Indicazione geografica

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L'indicazione geografica (nota anche con l'acronimo I.G.) è una denominazione che identifica un prodotto legato ad un territorio determinato. Essa è definita dall'Accordo TRIPs in due articoli (articolo 22 e articolo 23)[1]. In particolare l'articolo 22.1 TRIPs recita:

"Le indicazioni geografiche sono, (...), indicazioni che identificano un bene come originario del territorio di uno Stato Membro, o di una regione o località in tale territorio, laddove una data qualità, reputazione o altra caratteristica del bene sia essenzialmente attribuibile alla sua indicazione geografica"[1]

Da tale definizione si evince che l'IG definita dal TRIPs altro non è che un nome geografico. L'Accordo obbliga gli Stati Membri a tutelare tali nomi ma non dice come. Per questo, i sistemi giuridici di protezione delle IG variano considerevolmente da giurisdizione in giurisdizione. Per esempio, in Unione Europea è in vigore un sistema di protezione sui generis con il quale la protezione è conferita tramite l'assegnazione dello status di Denominazione di origine controllata o di Indicazione geografica protetta. Negli Stati Uniti, invece, si preferisce ricorrere a strumenti quali il Marchio collettivo o il Marchio di Certificazione.[2] Altri paesi ancora applicano il regime generale del Diritto della Concorrenza Sleale.[3]

Funzione delle Indicazioni Geografiche[modifica | modifica wikitesto]

Usata come strumento di commercializzazione, l'IG ha la funzione di dare al consumatore un'informazione chiara a riconoscibile sulle caratteristiche del prodotto.

L'effetto previsto è di assicurare la qualità di un prodotto, evidenziare l'identità di una marca e preservare le tradizioni culturali. I produttori di geografie diverse possono invece percepirlo come una forma di protezionismo o di privativa simile alla cosiddetta proprietà intellettuale.[4]

Indicazioni Geografiche in Italia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia, le indicazioni geografiche sono protette dall'art.29 - Oggetto della tutela (art. 31, comma 1, D.Lgs. 19 marzo 1996, n. 198) [5].

Le più note sono DOC, DOCG, IGP.

Indicazioni Geografiche in UE[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Unione europea, le bevande spiritose riconosciute IG sono regolamentate[6] e "E-Spirit-Drinks" è la sua banca dati on line[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Storia e situazione attuale, su wto.org, Organizzazione mondiale del commercio. URL consultato il 7 gennaio 2015.
  2. ^ Caroline Le Goffic e Andrea Zappalaglio, The Role Played by the US Government in Protecting Geographical Indications, in World Development, vol. 98, pp. 35–44, DOI:10.1016/j.worlddev.2016.08.017. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  3. ^ Zappalaglio 'The Protection of Geographic Indications: Ambitions and Concrete Limitations' 2 Edinburgh Student L. Rev. 89 (2013-2015)
  4. ^ (EN) Europe eats Trump’s lunch, in POLITICO, 22 novembre 2017. URL consultato il 30 novembre 2017.
  5. ^ Rossella Masetti, Indicazioni geografiche (PDF), su bugnion.it, Pubblicato ne Il Nuovo Diritto Industriale edito da Il Sole 24 Ore. URL consultato l'8 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  6. ^ Regolamento (CE) N. 110/2008 del Parllamento europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008, su eur-lex.europa.eu, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. URL consultato l'8 gennaio 2015.
  7. ^ E-Spirit-Drinks, su ec.europa.eu, Commissione europea. URL consultato l'8 gennaio 2015.

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