Josse De Rycke

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Josse de Rycke, noto anche con il nome latinizzato di Justus Ryckius, (Gand, 6 maggio 1587[1]Bologna, 1627[1]), è stato un filologo, poeta erudito fiammingo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Noto anche come Rycquius: Justus R., auch Ryquius, Ricquius, Ryckius, Rickius, Ricx etc., era figlio di Jacob e Katharina Stade, figlia del matematico Johan Stade.

Effettuò le prime ricerche in patria; in seguito studiò latino, greco e diritto a Douai. Nel 1606 si recò, per completare i suoi studi, prima a Roma, dove si interessò quasi esclusivamente di studi classici, e poi a Venezia e Bologna.

Alcuni anni più tardi ottenne il posto di segretario e bibliotecario del conte Luigi Saregi a Verona, e viaggiò per tutta l'Italia. Durante un viaggio tra Roma e Napoli ebbe la sventura di cadere in mano a dei rapinatori e di essere completamente derubato. Verso il 1615 tornò in patria e si stabilì a a Lovanio; nel 1624 gli fu concesso un canonicato a Gand. Nello stesso anno ebbe un invito in Italia da parte del cardinale Scipione Cobelluzzi, e si recò quindi a Roma dove il papa Urbano VIII gli concesse la cittadinanza romana e poi gli assegnò la cattedra di eloquenza a Bologna.

Qui svolse il suo incarico con successo ma morì poco dopo, l'8 o il 10 dicembre del 1627.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio del De Capitolio Romano

Tra i suoi lavori scientifici è rilevante il „Commentarius de Capitolio Romano“, pubblicato nel 1617 e ristampato più volte in seguito; inoltre pubblicò un gran numero di elogi su papi, cardinali e altri personaggi importanti, nonché poesie e varie epistole. Dopo la morte apparvero: „Disquisitio de republica monstrosa Germanopoli“ (1647) e „Mars Germaniae perpetuus“ (1675).

  • (LA) Josse De Rycke, Praeludia poetica, Douai, ex typographeio Caroli Boscardi, 1606. URL consultato il 30 marzo 2019.
  • (LA) Josse De Rycke, Poematum libri duo, Lovanio, Typis Io. Christoph. Flavii, 1614. URL consultato il 30 marzo 2019.
  • (LA) Josse De Rycke, De Capitolio romano veteri commentarius, Ghent, apud Cornelium Marium, 1617, rist. 1669 e 1696. URL consultato il 30 marzo 2019.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Allgemeine Deutsche Biografie

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN69866182 · ISNI (EN0000 0001 0913 1902 · BAV 495/145797 · CERL cnp00883411 · LCCN (ENnr88002289 · GND (DE124614159 · BNE (ESXX1748047 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr88002289