I vitelli dei romani sono belli

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I vitelli dei romani sono belli è un'espressione italiana che corrisponde a una frase grammaticalmente corretta della lingua latina: I, Vitelli, dei Romani sono belli (Va', o Vitellio, al suono di guerra del dio romano). Il gioco di parole è apprezzabile in relazione alla profonda differenza tra significato italiano e latino, nonostante l'identità della frase nelle due lingue.

È una frase trabocchetto, spesso usata per indovinelli e scherzi dagli studenti di latino, come altre dello stesso genere: Cane Nero magna bella Persica (Canta, o Nerone, le grandi guerre persiane), Soli soli soli (All'unico sole della terra), Caesar Cicero Nero ac Cato in foro (la cui corretta traduzione è "Cesare, Cicerone, Nerone e Catone in piazza", ma suona come "Cesare ha cacato un cece nero nel foro"), Vate, lustrales carpe ("Vate, raccogli le acque lustrali", suona come "Va' e lustra le scarpe") e Olim horta cidesti fidem ignota ("Un tempo uccidesti l'ignota fede in un giardino", suona come "O li mortacci de 'sti fiji de mignotta").

Una variazione sul tema è rappresentata dalle frasi che hanno un'apparente traduzione che non corrisponde a quella corretta, come per esempio Magis ter meus asinus est o Mala mala mala sunt bona.

Diverso è il caso di quelle frasi "bilingui" che si possono leggere (col medesimo significato) tanto come frasi latine quanto come frasi italiane. Per esempio, di Gabriello Chiabrera: In mare irato, in subita procella, invoco Te, nostra benigna Stella. Insigni autori "bilingui" in questo senso, sono stati Mattia Butturini e Anacleto Bendazzi.

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