Isobel Lilian Gloag

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il cavaliere e la sirena, 1890 circa

Isobel Lilian Gloag (Londra, 1º agosto 1865Londra, 5 gennaio 1917) è stata una pittrice inglese. È nota per le sue opere ad olio o acquerello e per aver realizzato dei disegni per delle vetrate.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Four corners to my bed, 1901 circa

Gloag nacque a Londra ed era la figlia di una coppia scozzese provenienti dal Perthshire.[3] All'iniziò si formò presso la scuola d'arte di St. John's Wood e poi continuò gli studi alla scuola di belle arti Slade. I problemi di salute la costrinsero a lasciare lo studio regolare e a entrare nello studio per l'istruzione privata di M.W. Ridley. Dopo degli ulteriori studi presso Raphaël Collin a Parigi, Isobel ritornò a Londra e le sue opere vennero accettate all'accademia reale d'arte, dove espose diciannove tele.[1][4] In seguito ella venne eletta membro dell'Istituto Reale dei Pittori ad olio e della Nuova Società degli Acquerellisti.[2][5] Le sue primissime opere si ispirano al lavoro dei preraffaelliti, mentre quelle tardive sono più moderne,[2] e i suoi quadri sono stati definiti degli esempi di estetismo post-vittoriano.[6] Isobel Lilian Gloag si occupò anche di realizzare dei disegni preparativi per le vetrate di Mary Lowndes (come quelle della chiesa di Santa Maria a Sturminster Newton). Il 5 gennaio 1917, dopo aver sofferto di problemi di salute per tutta la vita, Gloag si spense a Londra all'età di 51 anni. Alcune sue opere erano state esposte in una mostra alle gallerie Grafton di Londra.[7]

Temi[modifica | modifica wikitesto]

Il mantello magico, 1898

Molte opere di Isobel Lilian Gloag si rifanno a ballate o poesie della letteratura inglese: l'acquerello Il cavaliere e la sirena (The Knight and the Mermaid) o Il bacio dell'incantatrice (The Kiss of the Enchantress), per esempio, si ispira alla poesia Lamia di John Keats. La donna serpentina viene raffigurata mentre bacia un cavaliere e avvolge le sue gambe con la sua coda.[8] Four corners to my bed si ispira a una filastrocca inglese e raffigura quattro angeli a guardia di un neonato.[3] Il dipinto ad olio Il mantello magico (The Magic Mantle) è ispirato a una delle ballate di Child e ritrae una donna che indossa un mantello che si riduce magicamente a brandelli in quanto non può essere indossato da una donna infedele.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Mazzo di fiori, 1916
  • Il cavaliere e la sirena (1890 circa)
  • Il mantello magico (1898)
  • Four corners to my bed (1901 circa)
  • Raperonzolo (1902)
  • Rosmunda (1902)
  • Baccante e fauni (1902-1912 circa)
  • Pene d'amor perdute (1907)
  • La scelta (1913)
  • Mazzo di fiori (1916)
  • East and West (ante 1916)
  • Ming (ante 1916)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Clara Erskine Clement Harvard University, Women in the fine arts : from the seventh century B.C. to the twentieth century A.D., Boston and New York : Houghton, Mifflin and Company ; Cambridge : The Riverside Press, 1904. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  2. ^ a b c (EN) Sara Gray, The Dictionary of British Women Artists, ISD LLC, 25 giugno 2009, ISBN 978-0-7188-4003-7. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  3. ^ a b c (EN) Getty Research Institute, The Magazine of art, London, New York, Cassell, Petter & Gallpin [etc.], 1878, pp. 289-293. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  4. ^ (EN) Sarah Wootton, “Into her Dream he Melted”: Women Artists Remodelling Keats, in Romanticism and Victorianism on the Net, n. 51, 2008, pp. 0–0, DOI:10.7202/019260ar. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  5. ^ (EN) Robarts - University of Toronto, International studio, New York, 1897. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  6. ^ (EN) Pamela Gerrish Nunn, Alienation, Adoption or Adaptation? Aestheticist Paintings by Women, in Cahiers victoriens et édouardiens, 74 Automne, 14 novembre 2011, pp. 141–154, DOI:10.4000/cve.1364. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  7. ^ (EN) American Art News, Vol. 15, no. 32, in American Art News, vol. 15, n. 32, 1917, pp. 1–8. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  8. ^ (EN) Martin Arnold, Dragon: Fear and Power, Reaktion Books, 15 giugno 2018, ISBN 978-1-78023-941-5. URL consultato il 22 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Simon Houfe, The Dictionary of 19th Century British Book Illustrators and Caricaturists, Woodbridge, Antique Collector's Club, 1996.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN95762295 · ULAN (EN500013313 · GND (DE115482702X · WorldCat Identities (ENviaf-95762295