Joni Ernst

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Joni Ernst

Senatrice degli Stati Uniti
per l'Iowa
In carica
Inizio mandato3 gennaio 2015
ContitolareChuck Grassley
PredecessoreTom Harkin

Membro del Senato statale dell'Iowa, distretto n.12
Durata mandato5 gennaio 2011 –
28 novembre 2014
PredecessoreKim Reynolds
SuccessoreMark Costello

Dati generali
Partito politicoRepubblicano

Joni Kay Ernst, nata Culver (Red Oak, 1º luglio 1970), è una politica ed ex militare statunitense, senatrice per lo stato dell'Iowa dal 2015.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata e cresciuta nell'Iowa, dopo il college la Ernst si arruolò nell'esercito, dove tuttora presta servizio con il grado di tenente colonnella[1]. Durante la guerra in Iraq venne inviata per alcuni mesi nel Kuwait, dove si occupò di gestire i rifornimenti[2].

Entrata in politica con il Partito Repubblicano, nel 2004 venne eletta auditore della contea di Montgomery e quattro anni dopo ottenne un secondo mandato[3]. Nel 2011 vinse un'elezione speciale per un seggio all'interno della legislatura statale dell'Iowa e nel 2012 ottenne dagli elettori un mandato completo.

Nel 2014 annunciò la sua candidatura per il seggio del Senato lasciato vacante da Tom Harkin. Dopo aver vinto facilmente le primarie repubblicane, la Ernst affrontò nelle elezioni generali il deputato democratico Bruce Braley. La campagna elettorale si rivelò molto combattuta e la Ernst ricevette l'appoggio pubblico di varie personalità politiche fra cui Mitt Romney e Sarah Palin[4][5]. Partita inizialmente come sfavorita, la Ernst ottenne grossa popolarità dopo aver registrato uno spot elettorale in cui affermava che, essendo cresciuta castrando maiali in una fattoria, fosse la persona giusta per "far grugnire quelli di Washington"[6][7].

Al termine della campagna, la Ernst riuscì a sconfiggere Braley con un netto distacco: in questo modo divenne la prima donna ad essere eletta al Congresso dall'Iowa, oltre che la prima veterana di sesso femminile eletta al Senato[8][9].

Ideologicamente Joni Ernst si presenta come una conservatrice[10], essendosi espressa contro i matrimoni gay, l'aborto e il controllo delle armi[2][11].

Il 3 novembre 2020, Ernst viene rieletta per un secondo mandato al Senato col 51,8%.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joni Ernst, la veterana che castrava maiali alla conquista di Washington, su iodonna.it, IO Donna. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  2. ^ a b Joni, la soldatessa che sfida Obama: “In Iraq sbaglia tutto, faccia la guerra”, su lastampa.it, La Stampa. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  3. ^ (EN) Joni Ernst Announces bid for Kim Reynolds Iowa Senate Seat, su theiowarepublican.com, The Iowa Republican. URL consultato il 17 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2015).
  4. ^ Castra maiali e spara: Joni Ernst, la nuova Sarah Palin, su america24.com, America24. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  5. ^ (EN) Sarah Palin endorses Joni Ernst in Iowa Senate race, su washingtonpost.com, The Washington Post. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  6. ^ Midterm, da Walker a Rubio (passando per Bush): le star repubblicane per il 2016, su ilfattoquotidiano.it, Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  7. ^ Joni Ernst, la "ragazza di fuoco" del partito repubblicano, su iltempo.it, Il Tempo. URL consultato il 5 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2015).
  8. ^ Midterm, eletta la “castratrice di maiali” [collegamento interrotto], su ilsecoloxix.it, Il Secolo XIX. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  9. ^ Usa: Joni Ernst, la 'paladina' repubblicana che castrava i maiali, su video.ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  10. ^ (EN) Joni Ernst’s extremist history: Iowa’s GOP Senate candidate supported prison for Obamacare officials, su salon.com, Salon.com. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  11. ^ In Senato la reduce dell’Iowa che da giovane castrava maiali, su corriere.it, Corriere della Sera. URL consultato il 17 gennaio 2015.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN317285233 · LCCN (ENno2015115916 · WorldCat Identities (ENlccn-no2015115916