In cucina niente regole

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In cucina niente regole
Titolo originaleLove's Kitchen
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneRegno Unito
Anno2011
Durata93 min
Rapporto2,35:1
Generecommedia, sentimentale
RegiaJames Hacking
ProduttoreJ. Alan Davis
James Hacking
Simone Ling
Duncan Napier-Bell
Nicholas Napier-Bell
MontaggioJordan Cushing
MusicheTom Howe
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

In cucina niente regole (Love's Kitchen) è un film del 2011 diretto da James Hacking, primo film per lo chef pluristellato Gordon Ramsay, che interpreta se stesso in un cameo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che la moglie muore in un incidente d'auto, Rob Haley grandissimo Chef inizia a non amare più la cucina e lentamente scivola su di una cucina dozzinale. Il colpo di grazie arriva da una recensione negativa che lo mette di fronte alla realtà di quanto stia accadendo. Il suo amico Gordon Ramsay, lo va a trovare e lo sprona a ritornare ad essere quello di una volta. Haley allora si trasferisce in campagna con la figlia e alcuni membri leali del suo staff per acquistare un locale visto da sua moglie prima di morire e trasforma il locale in un gastropub tra lo scetticismo degli abitanti del paese. Nel giorno di apertura del ristorante, arriva il critico gastronomico americano Kate Templeton che aveva scritto la recensione negativa. Tra i due scatta una divertente discussione e senza dire nulla Kate sponsorizza il locale che rinasce. Piano piano tra i due nasce l'amore con la benedizione della piccola Michelle. Dopo varie vicissitudini, un suo vecchio amico, critico televisivo decide di fare una trasmissione proprio nel locale di Rob esaltando la qualità della sua cucina e da lì ci sarà un continuo successo per il ristorante sotto la gestione di Haley e Kate felicemente innamorati. A.I.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è basato sulla storia vera di un proprietario di un pub, John Hailey, su cui è stato basato il personaggio di Rob Haley. Il personaggio di Kate Templeton è basato su un gioco di parole, in quanto il pub era un locale per Kate Middleton, in seguito duchessa di Cambridge[1]. La sceneggiatura è stata scritta da James Hacking, che ha poi diretto il film nonché suo primo lungometraggio[2]. Ha inoltre fornito i finanziamenti per lo stesso film[3]. Dougray Scott e Claire Forlani sono stati messi nel film uno di fronte all'altro, anche se nella vita reale sono marito e moglie[4]. Ha scritto una lettera direttamente allo chef Gordon Ramsay, senza passare attraverso i suoi agenti, chiedendogli di essere nel film, spingendo il celebre chef ad accettare il ruolo[2] .Il film è stato il debutto in qualità di Ramsay[5], e ha accettato di comparire a proprie spese[3].Il nome di Gordon Ramsay è stato trascritto erroneamente nei titoli di coda come "Ramsey"[6].

Le scene del film sono state girate in loco nell'Elstree Studios[7]. In una scena, dove Michelle Ryan guida un'Alfa Romeo, durante un'accelerata la macchina ha perso aderenza nelle ruote posteriori ma grazie alla sua esperienza di guida di auto sportive e a delle giornate in pista è riuscita a tenere la macchina sotto controllo[8]. Le riprese del film sono state completate nel marzo del 2009[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Love's Kitchen". Sky Movies. Archiviato il 5 marzo 2014 in Internet Archive.
  2. ^ a b http://www.highbeam.com/doc/1G1-225714150.html, su highbeam.com. URL consultato il 26 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  3. ^ a b "Love's Kitchen - Lee Boardman interview"., su web.orange.co.uk. URL consultato il 26 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2012).
  4. ^ "I’ve tried putting myself in Frank’s head .. but I can’t imagine the pain of waiting for a liver transplant".
  5. ^ "Ramsay carves out a cameo movie role". Daily Mail., su highbeam.com. URL consultato il 26 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  6. ^ "Ramsay's (motion) picture nightmares". Radio Times.
  7. ^ "Dougray Scott returns to Elstree Studios". Elstree Studios. Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  8. ^ "'I can beat up anyone': Michelle Ryan gets tough". Daily Mail.
  9. ^ "No Ordinary Trifle". Eyeline Entertainment.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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