Isabel dos Santos

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Isabel dos Santos

Isabel dos Santos (Baku, 1º aprile 1973) è un'imprenditrice angolano con cittadinanza russa[1], figlia maggiore dell'ex presidente angolano José Eduardo dos Santos che ha governato il paese dal 1979 al 2017. Una volta considerata la donna più ricca dell'Africa secondo la rivista Forbes, con un patrimonio netto superiore a 2 miliardi di dollari nel 2020,[2] è stata tolta dalla lista della rivista nel gennaio 2021 dopo il congelamento dei suoi beni in Angola, Portogallo e Paesi Bassi..

È stata al centro di una vasta inchiesta giornalistica internazionale denominata Luanda Leaks che ha sollevato molti interrogativi sul suo successo finanziario[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Baku, in Azerbaigian (all'epoca parte dell'Unione Sovietica), dove il padre guerrigliero comunista era in esilio, è la figlia maggiore dell'ex presidente dell'Angola, José Eduardo dos Santos, che ha governato il paese per 38 anni, dal 1979 al 2017,[4] e della sua prima moglie, Tatiana Kukanova, originaria dell'Azerbaigian.[5] Studia alla All-Girls Boarding School di Londra, quindi si laurea in ingegneria elettronica e business management a Londra, dove in seguito verrà raggiunta dalla madre.[6]

A Londra incontra colui che diverrà suo marito, Sindika Dokolo, originario della Repubblica Democratica del Congo, figlio di una danese e di un milionario di Kinshasa. La coppia si sposa nel 2002 a Luanda. Al loro matrimonio, costato oltre 4 milioni di dollari, partecipano oltre mille invitati: è uno dei più sontuosi della storia dell'Angola. Uno dei testimoni del matrimonio è il ministro del petrolio angolano, Desidério Costa. Il marito muore nell'ottobre del 2020.

Attività finanziarie[modifica | modifica wikitesto]

È stata descritta dal giornale portoghese Público come "una buona donna d'affari, estremamente dinamica ed intelligente, oltre che professionale e cordiale".[7] Il Financial Times scrisse nel marzo 2013 che "anche alcuni critici riconoscono il talento indipendente di imprenditrice di Isabel dos Santos." Nella stessa intervista, Isabel dos Santos afferma di non essere un politico, ma una donna d'affari.[8][9]

All'età di ventiquattro anni entra a far parte del mondo degli affari a Luanda, capitale dell'Angola, dove, nei primi anni 1990 lavora come ingegnere e project manager della società Urbana 2000, con la quale vince l'appalto per la pulizia e la disinfezione della città. Nel 1997, sull'isola di Cazanga, che fa parte della baia di Luanda[10] apre il Miami Beach Club, uno dei primi night club della capitale.[11]

In breve tempo, assume un ruolo chiave nella gestione del patrimonio familiare accumulato dal padre, portandola a creare, per sua iniziativa, numerose aziende, sia in Angola che all'estero, attraverso investimenti, specialmente in Portogallo.[12] Nel 2007 ha citato in giudizio il giornale italiano La Stampa, e tre dei suoi giornalisti, per la pubblicazione di un articolo che la accusava di corruzione.[13][14]

Investimenti in Portogallo e in Africa[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2008 ha rilevanti interessi anche nelle telecomunicazioni, nei media, nelle vendita al dettaglio, nella finanza e nell'energia, sia in Angola che in Portogallo. Possiede azioni di aziende nella produzione di olio e diamanti e il cementificio angolano Nova Cimangola.[8][15][16]

È azionista della Unitel International Holdings BV[17] di Amsterdam, e, dal 27 novembre 2012, membro del Consiglio d'Amministrazione di ZON Multimédia, con funzioni non-esecutive.[18][19][20] Dal 14 dicembre 2012, ha richiesto agli azionisti della ZON di autorizzare la fusione per incorporazione con la Sonaecom, formalizzato il 27 agosto 2013, con il trasferimento alla società per azioni ZOPT detenute rispettivamente da Isabel dos Santos, Zon e Sonaecom, Optimus. Con questo trasferimento in Optimus e Zon, Sonaecom e Isabel dos Santos detengono rispettivamente il 50% del capitale della società risultante dalla fusione: Zon Optimus SGPS. Nel corso del 2013, Isabel dos Santos ha annunciato una nuova strategia per la società attraverso una visione multimarket.[21] Il 1º ottobre 2013 ha partecipato alla prima assemblea generale della Zon Optimus.[22]

Inoltre è anche membro del consiglio di Banco BIC Português,[23] che ha acquisito il Banco Português de Negócios, una banca nazionalizzata, e, attraverso la Santoro Holding, detiene partecipazioni nel Banco Português de Investimento.[24] Nel mese di aprile 2011, con la stessa società angolana Condis, sottoscrive un accordo di partnership con i portoghesi Sonae per lo sviluppo congiunto di un'operazione di acquisizione di una serie di attività al dettaglio angolane.[25]

È anche azionista di minoranza dell'operatore angolano di telefonia mobile Unitel Internazionale. Lo sviluppo di un sistema walkie-talkie apre la strada nel settore delle telecomunicazioni mobile. Sfruttando questa innovazione tecnologica, Isabel, in collaborazione con Portugal Telecom, Sonangol e Vidatel, crea il più grande operatore di telefonia mobile angolano, la Unitel Internazionale.

La Unitel Internazionale dispone di una diffusione territoriale laddove Portugal Telecom non ha presenza. Successivamente acquista l'operatore T+ di Capo Verde, divenendo così il secondo operatore di telecomunicazioni presente nelle isole São Tomé e Príncipe.[8][15][16] Grazie a questo investimento, durante una visita alle isole, annuncia che la Unitel Internazionale investirà nella formazione tecnologica del paese e nella creazione di posti di lavoro.[26]

In un'intervista concessa durante il New York Africa Forum, tenutosi nel giugno 2013 a Libreville, Gabon, afferma che il futuro delle telecomunicazioni in Africa è garantito, oltre che dai cellulari e dalla telefonia mobile, anche sulla connettività ad alta capacità e sulla banda larga in grado di collegare il continente africano.[27][28]

Il 20 agosto 2013 partecipa al BRICS Business Council di Johannesburg, dove erano presenti anche imprenditori e investitori provenienti dal Brasile, dalla Russia, dall'India, dalla Cina, dal Sudafrica e da altri paesi africani, per discutere misure e iniziative concrete volte ad accrescere i legami nel commercio, nell'industrializzazione e negli investimenti tra i BRICS e l'Africa. Durante l'incontro, il Presidente della Banca Africana dello Sviluppo, Donald Kaberuka, ha lodato l'imprenditrice Isabel dos Santos come esempio concreto di imprenditorialità, per lo sviluppo delle economie africane.[29][30] Nel giugno 2016, José Eduardo dos Santos l'ha posta a capo della compagnia petrolifera nazionale Sonangol,[31] posizione che ha ricoperto fino al novembre 2017, quando è stata rimossa dall'incarico dal nuovo presidente dell'Angola João Lourenço.[32]

Beni confiscati[modifica | modifica wikitesto]

Con l'uscita di scena del padre, per Isabel dos Santos è iniziata la parabola discendente. Non solo per lei, chiamata la "Principessa" e accusata dai critici di essersi avvantaggiata dalla corruzione favorita dal padre,[33] ma anche per il fratellastro José Filomeno dos Santos, ex presidente del Fundo Soberano de Angola, con l'accusa di riciclaggio e corruzione, e per la sorellastra Welwitschia don Santos, sospesa dal Parlamento per arricchimento illecito.

Da quando, nel 2018, il governo angolano ha cercato di perseguirla per il reato di corruzione, Isabel dos Santos è andata a vivere in Portogallo.[34] Il 30 dicembre 2019 il tribunale provinciale di Luanda ha ordinato il congelamento dei conti bancari angolani della dos Santos e il sequestro della sua partecipazione in società locali, tra cui il gigante delle telecomunicazioni Unitel e Banco Fomento de Angola.[35] Nel frattempo è finita sotto inchiesta anche in Portogallo, per cui ha deciso di prendere la residenza ufficiale negli Emirati Arabi Uniti.[36][37][38] L'11 gennaio 2020 il governo angolano ha annunciato che stava preparando la battaglia legale per la confisca dei beni di Isabel dos Santos anche in Portogallo,[39] un'operazione già avviata con l'invio in Portogallo delle lettere rogatorie per interrompere il trasferimento di fondi da una banca portoghese a una banca russa.[40]

Il 22 gennaio 2020 è stata incriminata dal governo angolano per riciclaggio e corruzione, accuse che lei respinge.[41]

Holdings[modifica | modifica wikitesto]

Holdings creati da Isabel dos Santos negli ultimi anni.[42][43]

  • Unitel International Holdings BV (con sede a Amsterdam, "ombrello" per i suoi investimenti in ZON Multimedia Portogallo)[44]
  • Santoro Finance (con sede a Lisbona, banche e altro)
  • Esperanza (con sede ad Amsterdam, energia, petrolio e altro)
  • Condis (con sede a Luanda, commercio al dettaglio)
  • Ciminvest (Isabel dos Santos è un investitore in Ciminvest SA)[45]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Africa Confidential about Isabel dos Santos, su africa-confidential.com.
  2. ^ (EN) Isabel dos Santos, su forbes.com, gennaio 2020.
  3. ^ https://espresso.repubblica.it/internazionale/2020/01/20/news/luanda-leaks-come-si-costruisce-un-impero-1.343186
  4. ^ Portugal dominated Angola for centuries. Now the roles are reversed, in Irish Times.
  5. ^ Isabel dos Santos Profile Africa Confidential
  6. ^ Report about Isabel dos Santos on Negócios Online December 2008
  7. ^ Fonte: Público, di Isabel do Santos 20 luglio 2007 (Portuguese)
  8. ^ a b c Fonte: Financial Times - Março 29, 2013
  9. ^ “Sou empresária, não política” - Diário Económico (Portugal), su economico.sapo.pt. URL consultato il 26 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  10. ^ Isabel dos Santos Profile, Forbes
  11. ^ Guardian: It's party time for Luanda's elite as Angola grows rich on oil and gems August 31, 2008 (section 7)
  12. ^ Blog TV maravilha about Isabel dos Santos business activities (Portuguese)
  13. ^ GIULIA VOLA - La dea nera degli intrighi
  14. ^ Rettifica articolo "La Dea nera degli intrighi", su lastampa.it, La Stampa.it, 3 agosto 2007. URL consultato il 9 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2012).
  15. ^ a b “Sou empresária, não política” - Diário Económico (Portugallo), su economico.sapo.pt. URL consultato il 26 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  16. ^ a b Jornal de Negócios (Portugallo) 1.4.2013, pág. 12
  17. ^ Comunicazione, CMVM sito ufficiale
  18. ^ NYSE Euronext Company profile Archiviato il 10 luglio 2011 in Internet Archive.
  19. ^ Zon's shareholders unanimously approved the entry of Isabel dos Santos Archiviato il 9 agosto 2011 in Internet Archive. (Portuguese)
  20. ^ Isabel dos Santos integra administração da Zon Archiviato il 1º dicembre 2012 in Internet Archive., in iOnline.pt
  21. ^ Zon e Optimus avranno una strategia aperta ad altre aree geografiche, Jornal de Negócios Archiviato il 30 agosto 2013 in Internet Archive.
  22. ^ Isabel dos Santos partecipato alla prima assemblea generale di Zon Optimus, Jornal de Negócios[collegamento interrotto]
  23. ^ BIC board members Archiviato il 21 maggio 2011 in Internet Archive. (Portuguese)
  24. ^ Bloomberg: Isabel dos Santos wants to raise stake at BPI December 22, 2010
  25. ^ Público: Sonae formalizes agreement with Isabel dos Santos to enter Angola Archiviato il 16 giugno 2011 in Internet Archive. April 16, 2011 (Portuguese)
  26. ^ Unitel STP to start operating in Sao Tome and Principe this year, Macau Hub
  27. ^ Isabel dos Santos: “Il mio modello sarebbe qualcuno come mia nonna”, Jornal de Negócios
  28. ^ Isabel dos Santos: Intervista a New York Forum Africa, Dinheiro Vivo
  29. ^ Isabel dos Santos partecipa a riunione del BRICS, Jornal de Negócios
  30. ^ “Isabel dos Santos è un esempio per tutti gli africani”, Dinheiro Vivo
  31. ^ All in the family: Angola president picks eldest daughter to head state oil firm, western firms scramble for contracts, su MG Africa, 3 giugno 2016. URL consultato il 3 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2017).
  32. ^ Exonerado Conselho de Administração da Sonangol, Angola, Angop (Agência Angola Press), 2017.
  33. ^ Massimo Alberizzi, Angola, la figlia sulle orme del padre padrone, Il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2020, p. 17
  34. ^ (PT) Gestão da Sonangol: PGR mandou instaurar processo criminal contra Isabel dos Santos, su ANGONOTÍCIAS. URL consultato il 23 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2020).
  35. ^ (EN) Angola orders Isabel dos Santos asset seizure, in www.bbc.com, 31 dicembre 2019.
  36. ^ (PT) Lígia Simões, Exclusivo. DCIAP investiga operações de Isabel dos Santos denunciadas por Ana Gomes, in Jornal Económico, 10 gennaio 2020. URL consultato l'11 gennaio 2020.
  37. ^ (PT) Angola: Cidadã russa Isabel dos Santos imune à extradição?, in DeutscheWelle, 9 gennaio 2020. URL consultato l'11 gennaio 2020.
  38. ^ (FR) Portugal: la justice ouvre une enquête sur Isabel dos Santos, 11 gennaio 2020. URL consultato l'11 gennaio 2020.
  39. ^ (PT) Governo angolano prepara confisco de bens de Isabel dos Santos em Portugal, in Angola24horas, 11 gennaio 2020. URL consultato l'11 gennaio 2020.
  40. ^ (PT) Vítor Norinha, De bestial a persona non grata, in Jornal Económico, 3 gennaio 2020. URL consultato il 13 gennaio 2020.
  41. ^ Isabel dos Santos, la donna più ricca d'Africa, incriminata per riciclaggio e corruzione, su rainews.it, 23 gennaio 2020. URL consultato il 23 gennaio 2020.
  42. ^ Os negócios de Isabel dos Santos em Portugal Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive. Dinheiro Vivo Online, 9 May 2012 (pt)
  43. ^ Os Negócios de Isabel dos Santos em Portugal Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive. Dinheiro Vivo Online, 9 maggio 2012 A Angolana mais rica de Portugal, Italiano: Il angolana più ricca in Portogallo] clipquick.com, 1º agosto 2012 (pt)
  44. ^ Comunicazione Archiviato il 21 ottobre 2013 in Internet Archive., CMVM sito ufficiale
  45. ^ Nova Cimangola prevê aumentar produção de cimento, Angola Press (in portoghese)

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