Lucky Luke

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Jolly Jumper)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Lucky Luke (disambigua).
Lucky Luke
Una rappresentazione di Lucky Luke sul muro della stazione di transito francese Janson
UniversoLucky Luke
Lingua orig.Francese
AutoreMorris
1ª app.7 dicembre 1946
app. it.1963
Interpretato da
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Etniastatunitense
ProfessionePistolero
Lucky Luke
fumetto
Titolo orig.Lucky Luke
AutoreMorris
TestiMorris, René Goscinny, aa.vv.
DisegniMorris, Achdé
EditoreSpirou
1ª edizione7 dicembre 1946
Editore it.Il Giornalino, Nonarte, Fabbri/Dargaud e altri
1ª edizione it.1963
Generewestern, commedia

Lucky Luke è un personaggio dei fumetti creato nel 1946 da Morris,[1][2] protagonista di una serie a fumetti umoristica di genere western ritenuta un classico del fumetto francofono,[3][4][5] in questo caso belga. Dalla serie a fumetti sono state tratte serie televisive e lungometraggi, sia animati che dal vivo[3]. Ha avuto un enorme successo sia in patria che nel mondo, arrivando a vendere circa 250 milioni di volumi della serie a fumetti.[6] Il nome del personaggio è ispirato a quello di Luciano Locarno, sceriffo di origine italiana che visse tra il 1860 e il 1940[7].

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pubblicazioni di Lucky Luke.

Il personaggio venne creato nel 1946 da Morris[1] per il settimanale belga Spirou[8] esordendo l'anno stesso in una storia intitolata "Arizona 1880" pubblicata su L'Almanach Spirou 1947 e, dal 1947, verrà pubblicato sulla rivista per oltre vent'anni[9]. Il successo del personaggio fece sì che il personaggio ebbe presto una testata dedicata e che le prime storie venissero ristampate presto in volume oltre a essere riproposte su diverse riviste[9].

I primi episodi vennero realizzati interamente da Morris[1][9] che venne poi affiancato dal 1955 ai testi da René Goscinny[8] che aveva conosciuto durante il suo viaggio negli Stati Uniti d'America dove si era recato nel 1948 per meglio conoscere la realtà storica del far west e dove resterà per sei anni[6][9]. Le storie mescolano umorismo e suspense, specie dal 1955 al 1977 quando i testi sono firmati da René Goscinny, sfruttando i luoghi comuni del genere western reinterpretandone la storia e i protagonisti, come Calamity Jane, Billy the Kid, Jesse James e i fratelli Dalton e dando ai personaggi il volto di amici o di attori del cinema[8].

Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti Morris spedisce in Belgio alla rivista Spirou le tavole realizzate, con storie piene di scazzottate e scivoloni e con personaggi e vignette che ricordano i cartoni animati di Walt Disney[10]. Inizialmente il personaggio «aveva il faccione, i modi rudi e parlava pochissimo», racconterà Morris nel 1993, «perché creandolo mi aveva molto influenzato Gary Cooper»[10]. Successivamente conosce Harvey Kurtzman e Jack Davis che aiuta nel progetto Mad Magazine[6] e, soprattutto, René Goscinny che prima di inventare Asterix lavorava a New York e al quale Morris affida una sceneggiatura e il personaggio, con l'influenza di Goscinny, prenderà la forma definitiva[10]. Dal 1955 le sceneggiature saranno opera di Goscinny mentre Morris realizzerà solo i disegni e dalla loro collaborazione origineranno alcune delle migliori storie del personaggio e arrivando a realizzare anche tre albi all'anno[9][10]. La collaborazione terminerà nel 1977 per la morte di Goscinny[9]. Insieme hanno realizzato 35 racconti ricchi di ironia e di comprimari che hanno consegnato il personaggio alla storia del fumetto franco-belga[6][10].

Il successo porterà anche problemi di censura tanto che nel 1984 gli americani di Hanna & Barbera per la realizzazione della serie animata impongono una versione politicamente corretta del personaggio: «Mi sono sempre fatto beffe degli indiani come dei bianchi», ribadirà Morris più tardi, «quindi non mi accusate di razzismo: io ridicolizzo tutti»[10].

Dal 1977 le sceneggiature verranno affidate a diversi nuovi autori[9] quali il cabarettista Laurent Gerra e il romanziere Daniel Pennac[10]. Dopo la morte di Morris nel 2001 (che ha disegnato tutte le storie uscite in volume fino al 2002[10]) il personaggio di Lucky Luke è stato portato avanti da Achdé[9][10] su testi di Laurent Gerra[9] e dello scrittore Daniel Pennac[6].

Tra il 1986 e il 2000 come spin-off della serie principale nascerà la serie dedicata a Rantanplan e successivamente le avventure di Kid Lucky cioè il giovane Luke in due volumi disegnati da Morris[9][10].

Biografia del personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Il personaggio è un pistolero molto abile e veloce - tanto da sparare più velocemente della propria ombra - che grazie al suo ingegno riesce spesso a risolvere i suoi guai senza ricorrere all'uso delle armi e mantenendo un'assoluta imperturbabilità anche nelle situazioni più disperate[1][11]. Girovagando nel far west si ritrova nei classici scenari del genere come saloon e villaggi indiani nei quali gli autori gli fanno esplorare tutte le possibilità narrative in chiave comico-satirica[11].

In principio l'aspetto del personaggio era tozzo e con un viso tondeggiante ma si evolse velocemente raggiungendo quello che divenne l'aspetto definitivo: alto e magro, viso allungato con in bocca un mozzicone di sigaretta e, successivamente, un filo d'erba, capelli neri dal ciuffo pronunciato e vestito con un paio di stivali con speroni, jeans, cinturone per pistola, camicia gialla con gilet nero, fazzoletto rosso al collo e cappello da cowboy bianco[1].

Nel finale di ogni storia si vede la silhouette dell'eroe allontanarsi al tramonto cantando la triste ballata «I'm a poor lonesome cowboy... far away from home...».[3]

Altri personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Alleati[modifica | modifica wikitesto]

  • Jolly Jumper, noto anche, inizialmente, come "Saltapicchio" in Italia, è un cavallo dotato di intelligenza e capace di battute dissacranti che però tiene per sé in quanto non è un cavallo parlante. È un amico fidato di Lucky Luke che in più di un caso risulta fondamentale per la riuscita delle missioni[1][3]. Descritto come «il cavallo più intelligente del mondo», in grado di giocare a scacchi e di fare il funambolo, Jolly Jumper accompagna il suo padrone nei loro viaggi attraverso il selvaggio west. Il cavallo Esordì nella storia Arizona 1880, pubblicato su Almanach fascicolo della rivista Spirou il 7 dicembre 1946.[12] Nelle sue prime apparizioni era molto più simile ad un cavallo reale, iniziò a cambiare quando René Goscinny divenne lo scrittore principale della serie. Jolly Jumper è un cavallo bianco con una macchia marrone sul fianco sinistro e un crine biondo. Animale molto intelligente e pieno di sé, al limite della saccenza, sarcastico, cinico e un po' filosofo. Giocatore di scacchi anche se un pochino lento nel muovere. Si ritiene più raffinato del suo padrone. Detesta i cani, come visto in Sur la piste des Daltons dove faceva commenti in continuazione sulla scarsa intelligenza del cane da guardia Rantanplan. Straordinariamente ingegnoso e antropomorfo è veramente pieno di risorse durante le avventure, a volte meschino come in Le Bandit Manchot, quando batte Lucky Luke ad una partita a dadi, vincendo la possibilità di scambiarsi i ruoli ed essere trasportato a spalla da Lucky Luke. Tanto sveglio quanto silenzioso, Jolly spesso funge da sostituto del pubblico, e commenta la trama con esasperazione e sarcasmo. Non è molto propenso a lanciarsi in nuove avventure così come il suo padrone ma lo segue ovunque vada e, come mostrato in alcuni prequel, i due sono amici sin da quando erano piccoli e sono cresciuti insieme.
  • Rantanplan: è un cane anch'egli pensante come il cavallo che compare occasionalmente[3] caratterizzato da una disarmante idiozia e in forza all'esercito il cui nome nasce come parodia Rin Tin Tin[8][10].

Avversari[modifica | modifica wikitesto]

  • Fratelli Dalton: banda di criminali che finiscono uccisi da Lucky Luke[6] formata dai quattro fratelli Dalton, sono la stessa banda, composta da Bob, Grat, Bill ed Emmett Dalton, sterminata nel 1892 mentre svaligiava due banche nello stesso giorno[10].
  • Cugini Dalton: Joe, William, Jack e Averell, cugini della prima banda di fratelli Dalton[3]. Morris aveva fatto morire la prima banda Dalton, i cui membri erano tutti stati uccisi per mano di Lucky Luke, e chiese a Goscinny di resuscitarli, in un modo o nell'altro, e questi si inventò i cugini Dalton, i quattro cavalieri della stupidità[6].

Personaggi reali[modifica | modifica wikitesto]

Nella serie i personaggi immaginari interagiscono con personaggi realmente esistiti[3][8]:

  • Billy the Kid: un bandito dall'aspetto e comportamento infantile, anche se ha una ventina di anni, è temuto da tutti (Dalton compresi), tranne da Lucky Luke e dai Messicani. Appare nel ventesimo volume della serie.
  • Calamity Jane: la prima donna cowgirl/desperado. Nonostante la violenza e il linguaggio "fiorito" della cowgirl, è una grande amica di Luke. Appare nel trentesimo volume della serie.
  • Sarah Bernhardt, grande attrice francese, è in tournée in America ed è scortata daLucky Luke. Dà il titolo all'86° album della serie.
  • Buffalo Bill: grande amico e collega di Lucky Luke, hanno partecipato insieme al servizio di Pony Express. Viene spesso raffigurato più come personaggio di teatro che d'avventura.[senza fonte]
  • Jesse James: lontano cugino dei Dalton, Jessie è il Robin Hood del West, ma essendo i poveri diventati ricchi Jessie decide di tenersi la grana tra la famiglia. Appare nel trentacinquesimo volume della serie.
  • Bass Reeves: primo vice-sceriffo nero nominato a ovest del Mississippi. Appare nel volume "Inferno di cotone".

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1988 l'Organizzazione mondiale della sanità ha insignito Maurice de Bevere di un riconoscimento ufficiale per aver deciso di far smettere di fumare Lucky Luke, sostituendo l'originaria sigaretta con un filo d'erba[3][8][13].

Trasposizioni in altri media[modifica | modifica wikitesto]

Ispirate al personaggio esistono diverse serie animate, una serie TV di tredici episodi e due lungometraggi diretti e interpretati da Terence Hill[3], un lungometraggio a disegni animati belga del 1971[8].

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Film d'animazione[modifica | modifica wikitesto]

Live action[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Live action[modifica | modifica wikitesto]

Serie animate[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni ottanta agli anni duemila, sono state prodotte quattro serie televisive animate.

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Lucky Luke, protagonista del fumetto western umoristico, su slumberland.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  2. ^ Lucky Luke nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2012).
  3. ^ a b c d e f g h i Lucky Luke, il pistolero più veloce del fumetto, su slumberland.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  4. ^ Il ritorno di Lucky Luke, su Corriere della Sera, 24 agosto 2015. URL consultato il 30 luglio 2019.
  5. ^ Luigi Greco, Recensioni - Lucky Luke: morte e rinascita di una leggenda, su Lo Spazio Bianco, 31 marzo 2017. URL consultato il 30 luglio 2019.
  6. ^ a b c d e f g In ricordo di Morris, 90 anni dopo - Fumettologica, in Fumettologica, 1º dicembre 2013. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  7. ^ Repubblica.it/SPECIALE- I grandi classici del fumetto, su repubblica.it. URL consultato il 25 ottobre 2016.
  8. ^ a b c d e f g FFF - LUCKY LUKE, su lfb.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  9. ^ a b c d e f g h i j Morris, fumettista belga creatore di Lucky Luke, su slumberland.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  10. ^ a b c d e f g h i j k l Il ritorno di Lucky Luke, in Corriere della Sera. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  11. ^ a b Lucky Luke, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 13 dicembre 2016.
  12. ^ (FR) BDoubliées, Spirou année 1946, su bdoubliees.com.
  13. ^ Nicola Altiero, TuttoTabacco curiosità (PDF) [collegamento interrotto], su tuttotabacco.it, giugno 2007, 2. URL consultato il 15 gennaio 2008.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Fumetti: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di fumetti