Il segreto di Villa Paradiso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il segreto di Villa Paradiso
Titolo originaleIl segreto di Villa Paradiso
Paese di produzioneItalia
Anno1940
Durata76 min
Dati tecniciB/N
Generepoliziesco
RegiaDomenico Gambino
SoggettoGiacomo Dusmet
SceneggiaturaAlessandro De Stefani, Leo Bomba
ProduttoreFederico D'Avack per Sovrania Film
Distribuzione in italianoGeneralcine
FotografiaTommaso Kemeneffy
MontaggioMario Serandrei
MusicheCostantino Ferri
ScenografiaSalvo D'Angelo
Interpreti e personaggi

Il segreto di Villa Paradiso è un film del 1940 diretto da Domenico Gambino.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

In una città argentina si trova un locale notturno, all'interno della "Villa Paradiso", che ospita anche una casa da gioco, dove una sera, un agente della polizia locale, si reca per investigare su una banda di falsari.

Ma l'agente viene ucciso, questo provoca una immediata mobilitazione del Capo della polizia che invia tre investigatori per l'inchiesta sul locale e sui suoi misteriosi proprietari.

Ben presto i poliziotti scopriranno che i dirigenti della villa sono anche i componenti della banda dei falsari, durante l'irruzione nel locale i tre vengono scoperti, ma sono messi in guardia dalla cantante del locale, che dà la possibilità agli agenti dopo una cruenta sparatoria di arrestare tutta la banda.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Prodotto da Federico D'Avack per la Sovrania Film, la pellicola, con l'aiuto alla regia di Roberto Bianchi, venne girata nei studi di Cinecittà nell'autunno del 1939.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano nel gennaio del 1940.

La critica[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Isani nelle pagine di Cinema del 10 giugno 1940 « Gli elementi di ritmo e di stringato montaggio che caratterizzano in genere i film a sfondo criminal-poliziesco mancano a questo film. Sembra così di assistere alla narrazione di una storia continuamente frenata da un un'irriducibile balbuzie cinematografica che rallenta ogni cosa. Movimenti di macchina ingiustificati, primi piani che diventano fatti personali la filo-drammaticità di Giovanni Grasso sfiorano spesso la caricatura »

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Turco, articolo su Lo Schermo del 1º novembre 1939
  • Mino Doletti, recensione in Film del 25 maggio 1940

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema