Julio Velasco

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Julio Velasco
Velasco nel 2016
Nazionalità Bandiera dell'Argentina Argentina
Pallavolo
Ruolo Allenatore
Squadra Bandiera dell'Italia Italia (Femminile)
Carriera
Carriera da allenatore
1979-1982Ferro Carril Oeste
1981-1983Bandiera dell'Argentina ArgentinaVice
1983-1985 VC Jesi
1985-1989Panini
1989-1996Bandiera dell'Italia Italia
1997-1998Bandiera dell'Italia ItaliaFemminile
2001-2003Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca
2003-2004Piacenza
2004-2006Modena
2006-2008Gabeca
2008-2011Bandiera della Spagna Spagna
2011-2014Bandiera dell'Iran Iran
2014-2018Bandiera dell'Argentina Argentina
2018-2019Modena
2023UYBAFemminile
2024-Bandiera dell'Italia ItaliaFemminile
Palmarès
 Olimpiadi
Argento Atlanta 1996
 Mondiali
Oro Brasile 1990
Oro Grecia 1994
 Europei
Oro Svezia 1989
Oro Finlandia 1993
Oro Grecia 1995
Argento Germania 1991
 World League
Oro Giappone 1990
Oro Italia 1991
Oro Italia 1992
Oro Italia 1994
Oro Brasile 1995
Argento Olanda 1996
Bronzo Brasile 1993
 Grand Champions Cup
Oro Giappone 1993
 World Top Four
Oro Giappone 1994
Argento Giappone 1990
 World Super Challenge
Oro Giappone 1996
 Campionati Asiatici
Oro Iran 2011
Oro Dubai 2013
 Torneo di Maxi Volley
Oro Mar del Plata 2013
 Giochi panamericani
Oro Toronto 2015
Statistiche aggiornate al 1º gennaio 2024

Julio Velasco (La Plata, 9 febbraio 1952) è un dirigente sportivo e allenatore di pallavolo argentino naturalizzato italiano, commissario tecnico della nazionale femminile italiana.

Ha legato la sua fama dapprima ai successi con la Panini, con cui ha vinto quattro campionati italiani consecutivi dal 1986 al 1989[1], e poi ancor più alla nazionale italiana di pallavolo maschile, di cui è stato commissario tecnico dal 1989 al 1996: sotto la sua gestione gli azzurri, fin lì ai margini del volley mondiale, nel corso degli anni 90 del XX secolo si affermarono tra le nazionali più forti di tutti i tempi[2], grazie ai successi della cosiddetta generazione di fenomeni. Alla guida della nazionale azzurra Velasco ha vinto, tra l'altro, tre campionati d'Europa e due campionati del mondo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da padre peruviano, agronomo, e madre argentina di origine inglese, professoressa d'inglese, cresce assieme ai due fratelli, uno maggiore di un anno e l'altro minore di cinque, in una famiglia evangelica metodista. Il padre, che aveva lasciato il Perù per studiare all'Università Nazionale di La Plata, dove lavorava nella radio studentesca, si separa dalla madre e muore nel suo Paese natale per una pancreatite curata male quando Velasco ha 6 anni[3][4][5][6][7].

Iscrittosi alla facoltà di filosofia dell'università platense, con l'intenzione di diventare un professore di liceo, lascia gli studi a sei esami dalla laurea per trasferirsi a Buenos Aires, dove a detta sua «era più facile passare inosservati»: in Argentina quelli sono, infatti, gli anni (1976-1983) della dittatura militare, della repressione e dei desaparecidos. Velasco, presidente del comitato studentesco della sua facoltà e militante comunista, avendo visto "scomparire" alcuni suoi amici nonché suo fratello minore, di cui non ha notizie per due mesi, lascia l'università e si dedica a vari lavori nella capitale argentina, prima come addetto alle pulizie poi come agente immobiliare e insegnante nei corsi per adulti, dedicandosi parallelamente anche all'attività di allenatore di pallavolo, che diventerà poi la sua professione dopo essersi anche diplomato all'Instituto Nacional De Educacion Fisica[3][7][8][9][10][11][12][13][14].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Velasco (in piedi, secondo da sinistra) allenatore del Volley Club Jesi nella stagione 1984-85

I primi contatti di Velasco con la pallavolo avvengono ai tempi del liceo e dell'università, quando gioca e allena selezioni giovanili, ma la sua carriera vera e propria inizia nel Ferro Carril Oeste di Buenos Aires, dove vince quattro campionati argentini consecutivi tra il 1979 e il 1982. In quello stesso anno, come vice della nazionale argentina, partecipa alla vittoria della medaglia di bronzo ai campionati mondiali, giocati in casa.

Nel 1983, scoperto dal giovane direttore sportivo Giuseppe Cormio[15][16][17][18] su suggerimento dei pallavolisti argentini della squadra Waldo Kantor e Carlos Wagenpfeil (che aveva allenato in nazionale)[19][20][21], Velasco si trasferisce in Italia sulla panchina del Volley Club Jesi, neopromosso in Serie A2[22], guidato dal vice coach Alberto Santoni e dal presidente Sandrino Casoni[23]. Nella stagione 1983-84 la matricola jesina termina al secondo posto una stagione a tratti disputata da capolista, sfiorando la promozione in Serie A1.

Nel 1985 viene chiamato sulla panchina della blasonata Panini di Modena dove incontra, ancora giovani, alcuni dei giocatori che segneranno la storia del volley italiano e mondiale nel decennio seguente: Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi e Andrea Lucchetta, cui si aggiungerà l'anno successivo Fabio Vullo; insieme al più esperto Franco Bertoli, formeranno l'ossatura di una squadra capace di riportare lo scudetto a Modena e di difenderlo per quattro stagioni consecutive, fino al 1989, oltreché di raggiungere per tre volte consecutive la finale di Coppa dei Campioni.

Velasco alla guida della Panini nella stagione 1987-88

Dopo quattordici anni dedicati alle nazionali, nel 2003 rientra nel campionato italiano, guidando il Piacenza alla finale play-off, perdendo lo scudetto contro il Treviso. Nel 2004 torna dopo quindici anni a Modena, dove rimane per due stagioni con risultati altalenanti. Nel 2006 passa alla Gabeca dove, nella stagione 2007-08, raggiunge i play-off, traguardo che alla società di Montichiari mancava da cinque stagioni.

Nell'annata 2018-19 torna ad allenare a Modena per la terza volta in carriera. Vince la Supercoppa italiana nella finale contro il Trentino, prima di dimettersi al termine della stagione[24] e annunciare il suo ritiro da allenatore[25]. Dopo un quadriennio trascorso nei ranghi della federazione italiana, nell'annata 2023-24 torna in panchina, stavolta nel campionato femminile, con la UYBA di Busto Arsizio[26]; tuttavia si dimette il 21 novembre 2023, stante l'impossibilità di ricoprire un doppio incarico, per accettare la guida tecnica della nazionale italiana femminile[27].

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana maschile. Ottiene subito l'oro ai Campionati europei, disputati in Svezia, il primo nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di successi: fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l'Italia colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League, oltre ad altri trofei minori.

Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina, Marco Bracci, Andrea Gardini, oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta: questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta generazione di fenomeni, e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla FIVB come Squadra del secolo. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo; celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo sguardo grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico. Riguardo all'abbandono della panchina azzurra, dichiarò:

«Lascio perché ho semplicemente dato il meglio di me stesso e perché c'è stata troppa identificazione che è un male sia per me, sia per il collettivo. Troppa pressione, e poi l'identificazione della squadra con la mia persona. Basti pensare che durante le Olimpiadi qualche giornale ha titolato "Velasco affronta la Jugoslavia". Il cuore mi avrebbe anche portato a restare malgrado i media e le mitificazioni. Molti amici mi consigliavano di non mollare, di provarci ancora. Ma sarebbe stato un errore clamoroso. Vivere altri quattro anni di attesa per cercare di vincere le Olimpiadi sarebbe stata una presunzione imperdonabile[28]

Nel biennio 1997-98 Velasco allena la nazionale italiana femminile[29], con l'obiettivo di portare le azzurre alla qualificazione olimpica, fino ad allora mai centrata, a Sydney 2000[30]. In questo lasso di tempo conduce le ragazze a un quinto posto agli Europei del 1997, deludente rispetto alle ambizioni iniziali[31], per poi lasciare la panchina al suo vice Angelo Frigoni, già suo secondo ai tempi della nazionale maschile. In questa fase, inoltre, da una sua idea prende vita il Club Italia, una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla Federazione, per permettere loro di allenarsi tutto l'anno senza lo stress legato alle competizioni con le proprie società[32]; nel Club Italia militeranno tra le altre Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco, Anna Vania Mello e Simona Rinieri, l'ossatura della nazionale femminile campione del mondo nel 2002 in Germania.

Nel 2001 torna ad allenare una nazionale maschile, quella ceca, senza però ottenere grandi risultati. Bisogna attendere il 2008 per un nuovo ciclo di esperienze con le squadre nazionali: dopo una parentesi con la nazionale maschile spagnola, presa in mano da campione europea in carica (aveva vinto l'Europeo in Russia nel 2007 con in panchina Andrea Anastasi), accetta la sfida di allenare la nazionale maschile iraniana e riesce nell'impresa di vincere per la prima volta nella storia della nazionale persiana il Campionato asiatico nel 2011 disputatosi in casa a Teheran per poi ripetersi nell'edizione successiva di Dubai nel 2013. Nella prima partecipazione alla World League nel 2013 ottiene discreti risultati, tra cui una vittoria in Italia contro i suoi ex azzurri.

Nel febbraio 2014 viene scelto come commissario tecnico della nazionale del suo paese, la nazionale maschile argentina, ruolo che non aveva mai ricoperto nella sua lunga carriera. Esordisce il 16 maggio a Lanús in amichevole contro la Tunisia vincendo per 3-0. Nel luglio 2015, a Toronto, vince la diciassettesima edizione dei Giochi panamericani.

Nell'autunno 2023 gli viene riaffidato l'incarico di commissario tecnico della nazionale italiana femminile, a un quarto di secolo dalla sua precedente esperienza con le azzurre, con decorrenza dal 1º gennaio 2024[33][34].

Dirigente[modifica | modifica wikitesto]

La popolarità di Velasco nel mondo dello sport italiano è stata tale da far sì che venisse chiamato nel 1998 dall'imprenditore Sergio Cragnotti, all'epoca presidente della società calcistica della Lazio, a ricoprire la carica di direttore generale del club[35]. Nel 2000, dopo la fine anticipata dell'esperienza laziale[36], transita anche nell'Inter, sotto la presidenza di Massimo Moratti[37], come responsabile dell'area fisico-atletica del club[38]; ma l'avventura termina dopo pochi mesi, in seguito all'esonero di Marcello Lippi e all'arrivo in panchina di Marco Tardelli[39].

Nel giugno 2019 viene nominato direttore tecnico del settore giovanile maschile della Federazione Italiana Pallavolo[40]. Mantiene l'incarico per il successivo quadriennio[41], durante il quale le nazionali giovanili italiane ottengono svariate medaglie nei tornei internazionali[42].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Velasco esulta con la panchina della Panini per la vittoria del quarto scudetto consecutivo al termine del campionato 1988-89
1979, 1980, 1981, 1982
1985-86, 1986-87, 1987-88, 1988-89
1985-86, 1987-88, 1988-89
2018
1985-1986
2013

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Velasco, allenatore della nazionale italiana maschile, viene festeggiato dai tifosi nel 1990 dopo la vittoria del primo titolo mondiale.
1989, 1993, 1995
1990, 1994
1990, 1991, 1992, 1994, 1995
1993
1994
1995
1996
2011, 2013
2015

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Palma d'oro al Merito Tecnico - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 19 dicembre 2018[43],
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Simonetta Martellini, Cuor di computer, in Guerin Sportivo, nº 42 (766), Bologna, Conti Editore, 18-24 ottobre 1989, pp. 125-127.
  2. ^ (EN) Court of Honor Award, su volleyhall.org (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
  3. ^ a b Corrado Sannucci, "Comando così", il señor volley e le sue regole, in la Repubblica, 6 aprile 1989. URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato il 22 settembre 2022).
  4. ^ Il mio omaggio a Luis, su dal15al25.gazzetta.it, 13 novembre 2020. URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato il 23 novembre 2020).
  5. ^ Filmato audio Andrea Zorzi, Ep . 02 - In nome del padre e della madre, su YouTube, Processo alla vittoria, 16 ottobre 2020.
  6. ^ Filmato audio Marco Montemagno, 4 chiacchiere con Julio Velasco, su YouTube, a 5 min 05 s.
  7. ^ a b Filmato audio Sigillo d'Ateneo a Julio Velasco, su YouTube, Università di Bologna, 9 ottobre 2019, a 41 min 40 s.
  8. ^ Filmato audio Julio Velasco | Fare squadra, su YouTube, Festivalfilosofia, 17 settembre 2016.
  9. ^ Alessandra Retico, L'avventura di Velasco: "Ecco il mio Iran", su repubblica.it, 18 aprile 2011. URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato il 1º luglio 2013).
  10. ^ Gian Luca Pasini, Volley, Velasco: "Emozione che non si può raccontare la vittoria con l'Argentina", su gazzetta.it, 28 luglio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2022).
  11. ^ Gian Luca Pasini, La vita come in un film: Julio Velasco fa 70, su dal15al25.gazzetta.it, 9 febbraio 2022. URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato il 10 febbraio 2022).
  12. ^ Paola Erba e Alessandra Garusi, La lezione di Julio Velasco. L'Argentina di oggi e quella della dittatura (PDF).
  13. ^ Filmato audio IL coach - Velasco Julio (Lezione 1), su YouTube, a 2 min 21 s.
  14. ^ Vanni Masala, In Argentina contro i Generali, a Modena amico degli immigrati (PDF), in l'Unità, 31 ottobre 1990, p. 28 (archiviato il 26 febbraio 2024).
  15. ^ Da Jesi alla nazionale femminile, la lunga storia italiana di Julio Velasco, su rainews.it (archiviato il 22 novembre 2023).
  16. ^ Filmato audio Volley, Beppe Cormio: "Portai Velasco a Jesi, da Mar Del Plata. 5mila dollari 1° stipendio", su YouTube.
  17. ^ VOLLEY / Da Velasco ai successi alla Lube, la carriera vincente di Giuseppe Cormio, su vallesina.tv (archiviato il 22 novembre 2023).
  18. ^ Italvolley femminile, Velasco nuovo Ct: da Jesi in A2 fino alla Nazionale. Arriva la benedizione di Cormio, su corriereadriatico.it (archiviato il 22 novembre 2023).
  19. ^ Filmato audio Beppe Cormio svela il segreto del successo di Velasco, su YouTube.
  20. ^ Filmato audio Volley, Civitanova, il ds Beppe Cormio. "Giornalista, professionista, alla Gazzetta di Ancona", su YouTube, a 4 min 44 s.
  21. ^ La foto ingiallita e gli esordi di Velasco a Jesi, su dal15al25.gazzetta.it (archiviato il 22 novembre 2023).
  22. ^ Latte Trevalli Jesi, su legavolley.it. URL consultato il 10 luglio 2020.
  23. ^ Il racconto del Velasco di Jesi, su dal15al25.gazzetta.it. URL consultato il 10 luglio 2020 (archiviato l'8 ottobre 2022).
  24. ^ Modena volley, addio. Julio Velasco si è dimesso, su gazzettadimodena.gelocal.it, 9 maggio 2019. URL consultato il 10 maggio 2019.
  25. ^ Velasco, smetto senza aspettare declino, su ansa.it (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2023).
  26. ^ Nuova vita UYBA: benvenuto Maestro!, su volleybusto.com, 5 maggio 2023.
  27. ^ Nota ufficiale UYBA Volley Busto Arsizio 21/11/23, su volleybusto.com, 21 novembre 2023 (archiviato il 21 novembre 2023).
  28. ^ Lorenzo Briani, Velasco passa e chiude «Ora devo voltare pagina» (PDF), in l'Unità, sez. Sport, 4 dicembre 1996, p. 11 (archiviato il 26 febbraio 2024).
  29. ^ Valentina Desalvo, Velasco 2 la scommessa: "Ragazze, che emozione", in la Repubblica, 31 maggio 1997 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2022).
  30. ^ Lorenzo Briani, E Velasco dice sì alla nazionale rosa (PDF), in l'Unità, sez. Sport, 16 dicembre 1996, p. 11 (archiviato il 26 febbraio 2024).
  31. ^ Solo quinta l'Italia agli Europei, su fipavre.it, 1º ottobre 1997. URL consultato l'8 ottobre 2022 (archiviato il 1º ottobre 2016).
  32. ^ Gian Luca Pasini, Varato il Club Italia delle donne, progetto pilota verso Sydney 2000, in La Gazzetta dello Sport, 22 luglio 1998.
  33. ^ Nazionale Femminile: Julio Velasco nominato commissario tecnico, su federvolley.it, 8 novembre 2023. URL consultato l'8 novembre 2023 (archiviato il 13 novembre 2023).
  34. ^ Presentato a Milano il CT della Nazionale femminile Julio Velasco, su federvolley.it, 21 novembre 2023.
  35. ^ Andrea Galdi, Dal volley al calcio, Velasco alla Lazio, su repubblica.it, 27 maggio 1998. URL consultato il 4 agosto 2021 (archiviato il 5 agosto 2021).
  36. ^ Stefano Boldrini, Velasco e il calcio, occasione persa (PDF), in l'Unità, 29 giugno 1999, p. 21 (archiviato il 26 febbraio 2024).
  37. ^ "Non sono un colpo di mercato", su inter.it, 30 maggio 2000 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2000).
  38. ^ Gianni Piva, Velasco mette ordine nell'Inter, in la Repubblica, 31 maggio 2000. URL consultato il 4 agosto 2021 (archiviato il 14 ottobre 2022).
  39. ^ Vanni Zagnoli, «In vent'anni sottorete è cambiato tutto intorno non solo la pallavolo» (PDF), in l'Unità, 1º settembre 2009, pp. 46-47 (archiviato il 26 febbraio 2024).
  40. ^ Julio Velasco nominato direttore tecnico del settore giovanile maschile, su federvolley.it, 17 giugno 2019. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato il 3 luglio 2022).
  41. ^ Gian Luca Pasini, L'addio di Velasco alla Fipav dal 1º settembre, su dal15al25.gazzetta.it, 22 aprile 2023.
  42. ^ Gian Luca Pasini, Le 6 medaglie giovanili (finora) dell'Italia, su dal15al25.gazzetta.it, 30 luglio 2022.
  43. ^ Collari d'oro 2018, su coni.it. URL consultato il 21 dicembre 2018.

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