Ihor Bjelanov

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Ihor Bjelanov
Nazionalità Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Bandiera dell'Ucraina Ucraina (dal 1991)
Altezza 173 cm
Peso 68 kg
Calcio
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1997
Carriera
Giovanili
1973-1978Černomorec
Squadre di club1
1979-1980SKA Odessa68 (16)
1981-1984Černomorec116 (26)
1985-1989Dinamo Kiev158 (54)
1989-1990Borussia M'gladbach26 (5)
1991-1995Eintracht Braunschweig89 (28)
1995-1996Čornomorec'3 (1)
1996-1997Metalurh Mariupol'5 (4)
Nazionale
1985-1990Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica33 (8)
Palmarès
 Europei di calcio
Argento Germania Ovest 1988
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 31 maggio 2007

Ihor Ivanovyč Bjelanov (in ucraino Ігор Іванович Бєланов?; in russo Игорь Иванович Беланов?, Igor' Ivanovič Belanov; Odessa, 25 settembre 1960) è un ex calciatore sovietico, dal 1991 ucraino, di ruolo attaccante.

Durante la sua carriera ha vestito le maglie di Dinamo Kiev e Borussia Mönchengladbach: in patria ha vinto tutto, conquistando la Coppa delle Coppe 1985-1986, di cui è miglior marcatore a pari merito con i suoi compagni di squadra Blochin e Zavarov e col tedesco Lippmann. In quest'annata, sale alla ribalta internazionale, segnando una tripletta ai Mondiali messicani contro il Belgio (incontro perso per 4-3), fino a vincere il Pallone d'oro nel 1986 davanti ai più quotati Lineker e Butragueño.[1]

Rimane al vertice del calcio internazionale per un buon anno e mezzo, fino agli Europei 1988: l'URSS arriva in finale ma contro i Paesi Bassi, Belanov sbaglia un rigore e la nazionale sovietica cade 0-2. Un anno dopo si trasferisce in Germania, ma qui il suo rendimento è fallimentare: dopo due mezze stagioni, passa a giocare prima nel secondo poi nel terzo livello del calcio tedesco, con risultati mediocri. Nel 1995 ritorna in patria, dove chiude la carriera.

Nel 2011 Belanov, assieme a Blochin, Lobanovski e Vitalij Staruchin, è stato nominato leggenda del calcio ucraino.[2] È stato anche votato dagli appassionati di calcio ex-sovietici come uno dei più forti tra i giocatori sovietici di tutti i tempi.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Irina, ha una figlia nata nel 1985, Cristina.[4] Gli piace l'opera, in particolare Giuseppe Verdi.[4] Aveva problemi d'alcolismo.[5]

In passato Andrij Ševčenko s'ispirava a Belanov,[6] uno dei suoi idoli.[7]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Calciatore dal fisico leggero, piccolo di statura, ma estremamente veloce[1][8][9][10] era il rifinitore della Dinamo Kiev di Lobanovski,[8] che lo ha allenato sia a Kiev sia in Nazionale. Era uno dei migliori protagonisti del "calcio laboratorio" (o "laboratorio Lobanovski"[11] o "calcio del duemila"[12]) giocato dalla Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski,[11] che lo stesso calciatore ritiene essere il «miglior tecnico di sempre».[13] La Nazionale sovietica era abituata a giocare in contropiede, sfruttando le abilità di Belanov sulla fascia destra, quelle di Protasov a sinistra e la fantasia di Oleksandr Zavarov in mezzo al campo.[14][15][16] Assieme a Protasov formava una minacciosa coppia offensiva.[14] Durante la carriera ha giocato anche come unica punta nel 4-5-1, arretrando a giocare da esterno d'attacco destro durante gli incontri e lasciando la posizione centrale al più adatto Protasov.[14]

Attaccante capace di giocare anche da trequartista, definito «fuoriclasse»[17][18][19] e «campione»,[7][18][19][20] non era forte fisicamente, né dotato di un bagaglio tecnico elevato ma riusciva a bucare le difese grazie al suo rapidissimo cambio di ritmo:[21] la velocità, il dribbling e il tiro in suo possesso lo rendevano un attaccante completo e grazie a queste caratteristiche era considerato tra i migliori calciatori degli anni ottanta.[9] Era anche un buon rigorista.

Era soprannominato Razzo, il che fa capire la sua elevata velocità,[22][23][24] dinamicità e l'abilità di smarcamento di cui era capace, che culminavano spesso in un tiro potente, secco, eseguito in corsa.[21] Nel 1983 corse i 50 metri in 5"7.[23] Nel 1988, a ventotto anni, Belanov rivela un aneddoto curioso sulla sua carriera: nel 1985, al primo allenamento con la Dinamo Kiev, venne doppiato due volte da tutta la squadra dopo qualche giro di pista e se Lobanovski non l'avesse trattenuto sarebbe tornato a Odessa la sera stessa.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Belanov ha militato in vari club: SKA Odessa, Chornomorets Odessa e soprattutto Dinamo Kiev, dove ha fatto faville tra il 1985 e il 1989, facendo incetta di titoli in patria e vincendo la Coppa delle Coppe nel 1986, competizioni nella quale diviene capocannoniere con 5 reti, assieme ai compagni di squadra Oleksandr Zavarov e Oleh Blochin e al tedesco Frank Lippmann. Nello stesso anno ricevette il Pallone d'oro come miglior calciatore europeo dell'anno, a sorpresa e tra le polemiche,[8][11][21][25]. Belanov vince davanti a candidati di tutto rispetto, Gary Lineker (capocannoniere in Premier League e al Mondiale messicano, secondo in campionato e finalista di FA Cup con l'Everton) ed Emilio Butragueño (vincitore della Liga e della Coppa UEFA col Real Madrid, oltre a essere arrivato secondo nella classifica marcatori del Mondiale 1986 assieme a Maradona e dietro Lineker): Belanov sbaraglia la concorrenza vincendo con 84 punti, davanti a Lineker (62) e Butragueño (59). In seguito dichiara che il suo connazionale Zavarov meritava di vincerlo al posto suo, avendogli servito parecchi assist.[26] In un sondaggio indetto nel gennaio 1987 dai giornalisti sovietici, Zavarov è giudicato superiore a Belanov.[27] Nel gennaio 1987 s'infortuna per uno strappo muscolare.[27] Il 24 febbraio 1987, durante la Supercoppa UEFA 1986 contro lo Steaua Bucarest, Belanov s'infortuna, dovendo uscire al 50' per Mikhailichenko:[28] a fine partita lo Steaua vince per 1-0.

Nonostante avesse attirato a sé gli interessi di alcune società italiane, e soprattutto dell'Atalanta, che doveva ottenere Belanov in prestito dal Genoa,[19][29], non arriva mai in Italia: nonostante l'affare sia dato come concluso, nelle prime settimane di luglio il ministero dello Sport sovietico afferma che ci sono ancora delle condizioni da trattare prima di cedere l'ormai ex Pallone d'oro;[30] la trattativa prosegue e sia a metà luglio[4][31] sia verso i primi di agosto sembra già essere conclusa con l'acquisto del sovietico,[32] ma l'affare si complica nuovamente verso la metà di agosto[33][34] e nel settembre seguente la trattativa sfuma:[35] il sovietico, che avrebbe dovuto essere il terzo straniero per i bergamaschi, è sostituito da Evair.[36] Belanov si rivela deluso per il suo mancato trasferimento all'Atalanta, chiuso definitivamente da Lobanovski.[37] Solo nel 1994 ammette che le trattative con Genoa e Atalanta saltarono perché il governo sovietico gli impedì di firmare i contratti, condizionandone la carriera.[13] In questo periodo guadagna 2.000 rubli al mese.[4]

All'epoca i calciatori sotto i 29 anni non potevano giocare fuori dall'Unione Sovietica,[21] perciò dopo aver attraversato un periodo di declino da febbraio 1988,[38][39] il 10 agosto 1989, Belanov si trasferisce ai tedeschi del Borussia Mönchengladbach, firmando un contratto da circa 1,55 milioni di marchi, unendosi al suo nuovo club a novembre, quando finisce il campionato sovietico.[40][41] In Germania Ovest vive una stagione deludente, al di sotto delle aspettative per via di un calo di rendimento, litigando spesso con l'allenatore.[8][21] Durante la sua seconda annata in Germania, il sovietico è fermato assieme alla moglie dalla Polizia locale, che nel bagagliaio della sua auto trova dei capi di vestiario che erano stati appena rubati da un grande magazzino per un valore di 2.000 marchi (circa € 1.000), venendo arrestato subito dopo[42] e immediatamente licenziato dal club.[5][11][21] Al termine della seconda stagione al Borussia conta 24 presenze e 4 gol in campionato.

Nel 1991 passa all'Eintracht Braunschweig, nella seconda divisione tedesca. Qui vive stagioni altalenanti, fino alla retrocessione in terza divisione. Successivamente è tornato in Ucraina, dov'è un idolo nazionale, militando nel Chornomorets e nell'Azovetz Mariupol (seconda categoria ucraina), dopodiché appende le scarpette al chiodo.[21] Dopo il ritiro, ha aperto a Odessa una scuola calcio che porta il suo nome.

Dopo essersi impegnato nell'industria dell'acciaio, nell'estate del 2003 rileva la proprietà del Wil assieme a un suo socio, Gennadyj Perepadenko, suo ex compagno di squadra ai tempi del Chernomorets, salvando la società elvetica dalla bancarotta.[11] Nel gennaio 2004 diviene presidente, mentre la squadra è terzultima nella massima divisione svizzera.[11] Con € 200.000, la società del duo Belanov-Perepadenko, New Building Design, registrata a Madrid, ha rilevato la maggioranza delle azioni del Wil (precisamente il 51%).[11] Nell'agosto 2003 Belanov esonera subito il tecnico in carica, Martin Andermatt, chiamando a suo cospetto l'inesperto Zavarov, ex compagno di squadra alla Dinamo Kiev e nella Nazionale sovietica.[11] Zavarov però non ha la licenza per allenare e la federcalcio svizzera gli dà un permesso fino al 31 dicembre 2003.[11] Scaduto il permesso, nel 2004 Belanov gli concede di restare nel Wil, assegnandogli la carica di direttore sportivo e chiamando in panchina Joachim Müller.[11] Dopo tre mesi Müller è esonerato e al suo posto Tomas Matejcek si pone alla guida del club: quando i giocatori cominciano a non sopportare più il nuovo tecnico, a causa degli allenamenti troppo duri, Belanov è costretto a richiamare Müller, affiancandogli Stephan Lehmann. Nel febbraio 2004, contestato dai tifosi, Belanov si dimette dalla presidenza del Wil.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Esordisce in Nazionale il 2 maggio 1985 nel successo per 4-0 contro la Svizzera rimpiazzando al 79' Hennadij Lytovčenko.[43] Divenuto ben presto titolare nell'Unione Sovietica del Colonnello Lobanovski, disputa i Mondiali '86 in Messico, dimostrando un'ottima forma[14] e durante i quali realizza una tripletta contro il Belgio negli ottavi di finale: la partita venne comunque persa dai "rossi" per 4-3. In totale Belanov è sceso in campo 33 volte con la sua Nazionale tra il 1985 e il 1990 e ha realizzato otto reti, ma è spesso ricordato per aver fallito un calcio di rigore nella finale degli Europei del 1988 contro l'Olanda (0-2). Tra il 1986 e il 1988 è uno dei calciatori più importanti e più rappresentativi della Nazionale sovietica.[16][44][45][46][47]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Tra club e nazionale maggiore, Bjelanov ha giocato 496 partite segnando 140 reti, alla media di 0,28 gol a partita.

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali[48] Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1979 Bandiera dell'Unione Sovietica Odesa PL 32 5 - - - - - - - - - 32 5
1980 PL 36 11 - - - - - - - - - 36 11
Totale Odesa 68 16 68 16
1981 Bandiera dell'Unione Sovietica Čornomorec' VL 27 6 KS 2 0 - - - - - - 29 6
1982 VL 29 2 KS 4 1 - - - - - - 33 3
1983 VL 27 7 KS 1 0 - - - - - - 28 7
1984 VL 33 11 KS 5 3 - - - - - - 38 14
1985 Bandiera dell'Unione Sovietica Dinamo Kiev VL 31 10 KS 4 2 CdC 4 1 - - - 39 13
1986 VL 22 10 KS 1 0 CC 8 4 SS+SU 1+1 0+0 33 14
1987 VL 23 8 KS 6 3 CC 6 1 SS+KFS 1+1 1+0 37 13
1988 VL 27 9 KS 4 1 - - - - - - 31 10
1989 VL 18 3 KS 4 1 - - - - - - 22 4
Totale Dinamo Kiev 121 40 19 7 18 6 4 1 162 54
1989-1990 Bandiera della Germania Borussia Mönchengladbach BL 14 4 CG 1 0 - - - - - - 15 4
1990-1991 BL 10 0 CG 2 1 - - - - - - 12 1
Totale Borussia Mönchengladbach 24 4 3 1 27 5
1990-1991 Bandiera della Germania Eintracht Braunschweig 2.BL 9 3 - - - - - - - - - 9 3
1991-1992 2.BL 29 10 CG 1 1 - - - - - - 30 11
1992-1993 2.BL 0 0 - - - - - - - - - 0 0
1993-1994 2.BL 26+4[49] 8+0[49] CG 1 0 - - - - - - 31 8
Totale Eintracht Braunschweig 68 21 2 1 70 22
1995-1996 Bandiera dell'Ucraina Čornomorec' UPL 3 1 - - - - - - - - - 3 1
Totale Čornomorec' 119 27 12 4 131 31
1995-1996 Bandiera dell'Ucraina Mariupol DL 1 0 - - - - - - - - - 1 0
1996-1997 DL 4 4 - - - - - - - - - 4 4
Totale Mariupol 5 4 5 4
Totale carriera 405 112 36 13 18 6 4 1 463 132

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Unione Sovietica
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
2-5-1985 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 4 – 0 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Mondiali 1986 - Ingresso al 79’ 79’
5-6-1985 Copenaghen Danimarca Bandiera della Danimarca 4 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Mondiali 1986 - Uscita al 70’ 70’
7-8-1985 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 0 Bandiera della Romania Romania Amichevole - Ingresso al 80’ 80’
7-5-1986 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 0 – 0 Bandiera della Finlandia Finlandia Amichevole -
2-6-1986 Irapuato Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 6 – 0 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Mondiali 1986 - 1º turno 1 Uscita al 69’ 69’
5-6-1986 León Francia Bandiera della Francia 1 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Mondiali 1986 - 1º turno - Ammonizione al 33’ 33’
9-6-1986 Irapuato Canada Bandiera del Canada 0 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Mondiali 1986 - 1º turno - Ingresso al 56’ 56’
15-6-1986 León Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 3 – 4 dts Bandiera del Belgio Belgio Mondiali 1986 - Ottavi di finale 3
20-8-1986 Göteborg Svezia Bandiera della Svezia 0 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -
11-10-1986 Parigi Francia Bandiera della Francia 0 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Euro 1988 1
29-10-1986 Sinferopoli Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 4 – 0 Bandiera della Norvegia Norvegia Qual. Euro 1988 1
18-2-1987 Swansea Galles Bandiera del Galles 0 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Uscita al 75’ 75’
18-4-1987 Tbilisi Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 1 – 3 Bandiera della Svezia Svezia Amichevole -
29-4-1987 Kiev Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 0 Bandiera della Germania Est Germania Est Qual. Euro 1988 1 Ammonizione al 65’ 65’
3-6-1987 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 0 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Euro 1988 - Uscita al 78’ 78’
29-8-1987 Belgrado Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 0 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
9-9-1987 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 1 – 1 Bandiera della Francia Francia Qual. Euro 1988 - Ingresso al 46’ 46’
28-10-1987 Sinferopoli Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 0 Bandiera dell'Islanda Islanda Amichevole 1
20-2-1988 Bari Italia Bandiera dell'Italia 4 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
23-3-1988 Amarousio Grecia Bandiera della Grecia 0 – 4 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Uscita al 72’ 72’
31-3-1988 Berlino Ovest Argentina Bandiera dell'Argentina 2 – 4 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Uscita al 75’ 75’
1-6-1988 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 1 Bandiera della Polonia Polonia Amichevole - Uscita al 56’ 56’
12-6-1988 Colonia Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Euro 1988 - 1º turno - Uscita al 79’ 79’
15-6-1988 Hannover Irlanda Bandiera dell'Irlanda 1 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Euro 1988 - 1º turno -
18-6-1988 Francoforte sul Meno Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 3 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Euro 1988 - 1º turno - Uscita al 44’ 44’
25-6-1988 Monaco di Baviera Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 2 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Euro 1988 - Finale -
17-8-1988 Turku Finlandia Bandiera della Finlandia 0 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -
21-9-1988 Düsseldorf Germania Est Bandiera della Germania Est 1 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -
21-11-1988 Damasco Siria Bandiera della Siria 0 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Ingresso al 65’ 65’
23-11-1988 Al Kuwait Kuwait Bandiera del Kuwait 0 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Ingresso al 30’ 30’
27-11-1988 Al Kuwait Kuwait Bandiera del Kuwait 0 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Uscita al 70’ 70’
21-2-1989 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 1 – 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
25-4-1990 Dublino Irlanda Bandiera dell'Irlanda 1 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -
Totale Presenze 33 Reti 8

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Dinamo Kiev: 1985, 1986
Dinamo Kiev: 1984-1985, 1986-1987
Dinamo Kiev: 1986, 1987

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Dinamo Kiev: 1985-1986

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1986
1985-1986 (5 gol)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Emanuela Audisio, 'Europa scusa, stiamo imparando', in La Repubblica, 21 giugno 1988. URL consultato il 26 gennaio 2015.
  2. ^ (UK) Лучшими футболистами Украины признаны Анатолий Тимощук, Андрей Шевченко и Александр Шовковский, su bulvar.com.ua, 20 dicembre 2011. URL consultato l'11 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
  3. ^ (EN) Tamir Bar-On, The World through Soccer: The Cultural Impact of a Global Sport, Rowman & Littlefield, 2014, p. 102, ISBN 978-1-4422-3474-1.
  4. ^ a b c d Gianni Mura, Dietro Zavarov affari italiani, in La Repubblica, 1º agosto 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  5. ^ a b Rinat Dasaev, il cust ode della perestrojka, in La Repubblica, 7 giugno 2012. URL consultato il 27 novembre 2014.
  6. ^ Alberto Costa, SHEVA d'or, in Il Corriere della Sera, 14 dicembre 2004. URL consultato il 27 novembre 2014.
  7. ^ a b Alberto Costa, SHEVA d'or, in Il Corriere della Sera, 14 dicembre 2004. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  8. ^ a b c d Luca Valdiserri, Igor Belanov, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 27 novembre 2014.
  9. ^ a b Gianni Mura, Da Pfaff a Valdano ecco i Mr. Universo, in La Repubblica, 28 giugno 1986. URL consultato il 26 novembre 2014.
  10. ^ Gianni Mura, Addio, scuola rossa, in La Repubblica, 15 giugno 1990. URL consultato il 28 gennaio 2015.
  11. ^ a b c d e f g h i j Fabio Licari, La Svizzera di Belanov, in La Gazzetta dello Sport, 23 gennaio 2004. URL consultato il 25 novembre 2014.
  12. ^ Marco E. Ansaldo, Cercando il vero Zavarov, in La Repubblica, 1º marzo 1989. URL consultato il 25 novembre 2014.
  13. ^ a b Franco Melli, i campioni russi in crociera " insieme per sentirci vivi ", in Il Corriere della Sera, 11 novembre 1994. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  14. ^ a b c d La zona russa: attaccano tutti, in La Repubblica, 19 giugno 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  15. ^ Gianni Brera, Oggi serve l'Italia più bella, in La Repubblica, 22 giugno 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  16. ^ a b Fabrizio Bocca, È una partita a scacchi, in La Repubblica, 21 giugno 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  17. ^ Sandro Modeo, Hitler, Stalin e Lobanovski in una squadra la storia del '900, in Il Corriere della Sera, 20 ottobre 2009. URL consultato il 27 novembre 2014.
  18. ^ a b Supercoppa targata Est in tv Steaua contro Dinamo, in La Repubblica, 24 febbraio 1987. URL consultato il 27 novembre 2014.
  19. ^ a b c Atalanta e Belanov: a Zurigo incontro decisivo, in La Repubblica, 13 marzo 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  20. ^ Sandro Modeo, Hitler, Stalin e Lobanovski in una squadra la storia del '900, in Il Corriere della Sera, 20 ottobre 2009. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  21. ^ a b c d e f g (ES) Jordi Archs, 1986: Igor Belanov, el ganador más inesperado, in El Mundo Deportivo, 25 novembre 2012. URL consultato il 27 novembre 2014.
  22. ^ Giorgio Rondelli, Bolt e Powell per velocizzare l'Inter, in Corriere della Sera, 20 dicembre 2011. URL consultato il 27 novembre 2014.
  23. ^ a b L'Europa ha detto Belanov, in La Repubblica, 30 dicembre 1986. URL consultato il 27 novembre 2014.
  24. ^ il Parma ora si sente favorito. l'inversione irrita Mondonico, in La Repubblica, 3 ottobre 1992. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  25. ^ Alberto Costa, Il pallone d'oro di Nedved non mette tutti d'accordo, in La Repubblica, 24 dicembre 2003. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  26. ^ Gianni Mura, Dietro Zavarov affari italiani, in La Repubblica, 1º agosto 1988. URL consultato il 25 novembre 2014.
  27. ^ a b Luca Argentieri, Nuovi maestri all'opera, in La Repubblica, 27 gennaio 1987. URL consultato il 27 novembre 2014.
  28. ^ Supercoppa allo Steaua decide un autogol, in La Repubblica, 25 febbraio 1986. URL consultato il 27 novembre 2014.
  29. ^ Lucia Granello, In fila per un sovietico la Juve vuole Protassov, in La Repubblica, 2 luglio 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  30. ^ Qualche problema per Belanov, in La Repubblica, 6 luglio 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  31. ^ Belanov arriva nasce un caso intorno a Bagni, in La Repubblica, 15 luglio 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  32. ^ Mario Sconcerti, Dinamo vampiro dell'URSS, in La Repubblica, 3 agosto 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  33. ^ Licia Granello, Trattativa continua, in La Repubblica, 10 agosto 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  34. ^ Per Belanov rinvio al dopo Olimpiadi, in La Repubblica, 10 agosto 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  35. ^ No ufficiale per Belanov all'Atalanta, in La Repubblica, 8 settembre 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
  36. ^ L'Atalanta ha comprato Evair, in La Repubblica, 13 settembre 1988. URL consultato il 27 novembre 2014.
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  41. ^ È proprio un Genoa uruguaiano, in La Repubblica, 11 agosto 1989. URL consultato il 27 novembre 2014.
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  43. ^ (EN) Soviet Union v Switzerland football match, 2 May 1985, su eu-football.info. URL consultato il 4 ottobre 2019.
  44. ^ Gianni Mura, Chi prosegue per l'Azteca?, in La Repubblica, 15 giugno 1986. URL consultato il 27 novembre 2014.
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  47. ^ Licia Granello, 'Cara Italia mi piaci fra due anni sarò qui', in La Repubblica, 4 febbraio 1989. URL consultato il 27 novembre 2014.
  48. ^ Oleg Blokhin - Matches in European Cups, su rsssf.org.
  49. ^ a b Regular season+Play-off

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