Inés de Suárez

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José Mercedes Ortega Pereira,1897, Santiago de Chile, olio su tela, Museo Historico Nacional

Inés de Suárez (Plasencia, 1507 circa – Cile, 1580 circa) fu una conquistadora combattente dell'America meridionale all'epoca della conquista del Cile.

È ricordata per aver difeso con successo la città di Santiago dall'attacco dei Mapuche e per essere stata l'amante di Pedro de Valdivia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni e sbarco in America[modifica | modifica wikitesto]

Inés nacque a Plasencia, Spagna, nel 1507[1]. Sbarcò in America nel 1537 con l'intento di cercare il marito[2], Juan de Málaga, che era partito per il Nuovo Mondo con i fratelli Pizarro. Dopo una lunga ricerca avvenuta in numerosi Paesi del Sud America, nel 1538 Inés raggiunse Lima dove scoprì che il marito era deceduto in mare poco tempo prima del suo arrivo in Perù. Come risarcimento per essere la vedova di un soldato spagnolo, Inés richiese e ottenne un piccolo appezzamento di terra a Cuzco dove si stabilì.[3]

Fu proprio a Cuzco che Inés Suárez conobbe Pedro de Valdivia[3], maresciallo di campo di Francisco Pizarro e futuro conquistatore del Cile, recentemente tornato dopo la battaglia di Las Salinas avvenuta nel 1538. Nonostante provenissero entrambi dalla stessa zona della Spagna, non vi è alcuna prova che l'inizio della loro relazione sia anteriore a quella data.

Conquista del Cile[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del 1539, Valdivia decise di lasciare il Perù per avventurarsi verso l'inesplorato Cile, con il solo intento di «scoprire e colonizzare terre per sua Maestà».[4] Per intraprendere questo viaggio, chiese a Pizarro che Inés facesse parte del contingente che sarebbe stato a suo seguito ed egli accettò, a patto che lo avesse accompagnato come domestica. Fu così che il conquistatore, nel gennaio 1540[5], partì con 150 uomini alla volta delle nuove terre.[6]

Inés si dimostrò un'importante risorsa per la spedizione: resistente quanto un uomo, si occupò di malati e feriti, trovò l'acqua nel deserto e scongiurò l'omicidio di Valdivia stesso ad opera di un suo rivale.[1]

Undici mesi dopo la loro partenza da Cuzco, gli spagnoli raggiunsero la valle del fiume Mapocho[7] e vi si stabilirono. Il 12 febbraio 1541, in quel luogo, sorse ufficialmente la città di Santiago[8]in onore del santo patrono del regno di Spagna

Scontro con i Mapuche[modifica | modifica wikitesto]

Quando si venne a scoprire della presenza di oro nelle vicinanze di Valparaíso, gli spagnoli iniziarono a sfruttare i nativi del luogo, con i quali erano riusciti ad ottenere un rapporto di pacifica convivenza nel corso dei mesi. Fu per questo motivo che, mentre Valdivia non era presente al Sud, gli indios, capeggiati da Michimalonco, attaccarono con ferocia Santiago radendola quasi al suolo.

Anonimo, XIX secolo, Santiago, disegno a penna, Museo Historico Nacional Santiago de Chile

La battaglia sembrava perduta quando Inés, che stava dando il proprio aiuto curando e fornendo supporto ai compagni[9][10], propose di decapitare sette cacicchi loro prigionieri con l'intento di spaventare gli indigeni. Nonostante vi fossero obiezioni da parte di chi riteneva che tenerli in vita fosse la loro unica possibilità contrattuale, Inés raggiunse il luogo in cui gli uomini erano tenuti sotto sorveglianza da Francisco Rubio e Hernando de la Torre e diede l'ordine di esecuzione. Le teste vennero successivamente gettate tra la folla creando scompiglio, mentre la donna salì a cavallo e spronò gli uomini a reagire. La cavalleria spagnola riuscì a cacciare gli indigeni e a vincere la battaglia.[11][12]

Il 20 gennaio 1544, in riconoscimento per il suo coraggio e il suo valore, Pedro de Valdivia le conferì un encomio.[13]

Secondo la storiografia spagnola, fu Inés stessa a mostrare alle guardie come uccidere i sette schiavi.[14] Per questo motivo è normalmente rappresentata nell'atto di decapitare i suoi nemici.

Processo di Villagra[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo successivo alla battaglia, Inés continuò a vivere apertamente con Valdivia, divenuto il governatore. Questo comportamento fu utilizzato contro Valdivia quando, dopo l'inizio delle rivolte in Perù, una fazione scontenta lo accusò di tirannia, uso illecito dei fondi pubblici e di immoralità pubblica.[15] Si arrivò così al processo di Villagra.

Il 19 novembre del 1548 il Viceré, Pedro de la Gasca, scagionò Pedro de Valdivia da ogni imputazione tranne quella riguardante la sua relazione extraconiugale. Valdivia fu costretto a ricongiungersi con la moglie, Marina Ortíz de Gaete[16], mentre Inés dovette sposare[17][18] il capitano Rodrigo de Quiroga nel 1549.

Da quel momento la donna condusse una vita molto tranquilla e religiosa dedita ad aiutare gli altri. Insieme al marito contribuì alla realizzazione del santuario Merced y de la ermita de Monserrat.[19][20]

Entrambi i coniugi morirono a Santiago del Cile nel 1580 circa.

Riferimenti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Inés de Suárez è la protagonista del romanzo Inés dell'anima mia di Isabel Allende. La scrittrice ha deciso di rendere omaggio a “questa donna straordinaria[21] con l'intento di mostrare le cose incredibili che è riuscita a fare nella vita – “una vita che mi sarebbe piaciuto vivere”[22]– che sono solitamente limitate in poche righe nei testi di storia cilena. Questa mancanza di materiale ha costretto l'Allende a una lunga ricerca, ma le ha permesso di dare più spazio alla sua immaginazione.[21]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Inés venne interpretata dall'attrice italiana Elsa Martinelli nel film L'araucana, massacro degli dei, trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Alonso de Ercilla y Zúñiga[23].

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2020 esce la serie televisiva di 8 episodi "Inés dell'anima mia", ispirata all'omonimo romanzo di Isabel Allende.[24]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A Inés Suárez sono intitolati un'area verde sorta nel 1994 a Providencia, Santiago[25] e una scuola nella sua città natale. Inoltre è prevista l'apertura di una nuova linea metropolitana che comprenderà la stazione "Inés de Suárez", in prossimità del parco.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Crónica del Reino de Chile, VIII
  2. ^ Españolas de Ultramar en la Historia y en la Literatura (siglos XV a XVII), p. 200
  3. ^ a b Inés Suárez, una intrépida extremeña a la conquista de Chile Archiviato il 12 giugno 2013 in Internet Archive.
  4. ^ “I only desire to discover and colonize lands for your Majesty, so that my memory will endure in fame” – Valdivia, Pedro, Cartas de Don Pedro de Valdivia al emperador Carlo V, from Colleccíon de documentos de historiadores de Chile, Santiago 1861. Letters transladed into English in Pedro de Valdivia, by R.B. Cunningham Graham, London, 1926
  5. ^ “Valdivia and his small troop left Peru in January 1540.” – John A. Crow, The Epic Of Latin America
  6. ^ “The conqueror of the Chile [...] aroused the instinct for adventure in one hundred and fifty soldiers” – John A. Crow, The Epic Of Latin America
  7. ^ Descubrimiento y conquista de Chile, “Llegó a fines año de 1540 al valle del Mapocho.” Lettera del Principe Filippo II
  8. ^ “After a year of being on the march the Spaniards reached the beautiful central valley of Chile, wher four out of every five Chileans live today, and there, on February 12, 1541, was founded the city of Santiago” – John A. Crow, The Epic Of Latin America
  9. ^ Crónica del Reino de Chile Archiviato il 9 gennaio 2016 in Internet Archive., XLIII
  10. ^ The conqueror's lady, Ines Suarez, “When the army was near to rout by the Indians, Ines Suarez put a coat of mail over her shoulders and drawing an elk-hide jacket over that, went out among the soldiers with her sword upraised, animating them by her words more as if she were a valorous captain skilled at arms than a woman exercised on the embroidery cushion“Pedro Mariño de Lovera, contemporaneo di Valdivia
  11. ^ “At her [of Inés] suggestion several captive chieftains who were prisoners in the fort were beheaded and their heads thrown out among the assailants. The Spanish cavalry then rushed forth from its untenable position, and[...] finally managed to drive the Indians away” – John A. Crow, The Epic Of Latin America
  12. ^ Crónica del Reino de Chile, XV
  13. ^ Españolas de Ultramar en la Historia y en la Literatura (siglos XV a XVII), p. 222
  14. ^ The conqueror's lady, Ines Suarez, “Doña Ines unsheathed the sword that she carried and with her own hand killed seven caciques (Indian chiefs) with as much valor as if she were a Roldán or the Cid Ruy Diaz “Captain Gongora Marmolejo, storico e soldato
  15. ^ Proceso de Pedro de Valdivia, p. 32
  16. ^ The conqueror's lady, Ines Suarez, “By these presents I give license and facility to you, Doña Maria Ortis de Gaete, wife of Governor Pedro de Valdivia, that you may pass and that you do pass from this Kingdom to the Province of Chile where at present your husband resides “Lettera del Principe Filippo II
  17. ^ Proceso de Pedro de Valdivia i Otros Documentos Inéditos Concernientes a Este Conquistador
  18. ^ Españolas de Ultramar en la Historia y en la Literatura (siglos XV a XVII), p. 222
  19. ^ Declaración de Rodrigo de Quiroga e Inés Suárez sobre los fines que persiguen con la fundación de la ermita y casa de Nuestra Señora de Monserrate
  20. ^ The conqueror's lady, Ines Suarez, p. 330-331
  21. ^ a b Scheda di Inés dell'anima mia Archiviato il 3 febbraio 2014 in Internet Archive.
  22. ^ Scheda di Inés dell'anima mia Archiviato il 3 febbraio 2014 in Internet Archive.,“È una guerriera, una donna che lotta e ottiene ciò che vuole. Ottiene prima di tutto l'amore, ottiene la terra, poi ottiene il potere, e finalmente ottiene, per trent'anni, l'amore di un altro uomo. Per me, è una donna con una vita straordinaria, una vita che mi sarebbe piaciuto vivere.”
  23. ^ MyMovies.it | L'araucana - massacro degli dei
  24. ^ (ES) Inés del alma mía, su filmaffinity.com. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  25. ^ Parque Inés de Suárez, su providencia.cl. URL consultato il 20 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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