Hemiphaga novaeseelandiae spadicea

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Piccione di Norfolk
Stato di conservazione
Estinto[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Columbiformes
Famiglia Columbidae
Sottofamiglia Raphinae
Tribù Ptilinopini
Genere Hemiphaga
Specie H. novaeseelandiae
Sottospecie H. n. spadicea
Nomenclatura trinomiale
Hemiphaga novaeseelandiae spadicea
(Latham, 1801)

Il piccione di Norfolk (Hemiphaga novaeseelandiae spadicea Latham, 1801[2]) era una sottospecie di piccione di Nuova Zelanda che abitava sull'isola di Norfolk[3]. Scomparve attorno alla metà del XIX secolo[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Schizzo tratto da Birds & flowers of New South Wales drawn on the spot in 1788, '89 & '90 di John Hunter.
Disegno di Henrik Grönvold.

Il piccione di Norfolk misurava circa 50 cm di lunghezza. Aveva testa, fronte e petto di colore verde lucente, più chiaro sul petto; regione scapolare di colore rosso-cioccolato, o castano; parte posteriore del collo dai riflessi color rame; parte inferiore del dorso, ali e coda, di colore azzurro chiaro; remiganti primarie scure; petto, addome e sottocoda bianchi; becco rosso dalla punta gialla; iride color cremisi; e zampe rosse.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esistono tre sottospecie di piccione di Nuova Zelanda o Kererū, la forma nominale H. n. novaeseelandiae presente sull'Isola del Nord e del Sud e su alcune isole costiere più piccole della Nuova Zelanda, H. n. chathamensis, attualmente considerato una specie a parte, diffuso nelle isole Chatham, e H. n. spadicea dell'isola di Norfolk. Un tempo erano presenti popolazioni distinte anche sulle isole di Lord Howe e di Raoul.

L'isola di Norfolk venne scoperta per la prima volta dal Capitano Cook nell'ottobre del 1774, e poco dopo, il 6 marzo del 1888, Phillip Gidley King vi giunse da Sydney per fondarvi una colonia penale. I detenuti vi vennero trasportati periodicamente fino al giugno del 1856, quando sulle isole di Norfolk e di Phillip vennero trasferiti da Pitcairn i discendenti degli ammutinati del Bounty. I bovini vi erano già stati introdotti, ma questi coloni portarono con sé pecore, cavalli, maiali, conigli e pollame. Sull'isola giunse anche il ratto nero (Rattus rattus), che sembra aver completamente soppiantato il ratto del Pacifico (R. exulans), la cui presenza indica che Norfolk era stata precedentemente raggiunta, ma non colonizzata, dai Polinesiani[5].

Estinzione[modifica | modifica wikitesto]

I primi coloni battezzarono il piccione di Norfolk Wood Quest, il «pellegrino dei boschi», ma esso non venne mai osservato scientificamente, e non è mai stata lasciata alcuna testimonianza che indicasse quando venne avvistato in natura l'ultimo esemplare. Esso era ancora comune nel 1838, quando Ensign Best raccontò che lui ed uno dei suoi compagni uccisero almeno 72 uccelli nel corso di 17 battute di caccia, 25 dei quali abbattuti nel corso di un'unica giornata, il 18 settembre 1838[6]. Probabilmente il piccione deve essere scomparso poco tempo dopo, dal momento che Peale non ne scorse nemmeno uno quando visitò l'isola nel 1839 durante la spedizione Wilkes. L'ultima testimonianza di uccelli ancora viventi venne lasciata da Vigors (1833), quando ne ricevette una coppia alla Società zoologica di Londra[7]. Gli uccelli che lui stesso vide in Nuova Zelanda, che chiamò con l'appellativo spadicea, vengono attualmente classificati nella sottospecie nominale novaeseelandiae. Probabilmente la scomparsa di questo uccello si deve alla caccia incontrollata e alla predazione da parte dei mammiferi introdotti[4].

Ne rimangono esemplari impagliati nei musei di Brema, Cambridge (Massachusetts), Francoforte, Leida[8], Lisbona, Liverpool, Milano, Napoli, New York, Philadelphia, Rouen, Tring, Vienna, Wiesbaden e Lione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Hemiphaga novaeseelandiae spadicea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ R. Schodde, Australia Bureau of Flora and Fauna, I. J. Mason, Australian Biological Resources Study, W. W. K. Houston, A. Well, Zoological Catalogue of Australia, CSIRO Publishing, 1997, p. 53, ISBN 0-643-06037-5.
  3. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Columbidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 19 maggio 2014.
  4. ^ a b Stephen T. Garnett and Gabriel M. Crowley, New Zealand Pigeon (Norfolk Island), in The Action Plan for Australian Birds 2000, Environment Australia, 2000. URL consultato il 22 gennaio 2014.
  5. ^ Richard N. Holdaway & Atholl Anderson (2001). "Avifauna from the Emily Bay Settlement Site, Norfolk Island: A Preliminary Account". Records of the Australian Museum 27:85–100. doi:10.3853/j.0812-7387.27.2001.1343.
  6. ^ James L. Moore (December 1985). "Ensign Best's bird observations on Norfolk Island" Archiviato il 13 febbraio 2013 in Internet Archive.. Notornis (Ornithological Society of New Zealand) 32:319–322.
  7. ^ Day, David (1989). The Encyclopedia of Vanished Species. Hong Kong: Mclaren Publishing Limited. ISBN 0-947889-30-2.
  8. ^ Naturalis - Extinct bird: Hemiphaga novaeseelandiae spadicea (Norfolk Island Pigeon), su nlbif.eti.uva.nl, Nationaal Natuurhistorisch Museum. URL consultato l'8 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2011).

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