Hussein Kamel al-Majid

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Hussein Kamel al-Majid
حسين كامل حسن المجيد

Ministro delle Industrie militari dell'Iraq
Durata mandato4 febbraio 1987 –
20 dicembre 1995
Capo del governoSaddam Hussein
Sa'dun Hammadi
Muhammad Hamza al-Zubaydi
Aḥmad Ḥusayn Khudayir al-Sāmarrāʾī
Saddam Hussein
PredecessoreSobhi Yassin Khudair al-Samarrai
SuccessoreAdnan Abdul Majid al-Ani

Dati generali
Partito politicoPartito Ba'th (fazione irachena)
Hussein Kamel al-Majid
NascitaTel Al Thahab, 18 giugno 1954
MorteBaghdad, 23 febbraio 1996
Cause della mortescontro a fuoco
Dati militari
Paese servito Iraq
Forza armata Esercito iracheno
CorpoGuardia repubblicana irachena
Anni di servizio1979 - 1995
GradoColonnello generale
GuerreGuerra Iran-Iraq
Guerra del Golfo
Rivolte in Iraq del 1991
voci di militari presenti su Wikipedia

Hussein Kamel al-Majid (Tel Al Thahab, 18 giugno 1954Baghdad, 23 febbraio 1996) è stato un generale e politico iracheno.

Genero e cugino di secondo grado di Saddam Hussein, nel 1995 defezionò in Giordania e aiutò l'UNSCOM e l'AIEA impegnate nel ricercare le armi di distruzione di massa in possesso all'Iraq.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Kamel nacque in Tel Al Thahab (oggi nel moderno distretto di Balad, Governatorato di Salah al-Din).[1] Scalò i vertici militari iracheni fino a divenire supervisore della Guardia repubblicana irachena, le forze d'elite dell'Esercito iracheno, nel 1982. In seguito divenne ministro delle industrie, trovandosi a capo della commissione di industrializzazione militare e di sviluppo delle armi dell'Iraq dal 1987. Nel 1990 divenne anche ministro del petrolio dell'Iraq.[2]

Era sposato con una delle figlie di Saddam Hussein, Raghad, e visse in Iraq fino al 1995.[3] Il 7 agosto di quell'anno, Kamel e sua moglie fuggirono dall'Iraq, insieme al fratello di lui Saddam Kamel e la moglie Rana, un'altra delle figlie di Saddam Hussein. Il 21 settembre del 1995 in un'intervista con la CNN Kamel ebbe a dichiarare "Questo mi ha spinto a lasciare il mio paese, il fatto che Saddam Hussein si sia circondato da ministri e consiglieri inefficienti che non sono stati scelti per la loro competenza, ma per via dei capricci del presidente dell'Iraq. E a causa di questo l'Iraq sta soffrendo."

La Giordania accordò l'asilo ai fratelli Kamel, ed da lì iniziarono a collaborare con l'UNSCOM, con il suo direttore Rolf Ekéus, con la CIA e con l'MI6. L'iniziale promessa di informazioni sulle armi di distruzione di massa irachene, secondo le fonti non fu di grande aiuto, poiché i fratelli Kamel fornivano informazioni carenti di fonti e di valore.[4]

Kamel ha confermato ciò che gli ispettori avevano già accertato prima della sua defezione, che l'Iraq aveva promosso un programma di guerra chimica prima della Guerra del Golfo, ma aveva distrutto tutti i suoi depositi di armi chimiche e biologiche e di missili proibiti. La defezione di Kamel ha rappresentato un problema per coloro che erano decisi a deporre il regime iracheno.

Nel febbraio del 1996, dopo che intermediari di Saddam Hussein gli avevano rassicurati che sarebbero stati perdonati, Hussein Kamel e Saddam Kamel furono convinti a rientrare in Iraq con le loro rispettive mogli. Subito dopo il loro ritorno, furono costretti a divorziare dalle mogli e furono bollati come traditori. Tre giorni dopo il loro rientro, il 23 febbraio, si rifiutarono di arrendersi alle forze di sicurezza irachene e furono uccisi in uno scontro a fuoco di 13 ore nella loro casa.[5] Secondo delle fonti alternative, i due fratelli Kamel furono uccisi appena 24 ore dopo il loro divorzio dalle mogli, in uno scontro a fuoco con dei loro cugini, che avevano l'intenzione di riportare l'onore del loro clan agli occhi di Saddam Hussein.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (AR) آخر خدمة الغز علقة: العسكري الخائن في قبضة صدام حسين, 18 dicembre 2018. URL consultato il 24 novembre 2019.
  2. ^ (EN) MIDEAST TENSIONS; Gulf Leader Says Failed Overtures Could Mean War by Year's End, 30 ottobre 1990. URL consultato il 24 novembre 2019.
  3. ^ King Abdullah II of Jordan: Our Last Best Chance; Viking Press; New York, New York; 2011; p. 95.
  4. ^ Washington Post 24 February 1996
  5. ^ Anthony H. Cordesman; Ahmed S. Hashim (1997). Iraq. Westview Press. p. 24. ISBN 978-0-7867-4234-9. Retrieved 16 March 2013.
  6. ^ (EN) The final straw..

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN3191170868662122930002 · GND (DE1318201985
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie