Inversione uterina

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Inversione uterina
Inversione uterina completa
Specialitàostetricia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD019687

L'inversione uterina è una complicanza che può insorgere durante il parto, nel suo terzo stadio, quando la donna riesce ad espellere solo una parte della placenta. In tal caso l'utero si rovescia all'interno della propria cavità. Tale patologia, tipica del secondamento, si associa ad un'insorgenza precedente di shock materno.

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

L'incidenza, per quanto riguarda i parti, è di 1 su 2000, contestata da altri autori.

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

Esistono tre tipi di gravità:

  • 1º grado, inversione incompleta, la meno grave.
  • 2º grado, inversione completa, dove nell'atto il fondo uterino; riesce a superare la cervice ma non la rima vulvulare;
  • 3º grado, dove si supera anche la rima vulvulare, la più pericolosa.

Sintomatologia[modifica | modifica wikitesto]

I sintomi presentano dolore improvviso e violento, ipotensione, emorragia, i sintomi a seconda del grado sono più o meno forti.

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

Normalmente nell'atto del parto vi è un innalzamento improvviso della pressione per via degli sforzi della donna o per le varie manovre (manovra di Andrews, manovra di Brandtm ecc). Nella manifestazione clinica si osservano due fasi, la prima del rovesciamento interno e la seconda dove l'organismo cerca di rigettare quel corpo, divenuto ormai estraneo.

Fattori di rischio[modifica | modifica wikitesto]

L'inversione può manifestarsi naturalmente, essendoci dei fattori che minacciano l'evento come l'atonia del fondo placentare.

Terapie[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento è la riduzione uterina, da eseguire immediatamente perché la persona rischia la vita per via dello shock imminente. Inizialmente senza utilizzo di farmaci, se diventano necessari il solfato di magnesio porta ad una quasi totalità di successo. Nel caso la riduzione non fosse possibile bisogna, dopo anestesia generale, ricorrere alla laparotomia. Si somministra l'ossitocina per evitare il nascere di un ulteriore complicanza: l'atonia uterina.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Livio Zanolo, Barcellona Eliana, Zacchè Gabrio, Ginecologia e ostetricia con tavole di F.H. Netter, Milano, Elsevier Masson srl, 2007, ISBN 978-88-214-2730-5.

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