1927, con la costruzione della diga che tuttora collega Sylt alla terraferma via ferrovia, fu costruita a Keitum una stazione.[2]

Nel 1950, la località, che inizialmente non godeva di grande nomea a livello turistico, fu dichiarata stazione climatica.[8]
Ciò indusse molti artigiani, grazie anche agli affitti convenienti, a stabilirsi a Keitum e ad aprire diverse botteghe lungo la via principale del villaggio, la "Gurtstieg".[8]

Nel 1970, la località perse lo status di comune e fu inglobata nella municipalità di Sylt-Ost.[2]
Nello stesso anno, iniziò tuttavia anche lo sviluppo turistico di Keitum, con la costruzione del primo hotel.[5] Man mano, furono realizzate anche numerose boutique e sale da tè.[5]

Nel 2009, la località fu inglobata nella nuova municipalità di Sylt.[2]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche di Keitum sono le case dal tetto di paglia, con facciata a mattoni o di color bianco, risalenti al XVII secolo-XVIII secolo.[2][8][9] Particolarmente decorate sono le porte, che riportano ai tempi in cui a Sylt era praticata la caccia alla balena.[9]

Altra particolarità di Keitum è la presenza numerosa di sale da tè.[5]

Edifici e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Severino[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli edifici principali di Keitum è la Chiesa di San Severino (Severinskirche), situata nella parte settentrionale del villaggio[10]: fu eretta nel 1204 e presenta una torre tardo-gotica risalente al 1450.[11][12]

Al suo interno, si trova un altare a portelli tardo gotico, risalente al 1480.[11] La parte più antica tuttora conservata è invece il fonte battesimale, che risale al 1250.[12]

Cimitero[modifica | modifica wikitesto]

All'esterno della Chiesa di San Severino, si trova il cimitero della parrocchia.
Il cimitero ospita le tombe di vari personaggi famosi, quali l'editore Rudolf Augstein (1923-2002), lo scrittore Ferdinand Avenarius (1856-1923), l'architetto Walther Baedecker (1880-1959), l'editore Peter Suhrkamp (1891-1959), il politico Gerhard Schröder, la scrittrice Clara Tiedemann (1891-1979), ecc..[3][13]

Vi si trovano inoltre le tombe volute dalle famiglie abbienti del XVIII-XIX secolo, alcune delle quali presentano delle steli che possono raggiungere l'altezza di 2 metri, e le tombe dei capitani di marina.[10]

Altfriesisches Haus[modifica | modifica wikitesto]

Un altro edificio famoso è l'Altfriesisches Haus ("Antica casa frisone"): si tratta di una casa a due piani in mattoni e con il tetto di paglia, fatta costruire nel 1739 dal capitano Peter Uwen ed ampliata nel 1784.[14]

Dal 1850, vi abitò con la propria famiglia l'insegnante e cronista Christian Peter Hansen (1803-1879), che lasciò ai posteri una notevole collezione sulla cultura locale.[14] Questa collezione rese possibile l'apertura nel 1907 da parte dell'associazione Söl'ring Foriining (l'associazione che si occupa della preservazione dell'idioma e della cultura locale) di un museo dedicato alla cultura dell'isola tra il XVII e il XVIII secolo.[14]

L'interno della casa offre al visitatore uno spaccato dello stile abitativo sull'isola nel XVIII secolo.[12][15][16]
Caratteristici sono i letti ad armadio, in cui si doveva dormire in parte seduti.[12]

Dal 1999, è inoltre allestito un mini-museo dedicato ai prodotti tessili.[12][15][16]

Sylter Heimatmuseum[modifica | modifica wikitesto]

Il Sylter Heimatmuseum ("Museo locale di Sylt") è ospitato in una casa dal tetto di paglia, fatta costruire nel 1759 dal capitano Uwe Peters.[9][17]

Nel museo sono esposti gli abiti tradizionali portati dalla gente di Sylt, orologi a pendolo, armadi, piastrelle, ecc. oltre a foto e ad antichi documenti.[12]

Singolare è il portone d'ingresso al giardino della casa, che presenta una sorta di "arco di trionfo" realizzato con le ossa di una mascella di balena, spiaggiata a Wennigstedt nel febbraio del 1995.[17]

Packhaus[modifica | modifica wikitesto]

Un altro edificio degno di nota è la Packhaus, un magazzino dell'area dell'ex-Porto di Keitum risalente al 1829[14]: ospitò un ufficio doganal e (dal 1832)[14] e, in seguito, il primo ufficio postale dell'isola (dal 1854)[14].

Fu anche il luogo, attorno al quale, nel 1854, si radunarono circa 400-500 abitanti di Sylt per protestare contro la corona danese.[14].

Tipkenhoog[modifica | modifica wikitesto]

La Tipkenhoog è una camera sepolcrale risalente all'Età del Bronzo (1700-500 a.C.) dell'altezza di circa 6 metri.[18]

Secondo la leggenda, sarebbe stato il luogo dove giace Tipken (da cui il nome), il guardiano dei giganti di Sylt.[18]

Harhoog[modifica | modifica wikitesto]

Un'altra camera sepolcrale è la Harhoog, risalente al Neolitico.[18]
Inizialmente si trovava tra Keitum e Tinnum, ma fu trasferita a Keitum nel 1954 per consentire la costruzione dell'Aeroporto di Sylt.[18]

Feuerwehrmuseum[modifica | modifica wikitesto]

A Keitum si trova anche il Feuerwehrmuseum, il "Museo dei Vigili del Fuoco", che in un'area di 60 m² ospita vecchi mezzi, uniformi, foto, ecc.[12][18]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Schnurrer, Elisabeth, Sylt, ADAC Verlag, München, 2005, p. 72
  2. ^ a b c d e f g h i Sylt-2000: Keitum
  3. ^ a b c d e f g Sylt-Lexikon: Keitum
  4. ^ a b Sylt.Citysam: Sylt-Ost
  5. ^ a b c d e Gastgeber-Sylt: Keitum, su gastgeber-sylt.de. URL consultato il 21 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2011).
  6. ^ a b c d Nord- und Ostsee. Norfiesland - Schleswiger Land, Bild Atlas Nr. 69, HB Verlag, Hamburg, 1988-1995, p. 22
  7. ^ ViaMichelin.it: Itinerario da Keitum a Morsum
  8. ^ a b c d e f g h Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 73
  9. ^ a b c Nord- und Ostsee. Norfiesland - Schleswiger Land, op. cit., p. 23
  10. ^ a b Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 76
  11. ^ a b Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 74
  12. ^ a b c d e f g Keitum.de: Keitum > Sehenswürdigkeiten & Ausflugsziele, su keitum.de. URL consultato il 21 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2011).
  13. ^ Schnurrer, Elisabeth, op. cit., pp. 75-76
  14. ^ a b c d e f g Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 77
  15. ^ a b Sylt.de: Altfriesisches Haus Archiviato il 7 settembre 2011 in Internet Archive.
  16. ^ a b Mein Sylt-Urlaub: Altfriesisches Haus, su mein-sylt-urlaub.com. URL consultato il 21 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2007).
  17. ^ a b Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 78
  18. ^ a b c d e Schnurrer, Elisabeth, op. cit., p. 79

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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