Jacques de Molay

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Jacques de Molay
Jacques de Molay in una cromolitografia ottocentesca di Chevauchet
Gran maestro dell'Ordine templare
Stemma
Stemma
In carica1292 –
1314
PredecessoreThibaud Gaudin
SuccessoreCarica soppressa
NascitaMolay, tra il 1244 e il 1249
MorteParigi, 11 o 18 marzo 1314

Jacques de Molay, talvolta italianizzato in Giacomo di Molai[1][2] (Molay, tra il 1244 e il 1249Parigi, 11 o 18 marzo 1314), è stato un cavaliere medievale francese ultimo Gran maestro dell'Ordine templare, prima della sua dissoluzione, dal 1292 alla morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque tra il 1244 e il 1249 dal nobile burgundo Jean de Longwy e dalla figlia del sire di Rahon.[3] Dato che alcuni documenti riportano il nome Molay, è soltanto per tradizione che si designa come sua città natale una Molay presso Besançon. Degli anni d'infanzia di Jacques non si hanno notizie certe.

Nel 1265 Jacques venne accolto nell'ordine dei Templari a Beaune. A condurre le cerimonie di noviziato furono Ymbert de Peraudo e Amalric de Ruppe. Soltanto a partire dal 1270 il nome di Jacques di Molay affiora negli annali. Lo si vuole in Outremer, nome con cui in quei tempi veniva chiamata la Terra santa crociata. Nel 1285 Jacques di Molay venne nominato conte di San Giovanni d'Acri, ma nel 1290 si stabilì a Cipro e pertanto non poté partecipare alla difesa di San Giovanni d'Acri nel 1291. Ancora nel 1291, in occasione di un concilio dell'Ordine, Jacques manifestò la sua insoddisfazione riguardo alla situazione interna e dichiarò il proposito di introdurre cambiamenti. A partire dal 1294 ricoprì la carica di capo dell'Ordine.

Processo contro i Templari ed esecuzione[modifica | modifica wikitesto]

Morte dei Templari Geoffrey de Charnay e Jacques de Molay. Miniatura conservata alla British Library
Lapide commemorativa della morte di Jacques de Molay presso il Pont Neuf a Parigi

Venerdì 13 ottobre 1307 venne arrestato assieme a tutti gli altri Templari di Francia. Nel corso del processo fu sottoposto a tortura avallando le tesi dell'accusa e quindi condannato alla prigionia a vita. Il sacerdote e studioso di simbolismo cristiano Louis Charbonneau-Lassay ipotizzò che i graffiti nella torre del castello di Chinon fossero opera di Jacques de Molay e di Geoffrey de Charnay durante la loro prigionia. L'Ordine dei Templari fu sospeso dalla Chiesa cattolica nel 1308, e non definitivamente soppresso, come comunemente si crede.

In seguito Jacques de Molay ritrattò le sue dichiarazioni. Ciò lo condannò al rogo assieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay. Il rogo fu consumato a Parigi sull'isola della Senna detta dei giudei, nei pressi di Notre Dame, l'11 o il 18 marzo 1314[4][5][6][7][8][9]. La leggenda narra che prima dell'esecuzione Jacques de Molay abbia maledetto la stirpe di Filippo IV e inveito contro Papa Clemente V. Solo un mese dopo il Papa morì e nell'inverno di quello stesso anno anche al re di Francia toccò la stessa sorte.[10] Ciò non fece altro che rafforzare l'idea comune che egli fosse caduto vittima di un'ingiustizia e che le maledizioni da lui scagliate si fossero avverate.[11] In tempi più recenti si è diffusa la leggenda secondo cui l'esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione francese - che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia - sarebbe stata il coronamento della vendetta dei templari (alcuni storici sensazionalisti dell'epoca riportarono la notizia che il boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la ghigliottina sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: «Io sono un Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay»).[12]

Secondo alcune testimonianze dell'epoca, mentre l'assistente del boia Sanson mostrò la testa mozzata di Luigi XVI, uno sconosciuto in mezzo alla folla gridò: «Jacques de Molay, sei stato vendicato!».

L'ultima profezia fu lanciata contro la Chiesa la quale non sarebbe sopravvissuta oltre settecento anni.[13]

Sul luogo della sua esecuzione lo ricorda ancor oggi una piccola lapide. Essa si trova sul lato occidentale del Pont Neuf sulla Île de la Cité di Parigi. La lapide si trova ai piedi del ponte, su muro opposto all'ingresso al parco dell'isola.

Barbara Frale[14] ha rinvenuto agli inizi degli anni duemila negli Archivi vaticani un documento, noto come pergamena di Chinon,[15] che dimostra come papa Clemente V intendesse perdonare i templari nel 1314, assolvendo il loro Maestro e gli altri capi dell'Ordine dall'accusa di eresia, e limitarsi a sospendere l'Ordine piuttosto che sopprimerlo, per assoggettarlo a una profonda riforma ma il potere esercitato sulla sua persona dal re francese era troppo schiacciante per permettergli di decidere in autonomia.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

A De Molay è intitolato l'Ordine di DeMolay, un'associazione internazionale per ragazzi che si basa sui principi della Massoneria, fondata nel 1919 negli Stati Uniti. Gli è stata dedicata, inoltre, una canzone dei Grave Digger, intitolato The curse of Jacques. Più in generale l'album dalla quale proviene Knights of the Cross (1998) è dedicato all'ordine dei cavalieri templari.

Jacques De Molay viene citato nel videogioco Assassin's Creed: Unity, nel videogioco Broken Sword, The shadow of the Templars del 1997 e nel videogioco per PC Il tesoro di Venezia della Panebarco e della De Agostini. Compare in La maledizione dei Templari, miniserie TV del 2005, nella quale è interpretato da Gérard Depardieu, basata proprio sulla fantomatica maledizione che de Molay lanciò dal rogo. Viene inoltre citato nel libro Devil's Kiss di Sarwat Chadda. Nella serie televisiva Knightfall del 2017 viene interpretato da Robert Pugh (nella prima stagione) e da Matthew Marsh (nella seconda stagione).

Jacques de Molay è nominato anche nel romanzo best seller internazionale, di Carlo A. Martigli, 999 L'ultimo custode (TEA, 2015), come antenato del protagonista del romanzo, Ferruccio de Mola, costretto a italianizzare il nome, servo di spada di Lorenzo de Medici e protettore di Pico della Mirandola.

Jacques de Molay assieme ai templari e alla storia della sua morte sono narrati ne Il pendolo di Foucault di Umberto Eco.

Viene fatto riferimento alla storia di Jacques de Molay e all'Ordine del Tempio anche nell'opera di Paulo Coelho Il Cammino di Santiago.

Viene nominato nella canzone di Rancore: Questo pianeta.

Viene nominato anche nella canzone Non nobis domine del gruppo musicale italiano rock di destra 270bis.

Viene nominato anche nella canzone dei Killing Joke "Blood on your hands" dall'album Killing Joke del 2003.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ , Storia universale della Chiesa cattolica (vol. 10), Marietti, 1861, digitalizzato dalla Biblioteca Santa Scolastica il 22 maggio 2018, p. 607.
  2. ^ Josè Maria Fonseca de Evora, Biografia universale antica e moderna (vol. 38), 1827, digitalizzato dalla Biblioteca Universitaria Alessandrina il 15 febbraio 2016, p. 251.
  3. ^ (DE) Alain Demurger, 1 Der junge Jacques de Molay 1250. Wo und wann wurde er geboren?, in Der letzte Templer. Leben und Sterben des Grossmeisters Jacques de Molly [Jacques de Molay. Le crépuscule des Templiers], traduzione di Holger Fock und Sabine Müller, C.H.Beck, 2015 [2014], ISBN 978-3-406-68238-4.
    «Das Geburtsjahr läßt sich also nicht eindeutig bestimmen. Wir beschränken uns auf eine ungefähre Schätzung. Demnach wurde Jacques de Molay im fünften Jahrzehnt des 13. Jahrhunderts in der Zeitspanne von 1244/45 bis 1248/49 geboren. ... Wenngleich zu dieser – wohl eher unbedeutenden – Frage noch nicht alles gesagt ist, würde ich für das Molay in der Haute-Saône optieren. ... Jacques de Molay stammt also aus einem vielleicht bedeutenden Adelsgeschlecht der Freigrafschaft Burgund und ist zwischen 1240 und 1250 geboren worden. Dieser räumliche und zeitliche Zusammenhang ist wichtig, denn die Freigrafschaft Burgund gehörte nicht zum französischen Königreich, sondern zum Deutschen Reich: Jacques de Molay war insofern kein Untertan des französischen Königs. ...»
  4. ^ (DE) Alain Demurger, Nachwort zur dritten Auflage, in Der letzte Templer. Leben und Sterben des Grossmeisters Jacques de Molly [Jacques de Molay. Le crépuscule des Templiers], traduzione di Holger Fock und Sabine Müller, C.H.Beck, 2015 [2014], ISBN 978-3-406-68238-4.
    «Sein Scheiterhaufen wurde auf einer Seine-Insel unterhalb des Parks des Königspalasts in Höhe des heutigen Pont-Neuf errichtet, und nicht auf der Spitze des Vert-Galant, der im Mittelalter noch nicht existierte. Eine sorgfältige Studie der Chroniken, die von dem Ereignis berichteten, läßt den 11. März 1314 (den Tag vor Sankt Gregorius) als wahrscheinlicheres Datum der Vollstreckung des Urteils erscheinen als den 18. März, der üblicherweise angegeben wird (S. 269, 273).»
  5. ^ (EN) Alain Demurger, 14 The Council of Vienne and the Burning of Jacques de Molay (1311-1314), in The Persecution of the Templars Scandal, Torture, Trial [La Persécution des templiers: journal (1305–1314)], traduzione di Teresa Lavender Fagan, Profile Books., 2018 [2015], ISBN 978-1-78283-329-1.
    «The date given in the chronicle of Guillaume de Nangis was the day after the Feast of Saint Gregory, or Monday 18 March (the feast day fell on 12 March); this is the date most often retained by historians of the Temple trial. But other chroniclers, such as Bernard Gui, have proposed the Monday before the Feast of Saint Gregory, or 11 March. We tend to agree with Bernard, since the chronology he proposes is most often very accurate.»
  6. ^ (FR) Philippe Josserand, En quête de Jacques de Molay, dernier grand-maître de l’ordre du Temple, in Medievalista, 1º gennaio 2020.
    «Le Temple, dès lors, était voué à disparaître, mais, devant Notre-Dame, le 11 mars 1314, Jacques de Molay, au prix de sa vie, revint sur ses aveux. ... Ce pari sur la mémoire et la postérité, au prix du sacrifice de sa vie, lui permit d’ouvrir une brèche et de s’extraire du piège dont depuis ses aveux, arrachés sous la torture, il était captif. Le sursaut de Notre-Dame, le 11 mars 1314, n’a donc rien d’un héroïsme vain.»
  7. ^ (DE) Karl Hans Kluncker, Die Templer: Geschichte und Geheimnis: Wolfgang Frommel zum Gedenken, in Zeitschrift für Religions- und Geistesgeschichte, vol. 41, n. 3, Brill, 1989, pp. 215-247.
    «Der letzte, zugleich der berühmteste, war Jacques de Molay, der am 11. März 1314 für seinen Orden den Tod des Märtyrers auf den Scheiterhaufen der Inquisition fand. — Zunächst jedoch wurden „die neuen Maccabäer", „die Athleten Christi" überall begeistert gefeiert und unterstützt. ... Am 11. März 1314 sollte der feierliche Schlußakt des Inquisitionsprozesses gegen den greisen Molay und die restlichen Ordensoberen stattfinden.»
  8. ^ Elizabeth A. R. Brown, Philip the Fair, Clement V, and the end of the Knights Templar: The execution of Jacques de Molay and Geoffroi de Charny in March, in Viator, vol. 47, n. 1, 2015, pp. 229-292, DOI:10.1484/J.VIATOR.5.109474.
    «Abstract: This article revisits the generally accepted account of the execution of the Templar leaders Jacques de Molay and Geoffroi de Charny in March 1314, which derives from the continuation of the Latin Universal Chronicle of Guillaume de Nangis. Other contemporary chronicles, non-narrative evidence, and papal pronouncements cast light on the proceedings conducted by the three cardinal legates Clement V appointed to judge four Templar leaders in Paris, and suggest that the executions occurred on 11 rather than 18 March (the date given in the continuation) and, rather than being ordered by King Philip the Fair (as the continuation alleges), were the direct result of the cardinal legates’ decisions and actions.»
  9. ^ (EN) Malcolm Barber, Introduction, in The Trial of the Templars, 2ª ed., Cambridge University Press., 2006, ISBN 978-1-107-64576-9.
    «The leaders eventually came before the papal representatives on 18 March 1314 and were sentenced to perpetual imprisonment. Hugh of Pairaud and Geoffrey of Gonneville, Preceptor of Aquitaine, accepted their fate in silence, but James of Molay and Geoffrey of Charney, Preceptor of Normandy, loudly protested their innocence and asserted that the Order was pure and holy. At once the king ordered that they be condemned as relapsed heretics and, on the same evening, they were burnt at the stake on the Ile des Javiaux in the Seine.»
  10. ^ La morte al rogo dell'ultimo Grande maestro templare, su www.storicang.it, 18 marzo 2023. URL consultato il 24 marzo 2023.
  11. ^ Demurger
  12. ^ Massoneria, Firenze, Giunti, 2002, pp. pag.51, ISBN 88-440-2502-7.
  13. ^ Piero Messina, Onorate società, RIZZOLI LIBRI, 21 maggio 2014, ISBN 978-88-586-7017-0. URL consultato il 24 marzo 2023.
  14. ^ Barbara Frale. Il Papato e il processo ai Templari. L'inedita assoluzione di Chinon alla luce della diplomatica pontificia, Viella, 2003
  15. ^ La Pergamena di Chinon Archiviato il 6 dicembre 2008 in Internet Archive., assoluzione di papa Clemente V ai capi dell'ordine templare. Chinon, diocesi di Tours, 17-20 agosto 1308

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sergio Bertoni, Nascita e fine dei Cavalieri Templari, 2019
  • Paolo Cortesi, Jacques de Molay. L'ultimo dei templari?, Foschi, 2007
  • Alain Demurger, Tramonto e fine dei cavalieri Templari. L'avventurosa storia di Jacques de Molay, l'ultimo Templare, Newton & Compton, Roma, 2007
  • G. Seri, La <damnatio memoriae> del papato di Clemente V e il martirio del rogo di Jacques de Molay, Tipheret, 2016

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Predecessore Gran maestro dell'Ordine templare Successore
Thibaud Gaudin 1294-1314 Titolo soppresso
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