Henri Dutrochet

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René Joachim Henri Dutrochet de Néons

René Joachim Henri Dutrochet de Néons (Néon, 14 novembre 1776Parigi, 4 febbraio 1847) è stato un medico, biologo e fisiologo francese, uno dei padri della teoria cellulare e scopritore del processo dell'osmosi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cellule disegnate da Turpin su schizzi di Dutrochet, 1824
Disegni di Turpin su schizzi di Dutrochet, 1824
Endosmometro di Dutrochet, da Nouvelles Recherches sur l'Endosmose et l'Exosmose

Nacque in una famiglia aristocratica dell'Indre che in seguito fu rovinata dalla rivoluzione francese. Il padre emigrò in Inghilterra e Henri rimase in Francia con la madre, la quale richiese la qualifica di "vedova di guerra". Senza idee chiare sul suo avvenire professionale, nel 1799 entrò nell'accademia navale di Rochefort; ma abbandonò subito l'idea di seguire la carriera militare e si ritirò con la madre a Charreau con l'intento di gestire la tenuta agricola di famiglia.

Nel 1802, a 24 anni di età, cominciò a studiare medicina a Parigi; nel 1804 divenne interno all'Hôspital des Enfants Maldes di Parigi, nel 1806 si laureò, e nel 1808 venne arruolato, come medico militare, nell'esercito che, sotto la guida di Giuseppe Bonaparte, partecipò alla disastrosa campagna di Spagna. Esercitò nell'ospedale di Burgos; ma, per aver contratto una grave forma di tifo, ottenne l'esonero definitivo dall'esercito e si ritirò nuovamente a Charreau.

Ispirato dalla lettura delle opere dello Spallanzani, si dedicò allo studio delle scienze naturali. Dopo aver acquistato un microscopio, si interessò dapprima ai rotiferi e all'eliotropismo delle piante. Seguace del vitalismo, la dottrina secondo la quale i fenomeni della vita possiedono dei caratteri propri grazie ai quali differiscono completamente dai fenomeni chimico-fisici[1], identificò la vita nel movimento e la morte nella cessazione del movimento[2]:

(FR)

«La vie, considérée dans l'ordre phisique, n'est autre chose qu'un mouvement; la mort est la cessation de ce mouvement»

(IT)

«La vita, considerata nell'ordine fisico, non è nient'altro che movimento; e la morte è la cessazione di questo movimento.»

Studiò inizialmente le piante osservando al microscopio delle formazioni poliedriche che identificò anche nei tessuti animali: le cellule. Ipotizzò l'esistenza di "pori" per permettere la diffusione di sostanze, attraverso le cellule, spinte da correnti osmotiche. Le sue Recherches sur l'accroissement et la reproduction des végétaux, apparsee in Mémoires du muséum d'histoire naturelle del 1821 gli valsero un premio dell'Académie française per la fisiologia sperimentale. Nel 1837 pubblicò le Mémoires pour servir a l'histoire anatomique et physiologique des végétaux et des animaux, una raccolta dei suoi più importanti lavori in campo biologico.

La morte della madre, nel 1833 lo spinse a lasciare Charreau per Parigi. Lo stesso anno, a 57 anni di età, sposò una colta vedova, Angelique Geoffroy. Poté avere contatti personali con famosi scienziati suoi contemporanei (Georges Cuvier, Jean-Baptiste de Lamarck, Étienne Geoffroy Saint-Hilaire, ecc.). Venne eletto membro permanente all'Accademia delle scienze francese[3] e membro della Royal Horticultural Society in London.

In suo onore è stato battezzato il genere Trochetia.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rufus M. Jones, «Vitalism». In: Dagobert D. Runes (ed), Dictionary of Philosophy, New York: Philosophical library, 1942; trad. ital. di Aldo Devizzi con prefazione di Uberto Scarpelli, Dizionario di Filosofia, Milano: Aldo Martello editore, 1963
  2. ^ Recherches anatomiques et physiologiques sur la structure intime des animaux, p. 5 (on-line)
  3. ^ Les Membres de l'Académie des sciences depuis sa création (en 1666), su academie-sciences.fr. URL consultato il 26 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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