Howiesons Poort

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Siti selezionati di Howiesons Poort dalla banca dati ROAD (CC BY-SA 4.0 ROCEEH)

Howiesons Poort (chiamato anche HP) è un periodo culturale sviluppatosi durante l'età della pietra africana che prende il nome dal sito archeologico di Howieson’s Poort Shelter, nei pressi di Grahamstown, in Sudafrica.[1] Una ricerca pubblicata nel 2008 ha dimostrato che durò circa 5000 anni, tra i 65800 ed i 59500 anni fa circa.[2]

I resti umani risalenti a questo periodo, come quelli di Stillbay, mostrano i segni dell'utilizzo del simbolismo[3] e dello scambio culturale di doni.[4]

La cultura di Howiesons Poort è caratterizzata da arnesi che sembrano anticipare molte delle caratteristiche tipiche del paleolitico superiore, che iniziò 25000 anni dopo, ovvero 40000 anni fa.[5] La cultura di Howiesons Poort è stata descritta come sia "moderna" sia "non-moderna".[6]

Datazione[modifica | modifica wikitesto]

Recenti ricerche che utilizzano la datazione a luminescenza stimolata otticamente datano questi reperti da 64800 a 59500 anni fa, con una durata quindi di 5300 anni.[2] Questa datazione coincide con lo stadio isotopico marino OIS4, che rappresenta un periodo arido ed un livello del mare in discesa in Africa meridionale.[7]

Nell'età della pietra sudafricana, questa cultura segue di 7000 anni quella di Stillbay.[2] Numerosi sono i siti a lei collegata, non solo in Sudafrica ma anche in Namibia e Zimbabwe.

I manufatti di questo periodo furono descritti la prima volta nel 1927 dal reverendo P. Stapleton, insegnante gesuita dello St Aidan's College, e da John Hewitt, zoologo e direttore del locale Albany museum.[8][9] Il nome del periodo fu dato a questi ritrovamenti da AJH Goodwin e Clarence van Riet Lowe nel 1929.[10] Fino alla metà degli anni settanta, la cultura di Howieson's Poort fu considerata una variante del Magosiano, e quindi cronologicamente situata tra l'età della pietra media e quella tarda.

Tecnologia[modifica | modifica wikitesto]

Howiesons Poort è associata a vari manufatti. I più famosi sono delle armi complesse, fatte di lame “geometriche” unite tra loro grazie ad ocra riscaldata e ad un composto di gomma collosa.[11] Queste lame sono a volte chiamate segmenti, mezzelune o lune, e sono il tipo di fossile utilizzato per identificare una data tecnologia come Howiesons Poort. I residui organici conservatisi sulla punta di questi arnesi in pietra mostrano non solo che erano uniti tra loro, ma anche che erano utilizzati come armi da caccia.[12]

In un sito legato a questo periodo, la grotta Sibudu, è stata trovata la più antica freccia d'osso ed il più antico ago d'osso.[13] La presenza di un'alta percentuale di resti di piccole antilopi hanno fatto pensare all'uso di trappole.[14]

Le pietre di grana fine quali silici e quarzi sono la base di una grande percentuale di manufatti di Howiesons Poort, oltre che di altre culture dell'età della pietra.[4] Gli arnesi di Howiesons Poort non sembrano molto diversi come forma da quelli della tarda età della pietra, come quelli creati dalla cultura di Wilton, anche se tendono ad essere più grandi, ma comunque più piccoli di quelli costruiti da altre culture dall'età della pietra media.[4] Sono stati descritti da Vishnyatsky come ‘completamente in stile “paleolitico superiore” in qualsiasi senso tecnologico o per tipologia'.[5] La produzione del periodo Howiesons Poort è anomala non solo per il suo aspetto, che Vishnyatsky[5] definisce ‘precursore dei tempi’, ma perché fu sostituita da quelle della media età della pietra, simili a quelle che precedettero Howiesons Poort. Questo cambio sembra essere stato graduale.[6]

Simbolismo[modifica | modifica wikitesto]

Come la precedente cultura di Stillbay, la Howiesons Poort ha prodotto oggetti simbolici come l'ocra incisa, gusci di uova di struzzo e conchiglie.[3] C'è in particolare un'abbondanza nell'uso dell'ocra come pigmento, e questo fatto è stato interpretato come segno di una cultura dotata di un simbolismo incredibilmente complesso.[3]

È stato anche fatto notare che “non solo l'ocra veniva raccolta e portata presso il sito archeologico, ma esistono prove del fatto che l'ocra fosse resa in forma di matite e polverizzata per l'uso. L'ocra potrebbe aver avuto numerosi usi, ma forse il principale era la decorazione del corpo, e quindi sarebbe servita per un fine simbolico”.[15]

Scomparsa[modifica | modifica wikitesto]

La cultura di Howiesons Poort non sopravvisse, e questo ha portato a chiedersene il motivo. Ad esempio Lyn Wadley ha notato che “se la famosa produzione di lame di Howiesons Poort fosse stata un importante segno del comportamento umano moderno, è difficile spiegare perché sarebbe durata per oltre 20000 anni prima di essere sostituita da una tecnologia più antica”.[16]

È stato ipotizzato che le lame abbiano giocato un ruolo importante nello scambio di doni di equipaggiamento di caccia, e che questo sarebbe finito col cambio culturale che rese inutile questa manifattura. Questa idea è sostenuta dal fatto che il trasporto su lunghe distanze di materie prime non disponibili localmente (che questo scambio di regali avrebbe incoraggiato) si sarebbe ridotto dopo il periodo di Howiesons Poort.[4][17]

Mentre la fine di questa cultura potrebbe essere legata ai cambiamenti climatici, sembra improbabile dato che non esistono tracce di eventi climatici in grado di giustificarla.[2]

(EN)

«Although the Howiesons Poort occurred during a period of climatic warming, this was also the case for the late and final MSA occupations at Sibudu. The Stillbay and post-Howiesons Poort periods cannot be reliably associated with either warm or cool intervals. Accordingly, we cannot identify any particular climatic attribute that is consistently and uniquely associated with any MSA industry. The Stillbay coincided (within error) with the Toba volcanic super-eruption and with the end of megadroughts in tropical Africa, whereas the Howiesons Poort is not associated with any such known events. Environmental factors may have been responsible for episodic occupation and abandonment of rock shelters, but they were not necessarily the driving force behind technological change. …
The cause of these two bursts of technological innovation, closely spaced yet separated in time, remains an enigma, as does the reason for their disappearance. But, intriguingly, both fall within the genetic bottleneck that occurred 80 to 60 ka and the subsequent expansions of modern human populations within and out of Africa»

(IT)

«Nonostante il periodo di Howiesons Poort sia occorso in un periodo di riscaldamento globale, questo interessò anche l'occupazione di Sibudu durante la media età della pietra. I periodi Stillbay e post-Howiesons Poort non possono essere credibilmente associati a periodi particolarmente caldi o freddi. Allo stesso modo, non siamo in grado di identificare nessun particolare attributo climatico consistentemente ed unicamente associato con qualsiasi cultura della media età della pietra. La Stillbay coincise con la super eruzione vulcanica del Toba, e con la fine della mega siccità dell'Africa tropicale, mentre Howiesons Poort non è legata a nessun evento conosciuto. Fattori ambientali potrebbero essere responsabili di occupazioni ed abbandoni episodici di grotte rocciose, ma non furono necessariamente la forza stimolante per i cambiamenti tecnologici. …
La causa di queste due esplosioni tecnologiche, molto vicine ma separate nel tempo, resta un enigma, così come il motivo della loro scomparsa. Curiosamente, entrambe cadono nel collo di bottiglia genetico che avvenne tra 80000 e 60000 anni fa, e nella successiva espansione delle popolazioni umane moderne dentro e fuori dall'Africa»

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J. Deacon, An Unsolved Mystery at the Howieson's Poort, in South African Archaeological Bulletin, vol. 50, n. 162, 1995, pp. 110–120, DOI:10.2307/3889060, JSTOR 3889060.
  2. ^ a b c d e Z Jacobs, RG Roberts, RF Galbraith, HJ Deacon, R Grün, A Mackay, P Mitchell, R Vogelsang e L. et al. Wadley, Ages for the Middle Stone Age of southern Africa: implications for human behavior and dispersal, in Science, vol. 322, n. 5902, 2008, pp. 733–5, DOI:10.1126/science.1162219, PMID 18974351.
  3. ^ a b c I Watts, Ochre in the Middle Stone Age of southern Africa: ritualized display or hide preservative?, in S. Afr. Archaeol. Bull., vol. 57, n. 175, 2002, pp. 64–74, JSTOR 3889102.
  4. ^ a b c d SH Ambrose, Howiesons Poort lithic raw material procurement patterns and the evolution of modern human behavior: a response to Minichillo (2006)., in Journal of human evolution, vol. 50, n. 3, 2006, pp. 365–9, DOI:10.1016/j.jhevol.2005.12.006, PMID 16464488.
  5. ^ a b c L. B. Vishnyatsky, 'Running ahead of time' in the development of Palaeolithic industries, in Antiquity, vol. 68, 1994, pp. 134–140 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2012).
  6. ^ a b S Soriano, P Villa e L. Wadley, Blade technology and tool forms in the Middle Stone Age of South Africa: the Howiesons Poort and post-Howiesons Poort at Rose Cottage Cave, in Journal of Archaeological Science, vol. 34, n. 5, 2007, pp. 681–703, DOI:10.1016/j.jas.2006.06.017., p. 700
  7. ^ JK. Feathers, Luminescence dating in less than ideal conditions: case studies from Klasies River main site and Duinefontein, in South Africa. J. Archaeol. Sci., vol. 29, n. 2, 2002, pp. 177–194, DOI:10.1006/jasc.2001.0685.
  8. ^ P Stapleton e J. Hewitt, Stone implements from a Rock-Shelter at Howieson's Poort near Grahamstown, in S. Afr. J. Sci., vol. 24, 1927, pp. 574–587.
  9. ^ P Stapleton e J Hewitt, Stone implements from a Howieson's Poort, near Grahamstown, in S. Afr. J. Sci., vol. 25, 1928, pp. 399–409.
  10. ^ Goodwin AJH. van Riet Lowe C. (1929). The Stone Age cultures of South Africa. Annals of the South African Museum, 27.
  11. ^ Wadley, L; Hodgskiss, T; Grant, M, From the Cover: Implications for complex cognition from the hafting of tools with compound adhesives in the Middle Stone Age, South Africa., in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 106, n. 24, giugno 2009, pp. 9590–4, DOI:10.1073/pnas.0900957106, ISSN 0027-8424 (WC · ACNP), PMC 2700998, PMID 19433786.
  12. ^ M. Lombard, Finding resolution for the Howiesons Poort through the microscope: micro-residue analysis of segments from Sibudu Cave, South Africa, in Journal of Archaeological Science, vol. 35, n. 1, 2008, pp. 26–41, DOI:10.1016/j.jas.2007.02.021.
  13. ^ L Backwell, F Errico e L. Wadley, Middle Stone Age bone tools from the Howiesons Poort layers, Sibudu Cave, South Africa, in Journal of Archaeological Science, vol. 35, n. 6, 2008, pp. 1566–1580, DOI:10.1016/j.jas.2007.11.006.
  14. ^ JL Clark e I Plug, Animal exploitation strategies during the South African Middle Stone Age: Howiesons Poort and post-Howiesons Poort fauna from Sibudu Cave., in Journal of human evolution, vol. 54, n. 6, 2008, pp. 886–98, DOI:10.1016/j.jhevol.2007.12.004, PMID 18234284.
  15. ^ a b c d S. Wurz, The Howiesons Poort Backed Artefacts from Klasies River: An Argument for Symbolic Behaviour Author(s), in South African Archaeological Bulletin, vol. 54, n. 169, 1999, pp. 38–50, DOI:10.2307/3889138, JSTOR 3889138.
  16. ^ L. Wadley, What is Cultural Modernity? A General View and a South African Perspective from Rose Cottage Cave, in Cambridge Archaeological Journal, vol. 11, n. 2, 2001, pp. 201–221, DOI:10.1017/S0959774301000117., p. 203
  17. ^ HJ. Deacon, Southern Africa and modern human origins, in Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci, vol. 337, n. 1280, 1992, pp. 177–83, DOI:10.1098/rstb.1992.0095, PMID 1357692.
  18. ^ R Singer e J Wymer, The Middle Stone Age at Klasies River Mouth in South Africa, Chicago, The University of Chicago Press, 1982, ISBN 0-226-76103-7.
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