Karasahr

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Coordinate: 42°01′N 86°33′E / 42.016667°N 86.55°E42.016667; 86.55
Bacino del Tarim nel III secolo

Karasahr, Yanqi o Karashahr ("città nera" in lingua uigura, turco: Karasehir, sanscrito: Agnideśa, cinese: 焉耆, pinyin: Yānqí, Wade-Giles: Yen-ch'i; ) è un'area situata nell'odierno Xinjiang, in Cina. Il nome sanscrito buddhista era 'Agni' o 'Fuoco'. L'attuale nome della città è Yanqi.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale Yanqi (latitudine 42° 01'N; longitudine 86°33'E) si trova circa 24 km ad ovest del lago Bosten. Il lago è largo 81 km (est-ovest) e lungo 48 km (nord-sud), con una superficie di 1000 km2 che lo rende uno dei più grandi dello Xinjiang. Era famoso fin dai tempi della dinastia Han a causa dell'enorme quantità di pesce che lo abitava. Il lago è rifornito dal Kaidu, ed il fiume Konqi esce dopo Korla e attraversa il deserto del Taklamakan fino a Lop Nur. Vi sono numerosi altri piccoli laghi nella regione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questa mappa del XVII secolo mostra Cialis (Karashahr) come una delle città della catena che si stende tra Hiarcan e Sucieu

Il regno di Yanqi fu un antico regno buddhista situato su quel ramo della via della seta che costeggiava il lato settentrionale del deserto del Taklamakan nel bacino del Tarim. Durante la dinastia Han era un regno molto importante.[1]

Karashahr divenne nota agli europei (come Cialis, trascrizione italianizzata del turco Chalish)[2] all'inizio del XVII secolo, quando il gesuita portoghese Bento de Góis la visitò durante il suo viaggio dall'India alla Cina (via Kabul e Kashgar). De Góis ed i suoi compagni di viaggio (un mercante armeno di nome Isaac ed uno greco di nome Demetrios) trascorsero molti mesi nel "Regno di Cialis", attraversandolo con una carovana di mercanti kashgar (apparentemente esattori fiscali) nel loro viaggio alla scoperta della Cina Ming. I viaggiatori rimasero a Cialis per tre mesi nel 1605, per proseguire attraverso Turfan ed Hami (tutte nel Regno di Cialis, secondo de Góis), fino al confine dell'impero Ming a Jiayuguan.[3][4][5]

Un viaggiatore del XX secolo descrive così la situazione di Karashahr:

«L'intero distretto che circonda Kara-shahr e Korla è, da un punto di vista geografico e politico, sia interessante che importante; mentre tutte le altre parti del Turkestan cinese possono essere raggiunte solo scalando alte cime e difficoltosi passi, il più basso dei quali è alto quanto il Monte Bianco, o attraversando enormi e pericolosi deserti di sabbia, qui troviamo il solo punto raggiungibile tramite valli di numerosi fiumi nelle vicinanze di Ili, dove le acque abbondano, e dove una ricca vegetazione rende possibile la vita per le tribù nomadi. Queste tribù di Calmucchi ancora viaggiano da nord-est a Tal. Sono i nomadi Torgut che erigono le loro iurte attorno a Kara-shahr e vivono una vita dura con le loro mandrie...
Come i Mongoli nomadi di oggi, le tribù erranti di un tempo lontano devono aver usato questo distretto come porta di entrata e uscita. I Tocari (Yue-chi) [pinyin: Yuezhi], sulla loro rotta per la Cina, senza dubbio ai tempi attraversavano questo passaggio per raggiungere la valle dell'Ili...»

Vicini[modifica | modifica wikitesto]

L'antico stato confinava con Kucha e con Aksu ad ovest, e con Turfan ad est. A su, dopo Korla ed il deserto, c'era Khotan.

Francis Younghusband visitò per breve tempo Karasahr nel 1887 nel suo viaggio da Pechino all'India. La descrisse come "simile alle città vicine, circondata da mura in fango, e con porte sormontate dalle solite torri simili a pagode. Vi sono mura di moschettieri all'esterno delle mura principali, ma sono ora quasi tutte in rovina. All'interno delle mura vi sono alcuni yamen, ma solo poche case. Fuori, a sud, ci sono pochi negozi".[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hill, John E. 2003. "Annotated Translation of the Chapter on the Western Regions according to the Hou Hanshu." seconda edizione, sez. 22
  2. ^ Libri del tempo (come Ricci, De Christiana expeditione apud Sinas) e opere successive derivate da questi (come il Dictionary of Ming biography) usavano solitamente "Cialis", ma alcune mappe usano la forma anglicizzata "Chialis"
  3. ^ "Bento de Goes", in: Luther Carrington Goodrich e Zhaoying Fang, Dictionary of Ming biography, 1368-1644. Volume 1, Columbia University Press, 1976, pp. 472-473, ISBN 0-231-03801-1.
  4. ^ Mirza Muhammad Haidar Dughlt, A History of the Moghuls of Central Asia: The Tarikh-I-Rashidi, Cosimo, Inc., 2008, ISBN 1-60520-150-2.
  5. ^ Nicolas Trigault, "China in the Sixteenth Century: The Journals of Mathew Ricci: 1583-1610", traduzione inglese di Louis J. Gallagher, New York, Random House Inc, 1953. Si tratta di una traduzione dall'opera in latino De Christiana expeditione apud Sinas basata sul diario di Matteo Ricci. Libro quinto, cap. 12, "Cathay and China Proved to Be Identical", pp. 510-513
  6. ^ Albert von Le Coq, Buried Treasures of Chinese Turkestan: An Account of the Activities and Adventures of the Second and Third German Turfan Expeditions, tradotto da Anna Barwell, Londra, George Allen & Unwin Ltd., 1928, Oxford University Press, 1985, pp. 145-146
  7. ^ Francis E. Younghusband, The Heart of a Continent, 1896, pp. 143-144, John Murray, Londra, Elbiron Classics, ISBN 1-4212-6551-6, ISBN 1-4212-6550-8

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • John E. Hill, The Peoples of the West from the Weilue 魏略 by Yu Huan 魚豢: A Third Century Chinese Account Composed between 239 and 265 CE, 2004
  • A. F. P. Hulsewé e M. A. N. Loewe, China in Central Asia: The Early Stage 125 BC – AD 23: an annotated translation of chapters 61 and 96 of the History of the Former Han Dynasty, 1979, E. J. Brill, Leiden
  • B. N. Puri, Buddhism in Central Asia, Motilal Banarsidass Publishers Private Limited, Delhi, 1987
  • Aurel M. Stein, Ruins of Desert Cathay: Personal narrative of explorations in Central Asia and westernmost China, 1912, 2 vol., Delhi, Low Price Publications
  • Aurel M. Stein, Serindia: Detailed report of explorations in Central Asia and westernmost China, 1921, 5 vol., Londra e Oxford, Clarendon Press, Delhi, Motilal Banarsidass
  • Aurel M. Stein, Innermost Asia: Detailed report of explorations in Central Asia, Kan-su and Eastern Iran, 1928, 5 vol., Clarendon Press
  • Taishan Yu, A History of the Relationships between the Western and Eastern Han, Wei, Jin, Northern and Southern Dynasties and the Western Regions, 2004, Sino-Platonic Papers, no. 131, marzo 2004, Dept. of East Asian Languages and Civilizations, University of Pennsylvania