Hank Mobley

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Hank Mobley
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereJazz
Hard bop
Periodo di attività musicale1955 – 1986
StrumentoSassofono tenore
Sito ufficiale

Hank Mobley (all'anagrafe Henry Mobley) (Eastman, 7 luglio 1930Filadelfia, 30 maggio 1986) è stato un sassofonista e compositore statunitense, di musica jazz.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mobley fu descritto dal critico musicale Leonard Feather come "il campione dei pesi medi del sax tenore", per indicare la qualità del suo suono, a metà strada tra l'aggressività di John Coltrane e la dolcezza di Stan Getz. Questa descrizione fu però spesso ingiustamente fraintesa come una supposta indicazione di mediocrità. Il suo stile rilassato, raffinato e melodico, in netto contrasto con quello di capiscuola come Coltrane e Sonny Rollins, e il fatto di aver rimpiazzato lo stesso Coltrane subito dopo che questi abbandonò il gruppo di Miles Davis - il che sollecitò ulteriori e non pienamente giustificati confronti - fecero sì che il suo talento venisse pienamente apprezzato solo dopo la sua morte. Ma l'influenza maggiore su Mobley resta quella di Lester Young.

Mobley nacque in Georgia, ma si spostò subito con la famiglia nel New Jersey. Cominciò a lavorare subito con i grandi della musica jazz: fra i primi con cui collaborò ci furono Dizzy Gillespie e Max Roach. Prese parte ad alcune delle prime registrazioni hard-bop, insieme ad Art Blakey, Horace Silver e Kenny Dorham, partecipando allo storico album Horace Silver and the Jazz Messengers.

Durante gli anni '60 lavorò principalmente come leader, registrando 25 album per la Blue Note, compresi Soul Station e Roll Call, pietre miliari nella storia del jazz del dopoguerra, e tutti fra il 1955 e il 1970. Durante la sua carriera suonò con i più grandi jazzisti hard-bop della sua generazione: Grant Green, Freddie Hubbard, Sonny Clark, Wynton Kelly, Philly Joe Jones e Lee Morgan. Fu anche membro del quintetto di Miles Davis, incidendo tra gli altri il famoso album Someday My Prince Will Come.

Dopo qualche anno di carcere per detenzione e uso di stupefacenti, Mobley soggiornò tra il 1966 e il 1970 in Europa, facendo base a Parigi e incidendo, tra gli altri, con Archie Shepp. Si esibì anche in Italia col pianista Franco D'Andrea e il batterista Franco Mondini.

Costretto a ritirarsi parzialmente dalla musica verso la metà degli anni '70, a causa di forti problemi economici, il furto del sassofono (che lo costrinse, per qualche tempo, a suonare il sax baritono) e un grave enfisema polmonare, Mobley è scomparso nel 1986. Le ultime sue apparizioni dal vivo lo hanno visto assieme al pianista Duke Jordan.

Della vita extramusicale di Mobley non si sa assolutamente niente: il sassofonista ha rilasciato solo due brevi interviste in tutta la sua carriera (una al giornalista e critico John Litweiler) mantenendo sempre però un estremo riserbo sulle sue vicende private. Anche la biografia di Derek Ansell uscita nel 2008 è costretta a basarsi solo sulla documentazione discografica del musicista, tale è l'assoluta mancanza di qualsiasi altra notizia di carattere personale.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hank Mobley Catalog-album index, su jazzdisco.org. URL consultato il 30 dicembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Derek Ansell, Workout: The Music of Hank Mobley. Londra, Northway Publications, 2008. ISBN 978-09550908-8-2

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